Tavolo Automotive: annunciata la rimodulazione del piano incentivi

Gli obiettivi sono il sostegno alla filiera, all’occupazione, alla transizione energetica, al rinnovo del parco auto circolante, senza contare l’adeguato supporto alla capacità di spesa delle famiglie. Ma non dovranno essere dimenticate adeguate misure di politica industriale.

Luci ed ombre, stato dell’arte e prospettive, analisi e proiezioni a medio e a lungo termine, accanto ad un significativo ascolto di quanto emerge dalla base dei vari portatori di interesse del settore automotive.

È quanto emerso ieri a Palazzo Piacentini, a Roma, nel corso dei lavori della riunione plenaria del Tavolo Automotive, convocato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e presieduto dallo stesso ministro insieme al viceministro Valentino Valentini e ai sottosegretari Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci.
Presenti, naturalmente, anche i rappresentati dei produttori auto, delle organizzazioni sindacali e datoriali della filiera, delle Regioni e dell’ANFIA.

In primo luogo sono state tracciate le prime valutazioni sui risultati ottenuti in pochissimo tempo dal Piano Ecobonus. In questo senso, se da un lato i primi dati sono incoraggianti dal punto di vista dell’accompagnamento verso la transizione energetica nella mobilità, da quello del rinnovo del parco circolante (particolarmente vetusto nel nostro Paese), senza contare il supporto all’acquisto, soprattutto per le fasce meno abbienti; dall’altro, hanno rimarcato dal ministero: “non è corrisposto però un incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani”, il quinto, quest’ultimo, fra i target previsti dal Piano.

È proprio a partire da questa considerazione che è stata annunciata la volontà di rimodulare il Piano incentivi per i prossimi anni spostando il focus sull’offerta e puntando su una programmazione pluriennale delle risorse per favorire, da un lato, le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti e, dall’altro, gli acquisti da parte delle famiglie.

La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità – ha affermato il Ministro Urso – La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa”.

Inoltre, è stato rimarcato l’impegno del Governo ad introdurre un meccanismo in grado di privilegiare le produzioni locali, anche dal punto di vista della componentistica e non solo dell’assemblaggio al fine di garantire la sostenibilità della filiera nazionale ed europea.

Nel corso dei lavori del Tavolo Automotive sono stati socializzati i dati sulle prenotazioni degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti a partire dalle significative risorse messe a disposizione per le auto elettriche, rapidamente esaurite a poche ore dall’aperture della piattaforma ecobonus lo scorso 3 giugno e che hanno portato a oltre 25.000 prenotazioni.

Di queste, hanno detto dal Tavolo: l’83% ha previsto una contestuale rottamazione, di cui il 42% modelli fino a Euro 3 con conseguenze positive sullo svecchiamento del parco circolante. Non solo, il 77% delle risorse prenotate riguarda le persone fisiche (72% nel caso delle auto elettriche) e 1/4 delle risorse prenotate è relativo a persone con ISEE inferiore a 30.000 euro.

Nello specifico, in merito alle auto elettriche, il 41% delle prenotazioni inserite da persone fisiche interessa persone a basso ISEE, per un valore pari al 49% delle risorse disponibili.

Sul fronte delle risorse ancora disponibili, il fondo automotive può contare ancora su una dotazione di 750 milioni per il 2025 e di un miliardo annuo dal 2026 al 2030. Si avvierà, infine, nel mese di settembre la definizione del nuovo schema di incentivazione della domanda e dell’offerta della filiera, che terrà conto delle indicazioni delle altre Amministrazioni coinvolte (PCM, MEF, MIT, MASE) e delle proposte avanzate dai principali stakeholder presenti al Tavolo.

Se quanto fatto fin ora per sostenere la domanda ha portato a risultati apprezzabili, secondo Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA, intervenuto al Tavolo Automotive: “È giunto il momento di dedicare almeno altrettanta attenzione alle politiche di sostegno all’offerta, quindi alle politiche industriali per accompagnare nella transizione energetica l’intera filiera produttiva automotive, che non è formata soltanto da Costruttori e componentisti, ma anche da comparti come le società di engineering e gli allestitori di veicoli commerciali e industriali, che vantano un alto grado di competenze e specializzazione. A tutti dobbiamo offrire soluzioni e nuove opportunità di business.

La nostra – ha chiosato – è l’unica filiera a cui è richiesta, a livello europeo, un’impegnativa e obbligatoria transizione energetica entro tempi più brevi rispetto ad altri settori.

Nel frattempo, però, ha ricordato, nuovi investitori stranieri si affacciano nel nostro Paese mettendo in allarme la tenuta della filiera di fornitura locale: “già disponibile e in molti casi all’avanguardia tecnologica” e che si gioverebbe più di politiche di valorizzazione delle sinergie che di semplice attrazione.

Così come, non va dimenticato l’impegno ad accrescere le produzioni auto nazionali e a: “non abbandonare le attività strategiche di ricerca e innovazione sul territorio e a rafforzare e non ‘sciogliere’ i rapporti con la filiera italiana della fornitura”, perché: “Le nostre associate – sia le piccole che le medie aziende e le multinazionali – vivono una situazione sempre più insostenibile. Non devono venire discriminate a parità di competitività rispetto ad offerte provenienti da Paesi ultra-low cost”.

Foto di copertina: Un momento dell’incontro
Fonte: Ministero delle Imprese e del Made in Italy

 

 

Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *