PIANO D’AZIONE VERDE PER LE PMI, OBIETTIVO EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ
Arrivano le risposte della consultazione pubblica.
La Commissione Europea ha divulgato in data 18 marzo una rassegna dei contributi ricevuti in risposta ad una consultazione pubblica sul Piano d’azione verde per le piccole e medie imprese (PMI) che la Commissione adotterà a breve.
Questa consultazione è stata condotta allo scopo di dare alla Commissione un riscontro da parte delle PMI su ciò che è più utile per loro al fine di definire le azioni volte a promuovere un uso efficiente delle risorse per e tra le PMI da inserirsi nell’imminente Piano d’azione verde. In effetti, come risulta dall’indagine Eurobarometro 2013 su “PMI, uso efficiente delle risorse e mercati verdi”, le PMI europee stanno diventando più efficienti per quanto concerne l’uso delle risorse e contribuiscono alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Il Piano d’azione verde presenta le azioni per le PMI proposte a livello europeo allo scopo di sviluppare l’enorme potenziale rappresentato dai miglioramenti in termini di efficienza delle risorse, in termini di guadagni di produttività, competitività e opportunità imprenditoriali per le PMI. Data l’urgenza dell’UE di favorire una trasformazione in chiave green delle imprese, il Piano d’azione verde si propone di sfruttare le opportunità verdi, migliorando la produttività e riducendo i costi delle PMI europee attraverso l’efficienza delle risorse, sostenendo l’imprenditorialità verde e sfruttando e sviluppando la leadership europea nei processi e nelle tecnologie verdi.
I risultati della consultazione sono stati pubblicati alla vigilia della discussione, in seno al Consiglio europeo del 20-21 marzo, del Piano della Commissione (“Per un rinascimento industriale europeo”) al fine di accrescere il contributo che l’industria europea reca al PIL dell’UE innalzandolo dall’attuale livello del 15% a quello del 20% entro il 2020.
Cerchiamo di legger meglio i risultati della consultazione a partire dal Comunicato emesso dalla Commissione.
Dalla consultazione è emerso che ¾ dei contributi sono arrivati da PMI (73,15%), mentre Amministrazioni pubbliche a livello nazionale e regionale hanno pesato per circa l’8,57% ed il restante 11,43% ha assommato i contributi di Istituti di ricerca, sindacato e ONG soprattutto per il settore ambientale nonché tutto un ventaglio di Agenzie, Organizzazioni e gruppi di consulenza a sostegno delle imprese.
Sul cosa chiedono le imprese i risultati della consultazione hanno fatto emergere che i servizi più efficaci nell’aiutare le PMI a diventare più efficienti in materia di risorse sono:
sostegno per il trasferimento di tecnologie e know how (57,15%);
maggiori consulenze per un uso efficiente delle risorse (55,43%);
azioni di sensibilizzazione (53,71%)
Tuttavia i servizi offerti più spesso sono quelli di sensibilizzazione (60%), seguiti dalle consulenze sulle possibilità di reperimento di finanziamenti e sulla preparazione di proposte di finanziamento (45,14%) nonché dal sostegno al trasferimento di tecnologie e know how (43,43%).
Appare, quindi, palese che esiste un gap tra i servizi disponibili e ciò che le PMI ritengono più adatto per le loro esigenze.
Fra gli strumenti individuati dagli attori della consultazione, la Rete Enterprise Europe (REE) sembra essere quella che maggiormente riscuote il plauso in qualità di carattere strumentale di intermediazione; i rispondenti hanno stimato che la stessa Rete può contribuire all’aiuto alle PMI nel raggiungere l’efficienza nell’uso delle risorse attraverso: eventi specifici di intermediazione a promozione dell’accoglimento delle tecnologie verdi (71,3%) e, su un piano di parità con un 70,38% delle risposte, facendo dell’efficienza nell’uso delle risorse e dell’ecoinnovazione tematiche trasversali degli eventi di intermediazione B2B (business to business) e C2C (cluster to cluster) nonché sviluppando una collaborazione strategica in tema di efficienza nell’uso delle risorse tra la Rete e altri partner fondamentali.
Qualche perplessità emerge dalle PMI per ciò che concerne i costi degli investimenti per un uso efficiente delle risorse; infatti, in precedenza il succitato Flash Eurobarometro 2013 aveva riscontrato che su 10.000 PMI consultate il 42% riteneva che le loro azioni volte ad accrescere l’uso efficiente delle risorse avessero fatto calare i costi di produzione, il 21% ha affermato che i costi di produzione erano aumentati e il 25% aveva sostenuto che le loro azioni per un uso più efficiente delle risorse non avevano avuto nessun impatto sui costi di produzione.
Tuttavia, va detto che la maggior parte delle PMI che hanno risposto alla consultazione pubblica non ha tentato di stimare il costo d’investimento per migliorare la loro efficienza nell’uso delle risorse poiché: non ci hanno mai pensato (35,43%) o perché era troppo complicato (30,29%), mentre un altro 21,14% ha segnalato di averlo fatto per proprio conto e soltanto l’8,57% ha dichiarato di avere ricevuto aiuto da esperti.
In termini di efficacia degli interventi nazionali e regionali a sostegno delle PMI per stimare i costi degli investimenti nell’efficienza delle risorse, quelli ritenuti più efficaci sono i servizi di orientamento e consulenza (45,72%). Gli ostacoli più importanti per ottenere finanziamenti per effettuare investimenti nell’efficienza delle risorse sono costituiti dal fatto che tali investimenti sono ritenuti troppo di lungo periodo per essere finanziariamente validi (72%) (per il 35,43% dei 175 rispondenti questo è un ostacolo estremamente importante, mentre per il 36,57% è alquanto importante) e che il ritorno sull’investimento non è sufficientemente elevato (65,85%). Le organizzazioni imprenditoriali identificano un’altra importante barriera, vale a dire il fatto che gli erogatori di finanziamenti non hanno familiarità con gli investimenti nell’efficienza delle risorse (78,26%).
