Dazi Ue sulle auto elettriche a batteria cinesi: dalla Commissione un nuovo passo

Presentato un progetto di conclusioni definitive relativo all’inchiesta anti sovvenzioni sulle importazioni di auto elettriche a batteria di origine cinese.

La questione relativa all’istituzione di dazi compensativi sulle importazioni di auto elettriche a batteria di produzione cinese, che se da un lato mira a proteggere la produzione automobilistica europea, dall’altro rischia di avere notevoli ripercussioni sull’export nazionale, si arricchisce di un ulteriore passo da parte dei decisori di Bruxelles.

In data 20 agosto, infatti, la Commissione europea ha comunicato alle parti interessate il progetto di decisione relativa all’istituzione di dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina, nell’ambito dell’inchiesta anti sovvenzioni avviata in data 4 ottobre 2023.

Da quanto emerso dalla predetta inchiesta la Commissione aveva concluso che la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria in Cina beneficia di sovvenzioni sleali, dalle quali consegue una minaccia di pregiudizio economico nei confronti dei produttori UE di veicoli elettrici a batteria; inoltre, erano state esaminate le conseguenze probabili e l’impatto di tali misure sugli importatori, sugli utilizzatori e sui consumatori di veicoli elettrici a batteria dell’UE.

Ora, il progetto di decisione di sei giorni fa rispecchia le osservazioni ricevute dalle parti interessate in merito ai dazi compensativi provvisori già resi noti lo scorso 4 luglio (e che già allora erano stati leggermente adeguati al ribasso rispetto alle aliquote comunicate preventivamente il 12 giugno), nonché la conclusione di una serie di fasi dell’inchiesta che non erano state completate nella fase provvisoria.

La divulgazione dei progetti di conclusioni definitive, fanno sapere da Bruxelles, è una fase procedurale intermedia di un’inchiesta sulla difesa commerciale, con l’obiettivo di dare alle parti interessate la possibilità di presentare osservazioni, così come è stato già fatto anche nella fase provvisoria.

Una volta, quindi, che la Commissione avrà analizzato tutte le osservazioni delle parti interessate e gli Stati membri avranno espresso il loro parere, la decisione definitiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Sono quattro le principali novità che emergono dalla comunicazione della Commissione Ue, rimarcando, che, tuttavia, potranno ancora essere modificate sulla base delle osservazioni documentate delle parti interessate:

– un leggero adeguamento al ribasso delle aliquote del dazio compensativo proposte basato sulle osservazioni documentate in merito alle misure provvisorie ricevute dalle parti interessate e sulla conclusione delle fasi dell’inchiesta che non erano ancora state completate nella fase provvisoria; in specie, per il produttore BYD l’aliquota è del 17,0% (dalla precedente 17,4%), per Geely del 19,3% (dal 19,9%), per SAIC del 36,3% (dal 37,6%).
Per tutta le altre società che hanno collaborato all’indagine l’aliquota prevista è del 21,3% (in rialzo rispetto al 20,8% comunicato in luglio), mentre per le società che non hanno collaborato l’aliquota è scesa al: 36,3% rispetto al precedente 37,6%.

– La decisione di concedere a Tesla, in quanto esportatore dalla Cina, un’aliquota individuale del dazio fissata al 9% in questa fase;
– la possibilità per diversi esportatori cinesi e per alcune joint venture con produttori dell’UE, che ancora non esportavano durante il periodo dell’inchiesta, di beneficiare dell’aliquota del dazio inferiore prevista per le società collegate che hanno collaborato;
– la decisione di non riscuotere in maniera retroattiva i dazi compensativi.

La decisione è stata adottata previo esame, da parte della Commissione, di tutte le osservazioni ricevute dalle parti interessate in merito al regolamento che istituisce misure provvisorie, ma le parti interessate hanno ancora la possibilità di chiedere di essere sentite quanto prima dai servizi della Commissione e di presentare osservazioni entro 10 giorni.

Trascorso questo tempo e dopo aver tenuto conto delle osservazioni giunte dalle parti interessate, la Commissione presenterà la decisione definitiva agli Stati membri, che voteranno secondo la procedura d’esame prevista dalle norme di comitatologia (proposta della Commissione adottata a meno che non vi sia una maggioranza qualificata contraria) e a quel punto la votazione avrà effetto vincolante.

Dal momento che le procedure Ue prevedono che un’inchiesta di questo tipo debba concludersi entro 13 mesi dall’avvio, la data limite per la pubblicazione del regolamento esecutivo con le conclusioni definitive dell’inchiesta dovrebbe essere il prossimo 30 ottobre e, a quel punto le eventuali misure istituite resteranno in vigore per 5 anni, prorogabili su richiesta motivata e successivo riesame.
Staremo a vedere le prossime evoluzioni.

Foto di Markus Distelrath da Pixabay

 

 

 

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