Batterie: dal Parlamento Ue chiesto maggior impegno su ambiente, riciclo e responsabilità dei produttori
A questo punto le nuove regole dovranno essere accettate dai governi europei prima della finalizzazione della normativa, però sulla decisione pesano gli importanti obiettivi di riciclaggio e le regole sui controlli di due diligence.
Nella Sessione plenaria di mercoledì 9 marzo il Parlamento Europeo ha accolto favorevolmente la relazione che la Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENV1) aveva adottato in febbraio, relativamente alle norme proposte per disciplinare l’intero ciclo di vita delle batterie.
L’atto legislativo, a questo punto, costituisce la posizione negoziale del PE con i governi dell’Ue sulla forma definitiva della legislazione il cui iter, ricordiamo, è iniziato nel dicembre 2020 allorquando la Commissione Europea aveva presentato una proposta di regolamento sulle batterie e sui rifiuti di batterie che, in linea con il Green Deal europeo, con il Piano d’Azione per l’economia circolare e con la nuova Strategia industriale dell’Ue, mira a rafforzare il funzionamento del mercato interno, promuovendo l’economia circolare e riducendo l’impatto ambientale e sociale delle batterie per l’intero ciclo di vita.
“Per la prima volta nella legislazione europea – ha affermato la relatrice Simona Bonafé (gruppo S&D) – il regolamento sulle batterie stabilisce un insieme olistico di regole per governare un intero ciclo di vita del prodotto, dalla fase di progettazione allo smaltimento. Questo crea un nuovo approccio che promuove la circolarità delle batterie e introduce nuovi standard di sostenibilità che dovrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie. Le batterie sono una tecnologia chiave per promuovere la mobilità sostenibile e per lo stoccaggio di energia rinnovabile. Per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e attrarre investimenti, i co-legislatori dovrebbero adottare rapidamente regole e scadenze chiare e ambiziose”.
I deputati europei hanno appoggiato la revisione dell’attuale legislazione tenendo conto degli sviluppi tecnologici e hanno chiesto, quindi, requisiti più risoluti sulla sostenibilità, il rendimento e l’etichettatura, compresa l’introduzione di una nuova categoria di batterie per “mezzi di trasporto leggeri (Light Means of Transport – LMT)”, come scooter elettrici e biciclette, e criteri che chiariscano la carbon footprint.
Non solo, entro il 2024, le batterie portatili degli apparecchi, come gli smartphone, e le batterie per i LMT dovranno essere progettate in modo che i consumatori e gli operatori indipendenti possano rimuoverle facilmente e in sicurezza.
Inoltre, l’industria dovrebbe garantire che la catena produttiva delle batterie rispetti pienamente i diritti umani e gli obblighi di due diligence riconosciuti a livello internazionale lungo l’intera catena del valore, affrontando così i rischi relativi all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio delle materie prime, che spesso sono concentrati in uno o pochi Paesi.
Su quest’ultimo punto, così come sugli standard a tutela dell’ambiente, si sono pronunciati Transport & Environment e Amnesty International preoccupati del fatto che le nuove regole dovranno essere approvate dai governi dell’Ue che però vogliono ritardare l’introduzione degli impegnativi obiettivi di riciclaggio introdotti che ricordiamo essere:
– per le batterie portatili del 70% entro il 2025 (rispetto alla proposta originale della Commissione del 65%; e dell’80% entro il 2030 (invece del 70%);
– per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri, 75% entro il 2025 e 85% entro il 2030;
– mentre tutti i rifiuti di batterie per autoveicoli, veicoli industriali ed elettrici dovranno essere raccolti, così come livelli minimi di cobalto, piombo, litio e nichel recuperati dai rifiuti per il riutilizzo in nuove batterie.
“Le batterie che sostituiscono la combustione del petrolio dovranno essere prodotte con energia verde, realizzata con metalli provenienti da fonti responsabili e completamente riciclata al termine del loro ciclo di vita”, ha dichiarato Alex Keynes, responsabile dei veicoli puliti presso Transport & Environment. “Le fabbriche di batterie in Europa sono state allestite oggi, quindi, eventuali ritardi negli obiettivi di riciclaggio e controlli sui materiali di provenienza responsabile sono indifendibili”.
Nel commentare l’approvazione da parte del PE, Richard Kent, ricercatore sui diritti umani e la transizione energetica presso il Segretariato di Amnesty International, ha rimarcato: “Questo è un passo incoraggiante nella giusta direzione da parte del Parlamento europeo. Le batterie sono fondamentali per la transizione energetica e garantire che siano libere da abusi dei diritti umani e danni ambientali deve essere una priorità assoluta per i legislatori nell’UE. Il rispetto dei diritti e dei mezzi di sussistenza delle comunità indigene e in prima linea deve essere rispettato a tutti i costi. Avere severi requisiti di due diligence sull’estrazione e la lavorazione dei metalli chiave delle batterie può aiutare a salvaguardare questi diritti e costituirà un forte precedente per la regolamentazione altrove”.
Le due Associazioni hanno invitato i ministri dell’Ambiente dell’UE a ritirare tutte le proposte per ritardare i controlli di due diligence e gli obiettivi di riciclaggio nel corso del prossimo incontro sul tema che avverrà dopo la metà di marzo in vista della auspicabile finalizzazione della norma definitiva entro la fine di giugno.