Noleggio auto e veicoli commerciali leggeri: immatricolazioni in calo nell’ultimo trimestre e nell’intero anno

Nel quarto trimestre 2024 è stato registrato un calo del 20,85% che ha portato il risultato complessivo dell’anno a -10,3%. I dati nell’analisi di ANIASA e Dataforce.

Quasi il 21% in meno! Ammonta a -20,85% il decremento registrato nell’ultimo trimestre dell’anno per quanto concerne le immatricolazioni del noleggio (auto + veicoli commerciali leggeri); un trend in discesa che fa chiudere il 2024 con una perdita a doppia cifra per il settore pari al -10,13% a causa di un andamento negativo del “lungo temine” andato peggiorando negli ultimi mesi (-22%), cui si somma il rallentamento più contenuto registrato del segmento del “breve termine” (-10,36) nella parte finale dell’anno.

Lo rende noto l’ultimi analisi trimestrale che fotografa il settore promossa da ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital che rappresenta all’interno di Confindustria le imprese che svolgono attività di noleggio veicoli, car sharing e servizi collegati alla mobilità) ed elaborata dalla società di analisi di mercato Dataforce su fonte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e ACI.

È soprattutto il mercato del noleggio a lungo termine (NLT) quello ad aver sofferto di più durante l’intero anno, tuttavia, il risultato negativo è frutto di un confronto con l’anno precedente (2023) caratterizzato da un record delle immatricolazioni e ordini, diretta conseguenza delle ritardate consegne emergenza pandemica (2021 e 2022).

Inversione di tendenza, invece, nel segmento del noleggio a breve termine (NBT) il quale dopo la pandemia era tornato a crescere per la prima volta, salvo poi rallentare nella seconda parte dell’anno.

Nonostante ciò, nel segmento NBT sono stati targati quasi 100.000 veicoli (+14,7%) arrivando ad una quota di mercato del 5,7%; mentre il segmento NLT la quota di mercato è scesa al 21,3% (pari a 374.000 unità targate). In tutto il 2024 la voce “noleggio” ha pesato sul mercato per il 27%.

La non lieve riduzione di immatricolazioni a noleggio registratasi nel 2024 rispetto all’annata record del 2023 è dovuta non solo al calo fisiologico verificatosi dopo la consistente ripresa post- pandemia, ma anche alla complessa situazione che sta attraversando l’intero automotive nazionale ed europeo – ha commentato Alberto Viano, Presidente ANIASA – Una situazione che vede peraltro il crescente apprezzamento della formula del noleggio, come attestato all’ininterrotto aumento della flotta circolante”.

Dal punto di vista degli utilizzatori nel segmento NLT la quota di mercato del noleggio ai privati ha registrato una modesta ripresa (dopo la forte crescita nel periodo 2020-2021 e i due cali successivi nel 2022 e nel 2023), arrivando ad una market share del 15,8% che significa che oltre 84 noleggi su 100 nel 2024 sono stati appannaggio dei clienti aziendali.

Il dato del noleggio a lungo termine aziendale, invece, negli ultimi 4 anni è sempre salito di quota (salvo il calo del 2021), fino a stabilizzarsi, lo scorso anno, su livelli appena inferiori. Ma da ANIASA rimarcano che: “il noleggio a privati fino a maggio ’24 ha sofferto dell’ingiusta discriminazione sugli incentivi”.

Se guardiamo alle diverse alimentazioni, nei noleggi a lungo temine di auto è il gasolio la scelta più diffusa (anche nella declinazione mild hybrid) e nonostante una contrazione dei volumi che ha superato il 20% ha chiuso con una quota del 39%.

Nel periodo ottobre-dicembre la quota di mercato del segmento benzina (comprese le mild hybrid) è stata del 33%, in calo rispetto al 39% registrato nei primi 9 mesi dell’anno allorquando la market share si avvicinava al diesel.

Full hybrid e plug-in hybrid, nell’ultimo trimestre hanno superato insieme il 19% del mercato NLT, ma con andamenti diversi: le full hybrid sono risultate stabili nei volumi, mente le plug-in hybrid hanno registrato una flessione a due cifre (-26%). Non solo, le auto full hybrid sono risultate la tipologia più apprezzata dai noleggiatori (+26%).

Le auto elettriche a batteria hanno confermato i volumi del 2023, ma negli ultimi tre mesi si è registrata una flessione importante delle immatricolazioni nel NLT (-19%). A livello annuale la market share delle auto BEV s’è attestata al 5,5%.

