6 milioni di auto da rottamare in Cina

Varate dal Governo drastiche misure anti-inquinamento

smog

La Cina è uno dei Paesi più inquinati al mondo, dove lo sviluppo incontrollato degli ultimi anni, che lo ha reso la prima potenza economica mondiale, ha causato una drammatica crescita di malattie legate alla pessima qualità dell’aria.
Normativa ambientale praticamente inesistente, aziende senza regole, riscaldamento da fonti tradizionali e auto in continua crescita hanno reso l’aria cinese irrespirabile.
La Repubblica Popolare, che come gli USA non ha mai firmato il Protocollo di Kyoto, ha però finalmente preso coscienza della tragicità della situazione, tanto che ha confermato la presenza sul suo territorio di veri e propri “villaggi del cancro“, dove l’incidenza dei tumori è elevatissima proprio a causa dell’inquinamento.
Per la prima volta il Governo riconosce il problema.
Negli ultimi anni, il rilascio di sostanze chimiche, tossiche e pericolose, – dichiarato il Ministro della Protezione Ambientale cinese in un documento che racchiude un piano quinquennale per combattere il problema inquinamento – ha causato parecchi disastri ambientali e l’interruzione delle forniture di acqua potabile, portando a gravi danni alla salute e problemi sociali come i villaggi del cancro”.
Numerose le misure per risolvere il problema.
Dall’utilizzo dei droni, velivoli senza pilota che irroreranno nei cieli delle città alcune sostanze anti-inquinamento alla chiusura dei barbecue ambulanti.
La più recente, e probabilmente la più efficace, è un’iniziativa che coinvolgerà ben sei milioni di auto entro la fine del 2014 e che prevede di demolire i modelli costruiti prima del 2005 che avranno emissioni di CO2 al chilometro superiori ad una determinata cifra, ancora da stabilire.
A Pechino, le auto da rottamare sono 330.000 e nella Provincia dello Hebei, ai confini con la capitale, colpita pesantemente dalle nuove normative anti-inquinamento, dovrà togliere dalle strade ben 660.000 vetture.
A Pechino i gas di scarico delle vetture sono responsabili del 31% dell’aumento delle particelle PM 2.5, mentre il carbone sarebbe responsabile per il 22,4%.
L’obiettivo per la capitale, quindi, è arrivare a un tetto massimo di sei milioni di veicoli immatricolati su strada entro il 2017 e nelle grandi città è previsto anche un piano di controllo dei distributori che saranno obbligati a vendere solo carburante “pulito”.
Per la prima volta il Governo cinese prende atto del problema, ed è un segnale positivo poiché come afferma anche come l’attivista Ma Junil riconoscimento dell’esistenza dei problemi è il primo passo e il presupposto per iniziare davvero a risolverli”.

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© China Foto Press / Getty Images.

A gennaio fece il giro del mondo la foto di un maxi schermo a Led in piazza Tienanmen, a Pechino, che riproduce un tramonto che altrimenti sarebbe impossibile vedere a causa della fitta cappa di smog che avvolge la capitale cinese. 

Sembra sia una delle tanta bufale che popolano il web: si tratta di un comune schermo pubblicitario che in quel momento stava proiettando lo spot per una campagna promozionale della Provincia dello Shandong.
Tuttavia, la realtà non è poi così lontana. A Pechino poter ammirare un’alba o un tramonto è davvero difficile, se non impossibile.

 


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