IL FUTURO DELL’ACCIAIO: INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ E AMBIENTE
La Commissione Ue ha presentato un Piano d’azione per il settore siderurgico
La Commissione Europea ha presentato in data 11 giugno un Piano d’azione per il settore siderurgico al fine di sostenere il settore particolarmente strategico per il comparto industriale europeo già abbastanza provato dalla crisi, soprattutto nel settore automobilistico, stante il continuo crollo degli ordinativi. Negli obiettivi della Commissione la volontà di affrontare le sfide quotidiane della crisi perdurante e gettare le basi, al contempo, per la futura competitività favorendo innovazione, crescita e occupazione.
La notizia ha colpito particolarmente gli addetti ai lavori dal momento che l’ultimo Piano d’azione strategico per l’acciaio risale al 1977: il “Piano Davignon” (Ndr: Étienne Davignon – Budapest, 4 ottobre 1932 – diplomatico, politico e dirigente d’azienda belga; già Commissario europeo per il mercato interno, l’unione doganale e gli affari industriali nell’ambito della Commissione Jenkins, poi Commissario europeo del Belgio, nonché membro della Commissione Thorn come vicepresidente e commissario per l’energia e gli affari industriali).
Il Piano prevede di sostenere la domanda di acciaio prodotto nell’Ue, tanto nel mercato interno quanto in quello estero, garantendo che le pratiche commerciali permettano alle singole imprese siderurgiche dell’Unione di avere accesso ai mercati dei Paesi terzi.
Allo stesso tempo, la Commissione europea si è impegnata a ridurre i costi per l’industria, inclusi quelli derivanti dalla burocrazia interna e da talune regolamentazioni.
Analogamente i Commissari europei hanno tenuto conto del fatto che innovazione, efficienza energetica e sostenibilità dei processi di produzione saranno di vitale importanza per i prodotti in acciaio di nuova generazione essenziali per gli altri settori chiave europei, senza considerare che, la road map prevista include anche misure mirate a sostegno dell’occupazione nel settore e della relativa ristrutturazione al fine di garantire che la manodopera altamente qualificata resti in Europa.
Si consideri che l’acciaio è strettamente connesso a molti altri settori industriali a valle (veicoli, costruzioni, elettronica, meccanica ed elettromeccanica) e ha anche una notevole dimensione transfrontaliera: nell’UE, si contano circa 500 siti di produzione distribuiti in 23 Stati membri; si tratta quindi di una vera e propria industria europea, dalle radici profonde (il progetto di una Europa unita è nato proprio a partire dalla CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio).
Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per l’industria e l’imprenditoria, ha dichiarato: “L’industria siderurgica ha un futuro promettente in Europa. Nel mantenere la sua posizione tradizionale di capo-fila nella fabbricazione di prodotti innovativi essa potrà ottenere un vantaggio competitivo a livello mondiale”.
“Nel presentare, quest’oggi questo progetto di rilancio del settore siderurgico – ha proseguito – vogliamo dare un chiaro segnale all’industria siderurgica affinché comprenda di costituire un settore strategico importante per l’Europa ed un motore di crescita”.
“L’Unione europea ha oggi più che mai bisogno della sua economia reale per sostenere la ripresa economica e il nostro obiettivo, da qui al 2020 è quello di far sì che la percentuale ascrivibile all’industria nel PIL sia dell’ordine del 20%”.
“Questo è solo l’inizio di un processo – ha concluso – Sono determinato a monitorare attentamente la situazione in modo di adattare i nostri sforzi di conseguenza e, entro un anno, sapremo se le azioni proposte hanno prodotto gli effetti desiderati”.
Il settore siderurgico: stato dell’arte e prospettive
Il comparto siderurgico europeo, attualmente, paga gli effetti di una minor domanda e dall’eccesso di capacità a livello mondiale; contemporaneamente deve sopportare prezzi energetici elevati e ha bisogno di fare investimenti per adeguarsi alla green economy e alla produzione sostenibile di prodotti innovativi.
La fotografia del settore in Europa non è del tutto brillante, infatti la domanda di acciaio è oggi inferiore del 27% rispetto ai livelli precedenti la crisi. Tra il 2007 e il 2011, l’occupazione del settore è diminuita del 10%. Ciononostante, l’UE, con 177 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, pari all’11% della produzione mondiale, è il secondo produttore mondiale d’acciaio e occupa oltre 360.000 addetti con un fatturato che tocca i 170 miliardi di Euro.