Tuttavia, la Commissione ritiene che le risultanze di questa consultazione pubblica vadano analizzate nella prospettiva più ampia dell’Eurobarometro 2013 da cui chiaramente risulta che la maggior parte delle PMI è soddisfatta del ritorno sugli investimenti effettuati per un uso efficiente delle risorse (68%) e il 12% ha addirittura affermato di essere “molto soddisfatta”.
Per superare gli ostacoli che si frappongono agli investimenti nell’uso efficiente delle risorse, i rispondenti alla consultazione pubblica dichiarano che le misure più efficaci sono linee di finanziamento specifiche per progetti di efficienza delle risorse (76%) e strumenti volti a ridurre il rischio di tali progetti (70,29%).
In questo contesto le amministrazioni nazionali e regionali ribadiscono la necessità di un migliore coordinamento e della condivisione di esperienze tra gli Stati membri per quanto concerne i diversi tipi di sistemi di finanziamento piuttosto che la messa a punto di nuovi sistemi.
Fra le potenzialità di maggiori risparmi di risorse lungo la catena del valore, ovvero, quegli “anelli” della catena in cui si ritiene prioritario un sostegno all’efficienza nell’uso delle risorse, le PMI hanno individuato 3 filoni principali:
gestione dei rifiuti (89,15%)
operazioni di produzione (86,86%)
riciclaggio (86,28%).
I più importanti volani dell’efficienza nell’uso delle risorse lungo le catene di valore sarebbero le grandi imprese (90,86%), seguite dalle PMI (88,57%) e dagli intermediari terzi che offrono servizi (70,28%). Tuttavia, il punto di vista delle organizzazioni imprenditoriali è alquanto diverso poiché queste vedono nelle PMI (93,48%) un volano più importanti delle grandi imprese. Ovviamente i centri tecnologici sono ritenuti gli intermediari più importanti in questo ambito (78,86%).
Fra le strategie volte ad una maggior penetrazione nel mercato di prodotti e servizi verdi, il ruolo dei marchi di qualità ecologica è ritenuto piuttosto importante (74,86%); solo il 20% non lo ritiene tale. Taluni chiedono l’integrazione dell’uso efficiente delle risorse negli attuali marchi di qualità ecologica e nei sistemi di certificazione per facilitare la vita ai consumatori e accrescere la loro fiducia.
Per quanto concerne le strategie locali e regionali volte a mobilitare tutti gli attori interessati ai fini di un uso più efficiente delle risorse e di un’economia a basse emissioni di carbonio nella regione, il 40% dei rispondenti dichiara di essere a conoscenza di simili iniziative mentre il 33,14% ne è all’oscuro. Tra coloro che sono a conoscenza di tali iniziative il 72,86% ritiene che le strategie politiche locali e regionali siano efficaci per promuovere la creazione e le imprese sul piano locale.
Facendo emergere un sostanziale favore all’economia circolare o alla simbiosi industriale le risposte della consultazione incoraggiano la Commissione a sostenere la condivisione delle conoscenze e la cooperazione commerciale tra le PMI al fine di valorizzare le potenzialità di questi modelli imprenditoriali verdi.
Le organizzazioni interessate agli aspetti ecologici citano le informazioni a carattere non finanziario in tema di ambiente quale altro modo di cui dispongono le imprese per dimostrare il loro impegno verde e citano quali esempi la gestione del ciclo di vita (LCA), l’ecodesign, l’impronta ambientale e la responsabilità estesa del produttore (EPR), oltre a ribadire il ruolo importante dei consumatori in tale contesto. Esse propugnano l’adozione dello strumento unionale di verifica delle tecnologie ambientali (ETV – Environmental Technology Verification) in tutta Europa.
Alcuni rispondenti menzionano gli appalti verdi pubblici e privati quale strumento per promuovere un’economia più verde e ribadiscono anche il ruolo delle norme ambientali elevate introdotte per via regolamentare al fine di stimolare l’innovazione verde.
Le azioni di sostegno più efficaci per aiutare le PMI a promuovere i loro prodotti e/o servizi verdi sui mercati globali risultano essere, per l’84% delle risposte, il sostegno agli interventi preliminari all’ingresso nel mercato (ricerca e analisi del mercato, pianificazione finanziaria, ricerca del personale, comprensione della cultura imprenditoriale locale, individuazione di sedi adatte).
Tra le azioni ritenute meno efficaci vi sono:
i portali informativi online per le PMI dell’UE (34,29%),
la messa a disposizione temporanea di locali nel mercato interessato (28,57%),
la partecipazione a fiere internazionali (28%).
Per quanto concerne gli erogatori di servizi più efficaci ai fini dell’internazionalizzazione di prodotti o servizi verdi, le organizzazioni imprenditoriali e i cluster sono chiaramente in posizione di punta con rispettivamente 78,86% e 73,15% dei consensi.
Ci auguriamo che tali suggerimenti – di carattere eminentemente pratico come dovrebbe essere lo stile di un imprenditore serio – siano accolti dal Legislatore europeo e soprattutto messi in pratica dai Paesi membri, perché troppo spesso si assiste ad una dissociazione fra input ed obiettivi da Bruxelles e la realtà quotidiana che ogni impresa tocca con mano.