Mercato auto Italia: bene a giugno, +15,2% e nel primo semestre + 5,3%
La spinta dell’ecobonus ha fatto crescere le immatricolazioni a 160.046 unità al sesto mese dell’anno, ma da ora occorrono strategie a lungo termine per non perdere i benefici e spingere sulla transizione energetica nella mobilità.
Torna a respirare il mercato auto nazionale che nel mese di giugno, complice l’impulso degli ecoincentivi, ha chiuso il mese con un incremento del 15,02% rispetto a giugno 2023.
Lo ha reso noto ieri il Ministero dei Trasporti che ha diramato in una Nota i dati del mese appena concluso: 160.046 autovetture immatricolate a fronte delle 139.150 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente; 420.804 trasferimenti di proprietà a fronte di 417.251 passaggi registrati a giugno 2023, con un aumento dello 0,85% ed, infine, un volume globale delle vendite mensili, pari a 580.850 che ha interessato per il 27,55% vetture nuove e per il 72,45% vetture usate.
Anche il consuntivo del primo semestre 2024 dà una boccata d’ossigeno al mercato auto nazionale: il periodo gennaio-giugno ha chiuso con 886.386 immatricolazioni; una crescita del 5,3% rispetto all’analogo periodo del 2023 allorquando erano state immatricolate 841.573 unità.
“Con l’apertura della piattaforma per la prenotazione degli incentivi il 3 giugno scorso – ha affermato Michele Crisci, Presidente UNRAE nella nota dell’Associazione a commento dei dati – il mercato ha avuto una buona accelerazione. Purtroppo, essendo questi terminati in sole nove ore, moltissimi acquirenti interessati non hanno potuto usufruirne”.
“Lo stanziamento di poco più di 200 milioni del fondo per la fascia 0-20 g/Km di CO2 si è dimostrato insufficiente per coprire tutte le richieste dei clienti, una situazione che si riflette oggi sulle acquisizioni di nuovi ordini, sostanzialmente in stallo. Pertanto, ci aspettiamo che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo, al fine di favorire la transizione energetica e ridurre il perdurante gap con i mercati più evoluti”.
“L’impatto dei nuovi incentivi sul mercato – gli ha fatto eco Roberto Vavassori, Presidente ANFIA – deriva sia dall’effetto attesa creatosi negli scorsi mesi – si pensi, in particolare, alla forte frenata, da gennaio scorso, delle immatricolazioni di auto ricaricabili – sia dalla maggiore attrattività economica e inclusività nei confronti di tutte le categorie di acquirenti delle formule di incentivazione rinnovate rispetto al passato. Ci auguriamo che l’andamento delle vendite possa mantenersi positivo anche nei prossimi mesi, così da controbilanciare la fisiologica riduzione dei volumi tipica dei mesi estivi, e che possa contribuire, soprattutto, ad una crescente diffusione delle nuove tecnologie green e una più rapida sostituzione dei vecchi veicoli in circolazione”.
Per il vertice di UNRAE la ricetta per non perdere l’accelerazione impressa al mercato è semplice: “È urgente che il Governo indichi quanto prima quale direzione vuole percorrere per favorire il percorso di transizione, sia per il necessario e attuale rifinanziamento del fondo, sia sulla strategia da seguire nei prossimi 2-3 anni”.
Senza dimenticare che, cosa che dall’Associazione nazionale dei rappresentanti autoveicoli esteri ormai ripetono da tempo, un ulteriore impulso alla transizione energetica nella mobilità arriverebbe dall’augurata revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali, agendo sulla detraibilità dell’IVA e sulla deducibilità dei costi, da parametrare alle emissioni di CO2, oltre alla riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni, percorso realizzabile attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale.
“UNRAE auspica – ribadisce il presidente Crisci – che vengano convocati al più presto i tavoli interministeriali dedicati alla fiscalità, al fine di rivedere il regime tributario delle vetture aziendali”.
Della necessità di un dialogo costante con gli organismi preposti al fine di addivenire ad una strategia più organica per affrontare non solo il mercato auto, ma anche tutto quello che gli ruota intorno, ha parlato anche il Presidente ANFIA nella nota di commento ai dati di giugno.
“Ora che si avviano alla conclusione i lavori del Tavolo Sviluppo Automotive al MIMIT – ha dichiarato Vavassori – dedichiamo la massima attenzione alla definizione delle priorità di intervento sui temi dell’incremento della produzione locale, della competitività produttiva, dell’attrazione di investimenti produttivi e nuove tecnologie sul territorio e della riconversione delle competenze e sviluppo occupazionale”.
In gioco non è solo una questione di numeri e di auto vendute, perché nonostante il risultato mensile è positivo, soprattutto se confrontato con lo scorso anno, non va dimenticato che un raffronto più concreto andrebbe fatto con il 2019, l’ultimo anno prima della pandemia e dei suoi effetti sul mercato auto e, in questo caso, la fotografia è meno lusinghiera di quanto si possa pensare.
Anche le prospettive future non sono così rosee. Da un’inchiesta congiunturale sul mercato dell’automobile condotta dal Centro Studi Promotor sul finire del mese scorso emerge che: “per il 53% dei concessionari il livello degli ordini è basso, mentre l’affluenza di visitatori nelle show room è bassa per il 56% e che per il 31% degli interpellati il mercato nei prossimi mesi è atteso in calo”.
Secondo Gian Primo Quagliano, Presidente CRP: “È del tutto evidente, che il mercato dell’auto in questa fase deve fare i conti con due esigenze. La prima è sfruttare correttamente la leva degli incentivi e la seconda è adottare misure strutturali per il rilancio della domanda. Non è infatti ulteriormente tollerabile che le immatricolazioni si mantengano su livelli inferiori di 1/5 rispetto al 2019 con la conseguenza di non assicurare la normale sostituzione del parco circolante che continua infatti ad invecchiare con conseguenze pesanti sia sull’ambiente che, soprattutto, sulla sicurezza della circolazione”.
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