Le stime internazionali indicano che, nel prossimo futuro, la domanda mondiale di acciaio è destinata ad aumentare e la stessa OCSE stima una crescita a 2,3 miliardi di tonnellate entro il 2025, grazie principalmente alle costruzioni, ai trasporti e all’ingegneria meccanica, soprattutto nelle economie emergenti.
È essenziale, a questo punto, che l’industria siderurgica UE sappia pienamente approfittare di questo competitivo, auspicabile, mercato; non solo, l’Europa stessa ha bisogno delle sue industrie di base per sostenere gli altri settori nel processo di reindustrializzazione in chiave green. Settori come l’acciaio, la chimica, il vetro e il cemento sono anelli essenziali di una catena del valore industriale capace di rendere più verde l’economia (tra l’altro, l’acciaio è riciclabile al 100% ed è il materiale più diffuso alla base della catena del valore di un prodotto).
Proprio in questo contesto la Commissione ha inteso proporre un Piano strategico che preveda le seguenti azioni:
- Mettere in atto un quadro normativo adeguato: attraverso l’impegno a valutare, entro la fine del 2013, l’onere normativo generale che le varie politiche fanno gravare sul settore e il suo impatto sulla competitività.
- Risolvere i bisogni di competenza e facilitare la ristrutturazione: promuovere misure per lo sviluppo delle competenze e per l’occupazione giovanile nel settore, tese ad aumentarne la competitività, ed esplorare altresì la possibilità di ricorrere ai pertinenti fondi UE quando per aiutare i lavoratori a trovare un’occupazione alternativa in caso di chiusura di siti di produzione. Il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione continueranno a contribuire a questi sforzi. Tutti i fondi UE seguono il principio della specializzazione regionale intelligente e tengono conto della sostenibilità dell’investimento ai fini della creazione e del mantenimento dei livelli occupazionali in una determinata regione.
- Rilanciare la domanda di acciaio: attuando, tra l’altro, un’azione mirata per stimolare la domanda nei settori della fabbricazione di veicoli e delle costruzioni sostenibili.
- Migliorare l’accesso ai mercati esteri e garantire condizioni di parità nella concorrenza così da sostenere le esportazioni di acciaio UE, contrastare le pratiche sleali e garantire l’accesso a materie prime essenziali. Sarà attentamente monitorato il mercato dei rottami per migliorare la sicurezza di approvvigionamento dei produttori siderurgici dell’UE che usano rottami come materia prima.
- Garantire prezzi energetici accessibili: il completamento del mercato interno dell’energia, la diversificazione dell’approvvigionamento e una migliore efficienza energetica, aiuteranno a ridurre i costi. La Commissione è decisa a dare orientamenti sui contratti a lungo termine tra fornitori e clienti per l’elettricità e aumentare la prevedibilità di tali costi. A breve termine, la riduzione dei costi energetici per le industrie ad alta intensità energetica dipenderà dagli Stati membri. La Commissione si impegna a perseguire questo obiettivo.
- Politica in materia di clima: il quadro politico 2030 dell’UE in tema di clima sarà essenziale per garantire competitività del settore; analogamente lo saranno i negoziati per un accordo internazionale vincolante sui cambiamenti climatici. I prodotti in ferro forgiato saranno aggiunti all’elenco dei settori esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2; gli Stati membri sono invitati a stanziare i proventi delle aste ETS (Emissions Trading Scheme) a progetti di R&S destinati a industrie ad alta intensità energetica.
- Promuovere l’innovazione: andranno promosse le tecnologie rispettose dell’ambiente, grazie a nuovi tipi di acciaio, e attività innovative di R&S, molto costose nelle fasi pilota e di dimostrazione. Per il periodo 2014-2020, il finanziamento della ricerca e dell’innovazione proverrà principalmente dal programma Orizzonte 2020 che pone un forte accento sulla leadership industriale nell’innovazione. La siderurgia beneficia anche del Partenariato europeo per l’innovazione concernente le materie prime e, per lo stesso periodo di programmazione, di 280 milioni di euro provenienti dal Fondo di ricerca carbone e acciaio.
La Commissione propone di istituire un gruppo di alto livello che controlli l’attuazione del Piano e farà il punto dei progressi compiuti entro 12 mesi.
Ci auguriamo che, al di là dei chiari obiettivi economici e di rilancio della produzione, siamo allo stesso tempo salvaguardati i propositi di sostenibilità ambientale.