Mercato auto europeo: l’inizio del 2025 è ancora debole
Nessuno dei cinque maggiori mercati dell’area europea, che complessivamente valgono il 69,9% delle immatricolazioni, è in buona salute.
Per il mercato auto europeo il 2024 si è chiuso con una misera crescita, +0,9% sul 2023, ma con un calo di ben il 18% sulla situazione precedente la crisi innescata dalla pandemia. A inizio 2025 i numeri continuano la loro discesa: a gennaio le immatricolazioni risultano 995.271 unità, in calo del 2,1% rispetto a gennaio 2024. Ma il calo rispetto al 2019 è del -18,8%: 230.931 unità in meno in un solo mese.
Sul fronte alimentazione, nell’area UE+EFTA+UK, a gennaio risultano in crescita le auto BEV (+37,3%, con il 16,7% di quota) e le ibride tradizionali (+16,9%, con il 34,9% di quota), mentre le ibride plug-in calano del 6,4% (con il 7,6% di quota). Nel complesso, sono state immatricolate 475.761 vetture ibride di tutti i tipi ed elettriche, che rappresentano, insieme, il 59,2% del mercato auto.
Le auto ricaricabili (BEV e PHEV) raggiungono il 24,3% di quota. Se consideriamo i soli 5 major market, le vendite di auto ricaricabili ammontano invece a 141.051 unità a gennaio, in aumento del 22,4% e con una quota del 21,1%. Le immatricolazioni di auto a benzina hanno registrato un calo significativo del 18,9%, con tutti i principali mercati che hanno mostrato cali.
Con 244.763 nuove auto immatricolate il mese scorso, la quota di mercato per la benzina è scesa al 29,4%, in calo rispetto al 35,4% nello stesso mese dell’anno scorso. Analogamente, il mercato delle auto diesel è diminuito del 27%, con una quota di mercato del 10% per i veicoli diesel.
Nessuno dei cinque maggiori mercati dell’area, che complessivamente valgono il 69,9% delle immatricolazioni, è in buona salute. A gennaio, infatti, dei cinque major market (incluso UK) soltanto la Spagna registra una crescita del 5,3%. Risultano in calo, invece, Francia (-6,2%) e Italia (-5,8%), seguite da Germania (-2,8%) e Regno Unito (-2,5%).
Spagna
Secondo l’Associazione spagnola dell’automotive ANFAC, il mercato auto domestico ha iniziato l’anno con slancio, trainato principalmente dagli acquisti di famiglie e aziende. Al contrario, le vendite nel settore del noleggio hanno subito un calo nel mese, poiché molte società avevano già incrementato significativamente gli acquisti a dicembre e stanno ora attendendo l’arrivo di nuovi veicoli per prepararsi alle richieste del periodo pasquale di aprile.
Francia
Confrontando i dati con lo stesso mese dell’anno precedente, si osserva un ulteriore calo delle vendite di autovetture diesel (-48,5%), a bioetanolo (-99,7%) e a benzina (-28,2%). Le auto ibride plug-in (PHEV) diminuiscono del 54%, mentre le ibride mild e full registrano aumenti rispettivi del 91% e del 28,7%. Le vetture elettriche raggiungono una quota di mercato del 17,4% nel mese, in leggero aumento rispetto al 16,4% dello stesso periodo di 12 mesi fa.
Germania
Nel mercato auto tedesco, seppur in calo, si evidenzia una notevole crescita del 21% degli ordini domestici a gennaio rispetto al medesimo mese dell’anno passato. Concentrandoci sulle alimentazioni alternative, emerge che le auto ibride hanno visto un incremento significativo del 15,7% solo in questo mese, arrivando a costituire il 37,1% del mercato totale di gennaio. Tra queste, le ibride plug-in rappresentano una fetta dell’8,5%, con una crescita ancora più marcata del 23,1%. Le vetture completamente elettriche (BEV) raggiungono una quota di mercato del 16,6%, accompagnate da un’impressionante crescita del 53,5% rispetto all’anno precedente. Al contrario, i veicoli alimentati a GPL segnano un drastico calo del 54,8%, limitandosi a sole 859 nuove immatricolazioni nel mese.
Regno Unito
Secondo l’associazione britannica dell’automotive SMMT, i dati indicano una crescita della domanda di veicoli elettrici, ma non a un ritmo sufficiente per soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione attualmente fissati. L’accessibilità economica continua a essere un elemento chiave per la diffusione delle auto green. L’imposizione del “supplemento auto di lusso” sulla VED (Vehicle Excise Duty) per i veicoli elettrici viene considerata una scelta controproducente. Anziché penalizzare chi sceglie l’elettrico, è necessario favorire il passaggio di un numero maggiore di automobilisti verso questa tecnologia, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi ambientali che coinvolgono il governo, l’industria e la società.
Secondo il Centro Studi Promotor, la crisi del mercato dell’auto in Europa dipende essenzialmente dalla transizione energetica decisa dall’Unione Europea, che sta cercando di imporre l’auto elettrica con una soluzione che in nessuna altra parte del mondo è stata imposta e cioè il divieto dal 2035 di immatricolare auto con motorizzazioni non elettriche. Né si può pensare che in altre aree del mondo si penserà in futuro al dominio esclusivo dell’auto elettrica, tantomeno negli Stati Uniti di Trump.
Il 5 marzo l’Unione Europea presenterà il Piano d’azione per la transizione all’elettrico, probabilmente correggendo la sua politica.
In questo quadro si inserisce la richiesta, fortemente sostenuta dagli ambienti industriali, di creare uno spazio per soluzioni non totalmente elettriche, ma comunque con emissioni più contenute di quelle delle auto tradizionali, come le ibride plug-in e le ibride range extender, che renderebbero meno traumatico per chi guida l’automobile il passaggio dalle auto a combustione interna all’auto elettrica.
“Il tentativo è generoso – ha commentato Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor – ma non tiene conto del fatto che l’auto elettrica non è particolarmente gradita dal pubblico non solo per il fatto di essere una soluzione meno efficiente per la mobilità, ma anche perché è una soluzione che va al di là della capacità di spesa di una parte molto importante degli acquirenti di auto, questione, quest’ultima, che non viene certo risolta dalle auto elettriche plug-in e dalle range extender che non sono, per il momento almeno, alla portata dei più”.
“Nel settore vi è grande attesa per il ’Piano d’Azione’ – ha sottolineato Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE – che dovrebbe essere presentato dalla Commissione Europea il prossimo 5 marzo, come risultato del ‘Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea’, avviato lo scorso 30 gennaio. Questo piano dovrà fornire misure concrete per rendere il settore maggiormente competitivo e affrontare con efficacia la transizione verso la decarbonizzazione, coinvolgendo tutti gli stakeholder dell’ecosistema”.
“Per garantire una transizione pulita e razionale – ha spiegato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – è necessario revisionare i regolamenti sulla riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli leggeri e pesanti abbracciando il paradigma della neutralità tecnologica e introducendo delle flessibilità che consentano di attribuire il giusto valore al contributo dei carbon neutral fuels; prevedere un piano di incentivazione pluriennale e paneuropeo per la diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni, da applicare nei singoli Paesi UE; introdurre misure a sostegno della competitività delle imprese, ad esempio rendendo più accessibili i costi dell’energia e supportando le attività di ricerca, sviluppo e innovazione sulle nuove tecnologie”.
Di A. M.