Auto a fine vita: risultati inequivocabili, ma c’è ancora molto lavoro da fare
Nel corso dell’International Automobile Recycling Congress (IARC), svoltosi tra il 19 e il 21 marzo a Bruxelles, organizzato da ICM AG, azienda svizzera specializzata nell’organizzazione di conferenze nel campo del riciclo dei materiali, si è fatto il punto sulla situazione del settore del riciclo delle auto giunte a fine vita.
La Conferenza internazionale alla sua XIV edizione ha fatto incontrare tutti gli attori legati in qualche modo alla filiera dell’ELV: produttori d’auto, commercianti di rottami metallici e plastici, riciclatori, operatori nel campo della triturazione e decisori politici di tutto il mondo.
Durante i tre giorni dell’appuntamento annuale si è fatto il punto sulla situazione del settore con approfondimenti sulle nuove tecnologie, lo stato del mercato e la normativa di riferimento, per il quale sono stati coinvolti a vario titolo, delegati dell’industria, autorità e mondo accademico.
Le tematiche della tre giorni della Conferenza si sono concentrate su:
– migliori tecnologie di riciclo disponibili;
– Direttiva europea sui veicoli fuori uso verso il 2015;
– come chiudere il circuito del riciclo;
– e-mobility; influenza su demolizione e riciclaggio;
– capacità di riciclo delle nuove tecnologie emergenti;
– nuovi strumenti finanziari per rafforzare ritiro e riciclo;
– economia verde circolare ed efficienza delle risorse;
– riciclo pneumatici;
– impatto economico della ridotta disponibilità di carrozzerie per imprese di frantumazione;
– effetto dei bassi cosi dei materiali grezzi duraturi sul riciclo ELV;
– automobili di prossima generazione;
– aggiornamento legislativo e regolamentare.
Gli interventi nelle varie sessioni hanno coperto buona parte delle problematiche legate al riciclo delle auto a fine vita e hanno consentito di conoscere i diversi punti di vista, seppur in contrasto, dei diversi interlocutori appartenenti a diversi ambiti.
Nel giorno di apertura (19 marzo) sono state interessanti le osservazioni del prof. Duan Weng della Tsinghua University di Pechino sul problema dello sviluppo in Cina del modello di economia circolare.
“Negli ultimi 30 anni, la Cina ha raggiunto una crescita economica fenomenale – ha osservato Weng – ma l’ultima crescita del PIL si avvicina all’8% dello scorso anno e potrebbe essere descritto come una contraddizione tra sviluppo economico e mancanza di risorse. La Cina produce più di 22 milioni di automobili ogni anno, mentre 2 milioni circa vengono buttate via (il numero sta aumentando rapidamente). Il dato più eclatante, però – ha aggiunto – è che l’intera industria del riciclo della Cina rappresenta l’1% del PIL”.
Il secondo giorno (20 marzo) Mikhail Khaimov, Vicepresidente del MAIREC, ente tedesco che ricicla metalli preziosi, nel suo intervento ha spiegato i problemi legati al riciclo dei metalli preziosi provenienti da materiali composti del settore automobilistico.
“Circa 250 tonnellate di platino e 300 tonnellate di palladio vengono consumate ogni anno, soprattutto per l’industria automobilistica ma solo circa il 20% di questi metalli viene recuperato – ha osservato Khaimov – Pari a 9 miliardi di platino e 5 miliardi di palladio, che non vengono recuperati o recuperati, ma con metodi illegali e non ecologici”.
“È necessario un rapido cambiamento – ha concluso Khaimov – perché il 95% di un’auto deve essere recuperato in meno di un anno e l’85% deve essere riciclato”.
Nella stessa giornata Artemis Hatzi-Hull, della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea, ha espresso i risultati della Direttiva europea 2000/53/EC sugli ELV: “La nostra conclusione generale è che la direttiva ha dato molti risultati positivi, 3 paesi hanno raggiunto gli obiettivi di riciclo, mentre 25 paesi hanno raggiunto risultati di riciclo per il riutilizzo. L’obiettivo del 95% è a portata di mano”.
Questa dichiarazione è stata accolta, però, con un certo scetticismo da Beate Kummer, dell’omonima Agenzia di comunicazione ambientale tedesca, che è intervenuta subito dopo, sottolineando come “Le quote di esportazione dei veicoli a fine vita sono notevoli, tanto che la Germania esporta oltre l’80% dei veicoli usati”.
Le conclusioni che si possono trarre da questa Conferenza sono che la Direttiva europea sugli ELV ha avuto i suoi effetti positivi negli anni, ma c’è ancora molta strada da fare per risolvere una lunga serie di problematiche che riguardano tutti i settori coinvolti nel complesso percorso che va dalla produzione fino al recupero e al riciclo.
Purtroppo, in Italia sono ancora tante le notizie che riportano di traffici illeciti di rottami metallici, così come di raccolta abusiva…