Riduzione della domanda di petrolio: le proposte dell’IEA
L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha proposto un Piano in 10 punti per conseguire una riduzione della domanda di petrolio durante l’emergenza in atto, ma occorre guardare anche al futuro.
La crisi energetica innescata dalla guerra russo ucraina ha reso ancora più evidente, se ancora ci fosse bisogno di ulteriori dimostrazioni, di come la dipendenza dei Paesi dai combustibili fossili e ancor più come la fluttuazione del prezzo del petrolio sino fattori di forte criticità per le economie locali e per l’economia globale in generale.
Tuttavia, i governi dei Paesi avanzati e i singoli cittadini possono operare con oculatezza a partire da azioni pratiche che possono determinare riduzioni significative della domanda di petrolio nel giro di pochi mesi allontanando lo spettro di una grave crisi dell’offerta.
È questo il senso della recente analisi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia: “A 10-Point Plan to Cut Oil Use” che sintetizza in 10 punti un Piano ambizioso di azioni di emergenza il quale, se fosse attuato, porterebbe ad una significativa riduzione del “dolore” dei prezzi percepito dai consumatori di tutto il mondo; non solo limiterebbe i danni economici dell’emergenza, ridurrebbe i ricavi dagli idrocarburi della Russia e aiuterebbe a spostare la domanda di petrolio verso un percorso più sostenibile.
In pratica, se le misure consigliate dall’IEA fossero messe in pratica su larga scala, si abbasserebbe la domanda di petrolio di 2,7 milioni di barili al giorno entro quattro mesi; una quantità equivalente alla domanda di petrolio di tutte le auto in Cina.
L’effetto positivo sarebbe ancora più forte se tali misure fossero adottate anche dalle cosiddette economie emergenti.
Ma non solo, quello che stiamo vivendo non deve farci dimenticare che la domanda petrolifera globale dovrebbe comunque diminuire in futuro se si vuole proseguire coerentemente verso la decarbonizzazione di qui ai prossimi 30 anni; ragion per cui il Rapporto dell’IEA include anche diverse raccomandazioni per le decisioni che dovranno essere prese da governi e cittadini non solo a breve, sotto lo stimolo della crisi, ma soprattutto a medio e lungo termine in vista, appunto, degli obiettivi di cui sopra.
In questo senso, fra gli strumenti indicati per ridurre la domanda di petrolio nei prossimi anni e conseguire al contempo la riduzione delle emissioni climalteranti, l’IEA ricorda: l’accelerazione nell’adozione di veicoli elettrici, l’aumento degli standard di risparmio di carburante, l’aumento delle forniture di combustibili alternativi, aumentare l’implementazione della diffusione della pompa di calore e un minor produzione/utilizzo/consumo di plastica.
L’IEA ricorda che la maggior parte della domanda di petrolio proviene dal settore dei trasporti e non a caso il Piano in 10 punti proposto dall’Agenzia Internazionale dell’Energia si concentra sulle modalità di riduzione dei consumi di petrolio nello spostamento di merci e persone, attingendo a misure concrete che sono già state utilizzate in una vasta gamma di paesi e città, come, ad esempio:
– riduzione dei limiti di velocità;
– smartworking;
– limitazione occasionale all’accesso delle auto nei centri urbani;
– trasporti pubblici più economici;
– implementazione di car sharing e carpooling;
– maggior efficienza dei trasporti su rotaia;
– riduzione dei viaggi aerei facendo ricorso alle opportunità di incontri virtuali.
“Come risultato della terribile aggressione della Russia contro l’Ucraina, il mondo potrebbe benissimo affrontare il più grande shock petrolifero degli ultimi decenni, con enormi implicazioni per le nostre economie e società”, ha affermato il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol, in sede di presentazione del Rapporto lo scorso 18 marzo.
“I paesi membri dell’IEA sono già intervenuti per sostenere l’economia globale con un rilascio iniziale di milioni di barili di scorte petrolifere di emergenza, ma possiamo anche agire su richiesta per evitare il rischio di una crisi petrolifera paralizzante – ha proseguito – Il nostro piano in 10 punti mostra che ciò può essere fatto attraverso misure che sono già state testate e provate in più Paesi”.
