Auto connesse: mobilità smart e problemi di cybersicurezza
Le auto connesse al momento consentono solo il parcheggio facilitato e forniscono un limitato sostegno alla guida, ma ben presto, potrebbero diventare autonome, evitando incidenti e risolvendo problemi di traffico, questa allettante promessa deve però fare i conti con la cybersicurezza.
Le auto proprio come il resto della nostra vita stanno diventando sempre più “connesse”. Collegamenti bluetooth e wi-fi, cloud e app a non finire sono solo una parte del complesso universo nel quale ci muoviamo ogni giorno. Le premesse fanno intravedere che tale connessione sarà sempre più ampia e coinvolgerà anche i veicoli su cui viaggiamo.
Al momento, smartphone, pc e tablet vari sono i nostri ganci preferenziali con la rete, ma ben presto, dovremo fare i conti anche con le smart car, auto intelligenti e connesse che saranno dotate di strumenti in grado di fare tutto, o quasi, da sole. Ci sono già in circolazione auto che presentano sistemi automatizzati parziali: per parcheggiare o per frenare in caso di emergenza, ma il futuro ci prospetta veicoli ai quali dovremo solo comunicare la destinazione e poi, metterci comodi.
Ma possiamo davvero stare comodamente seduti in un mezzo che per muoversi fa riferimento a sensori, che è connesso a sistemi di navigazione, cartelli stradali, semafori, ecc. via wi-fi o bluetooth, cioè tutte possibili strade percorribili da hacker interessati, nel migliore delle ipotesi, a rubare dati sensibili?
Attualmente, il settore automobilistico si sta già indirizzando verso auto multimediali e connesse, sempre più autonome, anche nella guida. Nel 2019, veicoli di questo tipo erano solo il 17,4% del parco auto europeo, ma si prevede che nel 2025 questa percentuale possa rimpinguarsi notevolmente, raggiungendo addirittura il 70%.
In Italia, c’è un certo interesse per le auto connesse, specie per le possibilità offerte dalla guida autonoma, quali, assistenza al parcheggio e alla guida.
Un veicolo completamente autonomo rappresenta un traguardo ambizioso per il futuro e porterebbe molti vantaggi sia per la sicurezza stradale sia per pedoni e conducenti. Ma già, quando ancora siamo in fase di progetto, si profilano timori concreti riguardo alla sicurezza e in particolare, ci si interroga su come affrontare gli attacchi hacker, quando le auto connesse saranno una realtà circolante e ci saranno validi interessi economici per spingere a furti informatici e altri cyber crimini.
Le paure principali dei consumatori riguardano: la possibile perdita di controllo del veicolo, attacchi hacker mirati a gestire l’auto o a rubare informazioni di varia natura, o ancora, l’uso improprio da parte delle aziende di dati sensibili.
Le case automobilistiche per correre ai ripari stanno immettendo processi di cybersecurity in tutte le fasi di produzione e al contempo, si concentrano su sistemi efficaci per monitorare i mezzi quando saranno messi in circolazione.
L’UNECE (Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite) ha sollecitato la “messa in sicurezza”, emanando degli standard che le auto connesse di nuova omologazione dovranno rispettare. I regolamenti, di portata internazionale, riguardano anche l’Europa e obbligano i costruttori di veicoli a garantire, tra le altre cose, anche la sicurezza informatica e gli aggiornamenti software nei veicoli, prima di metterli in circolazione sulle strade.
Ma come funzionano le auto connesse?
Per poter guidare in modo autonomo, questi veicoli di nuova generazione devono letteralmente essere in grado di “vedere” e “sentire” quanto sta attorno a loro, proprio come il loro omologo umano e contemporaneamente, prendere decisioni sul da farsi.
Per fare questo hanno bisogno di varie tecnologie hardware che consentano loro di recepire dati dall’ambiente circostante, come LiDAR (Light Detection And Ranging), la tecnologia che serve a misurare la distanza da un oggetto, tramite un’illuminazione effettuata con un fascio di impulsi laser; camere che riconoscono gli oggetti vicini al veicolo.
Queste particolari tecnologie insieme a sensori, radar e sonar convogliano informazioni e dati che poi vengono elaborati, consentendo al veicolo di capire dove si trova e come può muoversi. Ovviamente, il veicolo dispone anche di un Sistema Satellitare Globale di Navigazione (GNSS) che valuta costantemente la posizione su una mappa precaricata.
Al momento, in circolazione ci sono veicoli che dispongono di funzionalità di guida assistita: valutano i cambiamenti sulla strada, danno avvisi e, in caso di pericolo, a volte, intervengono addirittura per scongiurare possibili incidenti. Se tale tecnologia arriverà al punto di sviluppare auto connesse con guida completamente autonoma, si prospettano minori collisioni, che al momento sono dovute in gran parte a errori umani.
Le auto connesse hanno molti vantaggi di uso, ma già si profilano i rischi che potrebbero comportare questi veicoli del futuro, principalmente legati alla loro capacità di connettersi. Infatti, qualunque dispositivo collegato alla rete è a rischio, specie se il collegamento è wireless.
I rischi individuati sono di quattro tipi:
– safety, cioè l’attacco a elementi indispensabili per la guida, come freni, sterzo, acceleratore;
– di operatività, legati a funzioni come: navigatore, radio o condizionatore;
di privacy, all’interno dell’auto sono presenti informazioni personali e dati privati, che ad esempio, rivelano infrazioni; dati di geolocalizzazione con orario e percorso degli spostamenti; la rubrica personale; la lista di chiamate fatte e ricevute. Inoltre, altri dati sensibili potrebbero essere carpiti attraverso le varie telecamere e i microfoni interni al veicolo;
– finanziario ed economico, in caso di furto dell’auto oppure in caso di furto di mezzi di pagamento memorizzati all’interno dell’auto.
Per garantire un futuro alle auto connesse è quindi necessario che costruttori ed esperti di cybersecurity lavorino fianco a fianco, per consentire l’uso di queste preziose tecnologie, in totale sicurezza.
È evidente che, nei prossimi anni, la gestione della cybersecurity sarà un aspetto determinante tra i criteri di scelta messi in atto al momento di acquistare un’auto.
di Anna Rita Rossi