Veicoli fuori uso e obiettivi Ue: dall’AIRA un invito al MITE per prevenire procedure di infrazione
Sullo sfondo il gap con gli obiettivi europei del 95% di recupero dei veicoli fuori uso e l’irrisolta problematica del car fluff.
In data 23 febbraio l’AIRA – Associazione Industriali Riciclatori Auto ha inviato una nota al Ministero della Transizione Ecologica chiedendo un intervento del Governo per condividere una soluzione al problema rappresentato dal gap italiano nei confronti dell’obiettivo europeo di recupero totale dei veicoli fuori uso fissato al 95%.
Tale obiettivo, che ricordiamo essere contenuto nella Direttiva 2000/53/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio relativamente ai veicoli fuori uso e recepito in Italia con il D. Lgs. n. 209/2003, finora non è ancora stato raggiunto a differenza di quello dell’85% di reimpiego e riciclaggio e, pertanto, si potrebbe temere l’avvio di una apposita procedura di infrazione che, in caso di condanna, ricadrebbe economicamente sulle tasche dei cittadini.
Il mancato raggiungimento di questo obiettivo-target, secondo l’AIRA è da ricercarsi in un “problema strutturale presente nell’attuale modello di governance di questa categoria di rifiuti” così come nel rischio rappresentato dall’eventuale introduzione di più ambiziosi obiettivi ambientali in fase di revisione della Direttiva da parte della Commissione europea.
“Il Mite – ha dichiarato il Presidente AIRA, Stefano Leoni nel sottolineare l’importanza di non lasciar correre questa opportunità – sta elaborando un programma nazionale di gestione dei rifiuti, nel quale si dichiara che tra le sue finalità vi è anche quella di risolvere o prevenire procedure di infrazione nei confronti dell’Italia”.
“Sarebbe un grave errore non cogliere simili opportunità, che consentirebbero di procedere in tempi brevi a risolvere tali problemi. Pertanto, abbiamo chiesto al Mite di aprire un tavolo di lavoro con tutte associazioni della filiera per definire proposte e soluzioni da introdurre nella riformulazione della disciplina europea”.
Nel ricordare che da tempo sono stati individuati e segnalati al Governo diversi motivi che non consentono al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi europei l’AIRA ha lamentato che a tali segnalazioni si è riscontrata una “scarsa capacità di azione… Le circolari e le iniziative finora adottate non solo non hanno risolto il problema, ma per certi versi l’hanno addirittura aggravato. Urge quindi riprendere l’iniziativa e condividere soluzioni agendo sulle cause e coinvolgendo tutta la filiera degli operatori. Confidiamo sulle forti intenzioni europeiste di questo Governo affinché siano assunte in piena responsabilità le azioni necessarie per uscire da quello stallo e avviare decisamente il settore verso l’economia circolare”.
A questo proposito giova ricordare che in occasione dell’ultima edizione del Rapporto “L’Italia del Riciclo 2021” a cura di Fise Unicircular e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è stata stata fatta, nel Rapporto, apposita menzione di alcuni aspetti problematici nella filiera del fine vita dei veicoli fra cui: crescita dell’esportazione di veicoli, carenze strutturali, scarso livello qualitativo del materiale in ingresso nei centri di demolizione, senza contare la più volte citata cannibalizzazione dei pezzi di ricambio che continua a compromettere la sostenibilità economica dei professionisti del fine vita dei veicoli o appunto, l’annosa ed irrisolta questione della destinazione finale del car fluff.
Sul carl fluff, in specie, l’AIRA ha avvertito che: “si tratta di circa 400.000 tonnellate annue che se passa la proposta della Commissione europea di ampliare il campo di applicazione della direttiva, potrebbe aumentare fino al 50%.
In altri termini, se non interveniamo tempestivamente, l’Italia in futuro si troverebbe in maggiori difficoltà”.