“La Francia e tutti i Paesi europei devono uscire quanto prima dalla loro dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dai combustibili fossili russi”, gli ha fatto eco Barbara Pompili, Ministro per la Transizione Ecologica della Francia, che attualmente ricopre la Presidenza dell’Unione Europea n ha affermato il ministro Pompili. “È una necessità assoluta, per il clima ma anche per la nostra sovranità energetica. Il piano proposto oggi dall’IEA offre alcuni spunti interessanti, alcuni dei quali in linea con le nostre stesse idee per ridurre la nostra dipendenza dal petrolio”.
L’IEA ricorda che i Paesi occidentali e le economie avanzate in genere rappresentano quasi la metà della domanda mondiale di petrolio e molti di tali Paesi, proprio in quanto membri dell’IEA, sono tenuti a disporre di piani di contenimento della domanda di petrolio pronti come parte delle misure di risposta alle emergenze.
Ad una situazione eccezionale dovrebbe corrispondere una risposta eccezionale, tanto più che la maggior parte delle azioni proposte nel Piano in 10 punti richiede notevoli cambiamenti nel comportamento dei consumatori, cambiamenti che dovrebbero essere supportati da misure governative; tuttavia, come e se queste azioni vengono attuate dipende dalle circostanze di ciascun paese, in termini di mercati energetici, infrastrutture di trasporto, dinamiche sociali e politiche e altri aspetti.
Ovviamente l’IEA s’è detta pronta a supportare tutti i Paesi nella progettazione e ottimizzazione delle misure per soddisfare le rispettive circostanze. I regolamenti e i mandati del governo si sono rivelati molto efficaci per attuare con successo queste misure in vari paesi e città, insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione del pubblico.
Anche perché la riduzione della domanda di petrolio non dipende esclusivamente dai governi nazionali o da scelte territoriali e locali; sono i singoli cittadini che possono fare la differenza decidendo di adottare comportamenti responsabili che, in più determinano un risparmio in termini di spesa e dimostrano un certo grado di solidarietà con il popolo ucraino.
Di seguito le 10 azioni proposte dall’IEA e gli impatti conseguenti considerando che questi sono a breve termine e riflettono l’attuazione nelle economie avanzate ove fattibile e culturalmente accettabile (unità di misura: kb/g corrispondente a mille barili di petrolio al giorno).
1 – Ridurre i limiti di velocità sulle autostrade di almeno 10 Km/h
Impatto: consente di risparmiare circa 290 kb/g di consumo di petrolio dalle auto e altri 140 kb/g dai camion.
2 – Lavorare da casa fino a tre giorni alla settimana ove possibile
Impatto: un giorno alla settimana fa risparmiare circa 170 kb/g; tre giorni risparmiano circa 500 kb/g.
3 – Domeniche senza auto nelle città
Impatto: ogni domenica si risparmiano circa 380 kb/g; una domenica al mese si risparmiano 95 kb/g.
4 – Rendere più economico l’uso dei trasporti pubblici e incentivare la micromobilità, gli spostamenti a piedi e in bicicletta
Impatto: risparmio di circa 330 kb/g.
5 – Accesso alternativo con auto private alle strade delle grandi città
Impatto: risparmio di circa 210 kb/g.
6 – Aumentare il car sharing e adottare pratiche per ridurre il consumo di carburante
Impatto: risparmio di circa 470 kb/g.
7 – Promuovere una guida efficiente per i camion merci e la consegna delle merci
Impatto: risparmio di circa 320 kb/g.
8- Utilizzo dei treni notturni e ad alta velocità invece degli aerei, ove possibile
Impatto: risparmio di circa 40 kb/g.
9 – Evitare i viaggi aerei per questioni di lavoro laddove esistano opzioni alternative
Impatto: risparmio di circa 260 kb/g.
10 – Rafforzare l’adozione di veicoli elettrici e più efficienti
Impatto: risparmio di circa 100 kb/g
Fonte: IEA