Nel noleggio a breve termine le alimentazioni tradizionali benzina e diesel hanno coperto da sole quasi tutto il segmento auto dell’ultimo trimestre, nonostante i dati degli ultimi tre mesi non rispecchino quelli dell’intero anno.

Sempre nel NBT le auto full hybrid sono salite nel trimestre al 14,5% di share (4,75% nell’intero anno) e le plug-in hybrid sono stabili attorno ai 2,5 punti di quota. Le auto elettriche rimangono poche nel comparto NBT: appena il 2,5% nel quarto trimestre e 1,8% nel totale 2024. L’alimentazione a gas, tra i noleggiatori a breve termine, risulta essere quella più trascurabile.

Per quanto concerne la fotografia di quando accaduto nel segmento del noleggio di veicoli commerciali leggeri (LCV – Light Commercial Vehicles), è il diesel sul podio delle preferenze con l’88% a fine 2024 e una crescita impressionante nel quarto trimestre.
Decisamente in calo, invece, i mezzi commerciali alimentati a benzina che scendono al 3,3% quando nel primo semestre avevano addirittura sfiorato il 10%.

Furgoni full hybrid e plug-in hybrid sono quasi un miraggio con un “peso” che non raggiunge neppure il 2% di quota e che nell’ultimo trimestre ha raggiunto appena 351 immatricolazioni.

Desolante, scrivono da ANIASA, il risultato annuale dei veicoli commerciali leggeri a batteria che scontano un rallentamento del -48% e si fermano ad una market share che non raggiunge il 3%.

Nel NBT dei veicoli commerciali leggeri il diesel primeggia assoluto con circa il 94% di quota di mercato nell’ultimo trimestre e nell’intero 2024. In questo canale i LCV a benzina rappresentano una quota di poco superiore all’1% mentre i veicoli commerciali leggeri a batteria e a gas praticamente sono risultati praticamente inesistenti nonostante una timida crescita dei BEV al 3,4% di market share (ma parliamo, comunque, di appena 65 unità).

E per l’anno appena iniziato quali sono le prospettive stante le molte incertezze che gravano sul mercato del nuovo?
Già, perché in ballo c’è l’applicazione del nuovo sistema di calcolo del fringe benefit (ossia quei compensi che non vengono erogati sotto forma di denaro, ma concessi sotto forma di beni e servizi dal datore di lavoro ai dipendenti, come l’auto aziendale, ad esempio), ma anche la “Spada di Damocle” delle multe Ue per lo sforamento dei limiti di emissioni nelle nuove immatricolazioni che avrà un impatto certo sul mercato e sull’industria automotive.

Dataforce, ha ipotizzato due scenari proprio a partire dalla possibilità o meno che tali sanzioni siano mantenute o annullate (ipotesi, quest’ultima, sulla quale la Commissione europea non sembra intenzionata a recedere).

Nel primo caso la società prevede un mercato del NLT in contrazione: più contenuta per le autovetture e appena più evidente per i veicoli commerciali leggeri; mentre il mercato NBT sarebbe previsto in crescita con un andamento più positivo per le auto e una sostanziale stabilità per i LCV.

Nel secondo caso, quello più temuto dalle Case automobilistiche, lo scenario sarebbe a tinte molto più fosche, con una caduta del comparto automotive ai livelli del 1975! Questo si tradurrebbe in una perdita di volumi a due cifre percentuali tanto nelle auto, quanto nei LCV in entrambi i segmenti del noleggio.

All’orizzonte – ha concluso il Presidente dell’ANIASA nel comunicato stampa associativo di commento all’analisi trimestrale del settore di riferimento – continuano purtroppo a pesare sul settore incertezze normative e regolamentari che con l’ultima Legge di Bilancio si sono ulteriormente radicate con un aggravio economico a carico di oltre 1 milione di lavoratori dipendenti che utilizzano l’auto aziendale. Un appesantimento che potrebbe comportare un’ulteriore frenata delle immatricolazioni nei prossimi mesi. Senza un cambio di rotta sulle politiche sull’auto a noleggio e sulla mobilità pay-per-use nel nostro Paese gli obiettivi fissati in termini di transizione ecologica della nostra mobilità e ripresa di un settore industriale centrale per l’economia sono destinati a restare sulla carta”.

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