Il mercato auto europeo chiude il 2014 in positivo
Buone le performance dei Paesi UE, ma all’Italia ancora manca un piano serio di rilancio.
Il mercato auto europeo (EU28+EFTA) chiude l’anno con un +5,4% rispetto al 2013, superando la soglia dei 13 milioni di veicoli venduti.
Complessivamente quasi tutti i Paesi hanno recuperato sul mercato, tranne Belgio, Svizzera, Paesi Bassi e Austria, grazie al mese di dicembre la cui crescita è stata del 4,9% e 997.238 unità immatricolate (882.353 nel dicembre 2013).
“Certamente si rilevano segnali incoraggianti dalla ancora timida tendenza di crescita di alcuni mercati di volume, che deriva prevalentemente da un quadro economico ancora sostanzialmente stagnante e dal quale ormai è urgente uscire rapidamente – ha affermato Romano Valente, Direttore Generale dell’UNRAE – In altri Paesi, invece, si rilevano i benefici dati ai rispettivi mercati dalla stabilità economica e da politiche sulle emissioni (Gran Bretagna) e di rilancio dei consumi (Spagna). Va, quindi, rimarcato quanto, in particolare, il mercato italiano abbia bisogno di misure strutturali di riduzione del carico fiscale su imprese e famiglie, di facilitazione all’accesso al credito e di recupero dell’occupazione, in particolare quella giovanile”.
Germania
Con una crescita del 2,9%, la Germania risulta il mercato n. 1, registrando 3.036.773 immatricolazioni rispetto alle 2.952.431 dello scorso anno. L’ultimo record fu segnato nel 2006 quando – senza incentivi – si riuscirono a vendere 3,5 milioni vetture.
Dicembre tedesco positivo con 229.700 immatricolazioni, il 6,7% in più rispetto a quanto registrato lo scorso anno (215.320 unità), con una quota di acquisti da parte dei privati che scende al 36,2% del totale, rispetto al 37,9% del 2013.
Si prevede un 2015 in ripresa con il mercato sostanzialmente stabile rispetto al 2014, segnato una leggera crescita dell’1,3% a 3.090.000 immatricolazioni di autovetture, per raggiungere i 3.210.000 acquisti di autovetture nel 2019.
Gran Bretagna
Con la 34ma crescita consecutiva a dicembre, il mercato britannico ha segnato il risultato più alto ottenuto dal 2004 a oggi, con 2.476.435 auto immatricolate e una crescita del 9,3% rispetto alle 2.264.737 del 2013.
Positivi tutti i canali di vendita:stessa quota di mercato per privati e noleggio (47,6%), che rispettivamente crescono del 9,8% e dell’8,7% con 1.179.499 e 1.178.416 unità. Incremento del 12%, anche per le società che registrano 118.520 immatricolazioni e una quota del 4,8%. Per quanto riguarda l’alimentazione sono aumentate le immatricolazioni di vetture diesel (+10%) che registrano una quota del 50,1%, la benzina (+7,2%) con una quota del 47,8%, e quelle a basso impatto ambientale (+58,1%), raggiungendo una quota del 2,1% dall’1,4% del 2013. Anche nel 2015 si prevedono immatricolazioni in crescita dell’1,5% a quasi 2.510.000 unità, ma in calo per il 2016 a 2.440.000 autovetture.
Francia
Anche a causa delle modifiche della tassazione avvenute a fine 2013, incluso l’aumento dell’IVA al 20% e del sistema bonus-malus relativamente alle emissioni di CO2, il mercato francese ha chiuso con un timido +0,3% e 1.795.885 nuove immatricolazioni. Tuttavia, si prevede un 2015 in crescita del 3% rispetto al 2014 grazie alle condizioni economiche maggiormente favorevoli e alle disponibilità di prodotto.
Negativo il mese di dicembre che ha registrato un calo del 6,8% rispetto allo stesso mese del 2013 archiviando 163.354 immatricolazioni, a causa del canale dei privati, che infatti, subisce un calo del 13,7%, parzialmente compensato dalla crescita delle società, che aumentano del 2,8% e del noleggio (+14,6% rispetto allo scorso anno).
Spagna
Continua il successo degli incentivi del Plan PIVE, grazie al quale il mrecato spagnolo ha registrato una crescita del 18,4% e 855.308 autovetture immatricolate rispetto alle 722.689 registrate nello scorso anno. Il +21,4% registrato a dicembre rappresenta il sedicesimo segno positivo consecutivo nel mercato spagnolo.
Generando fiducia nei consumatori, il Plan PIVE, dopo 7 anni di crisi, ha permesso lo svecchiamento del parco auto e quindi maggior sicurezza per gli automobilisti e rispetto per l’ambiente.
Tutti i canali risultano positivi, in particolare i privati con un incremento del 21,3% dovuto alle 483.767 immatricolazioni, le società con +13,8% e 216.233 unità, mentre il noleggio, con 155.308 immatricolazioni, cresce del 16,1%. Per il mercato del 2015 le Associazioni di categoria spagnole prevedono un’ulteriore crescita rispetto al 2014, stimando un volume vicino al milione di unità.
Italia
Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono state vendute 1.359.616 autovetture con una crescita del 4,2% sulle 1.304.648 dello scorso anno. Il mese di dicembre si è chiuso con un incremento del 2,4% e 91.518 autovetture immatricolate e rispetto alle 89.415 di dicembre 2013.
L’aumento è dovuto solo al segmento del noleggio (+13,6% e 264.252 unità a dicembre) e +19,3% nel 2014. Il canale dei privati, infatti, registra vendite ancora troppo basse con uno stagnante +2,3% e 854.618 immatricolazioni.
In leggera crescita le vendite a società (3,4%), che si fermano ad un 18,4% di quota sul totale.
I numeri restano ancora troppo modesti per risolvere la crisi del mercato auto italiano, causata da timori per il futuro, calo generale dei consumi, politica fiscale opprimente e forte selettività del credito.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: parco auto vecchio, poco sicuro e per niente ecologico.
“Rispetto al 2013 abbiamo registrato un +4,2%, ma rispetto al 2012, che tutti considerano un anno orribile, abbiamo perso ancora un -2,9%. È per questo che bisogna pesare e contestualizzare un dato che sembrerebbe positivo, ma non lo è. – ha spiegato Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto – È un dato che inquieta e siamo convinti che se il Governo non darà attenzione al nostro settore, alle nostre proposte, come ad esempio l’Iva agevolata per i privati, il 2015 bisserà il 2014 attestandosi attorno a 1.400.000. Torneremmo così al 2012 in un loop negativo che da soli non possiamo spezzare“.
Si spera che il Governo prenda in considerazione le richieste delle associazioni di categoria e metta in atto un piano serio di rilancio.
In ogni caso, se il 2015 si manterrà sugli stessi quantitativi, per l’Italia sarà già un miracolo!