Il futuro della mobilità e del settore automotive è sempre più green, smart e connesso
Un recente studio della società di consulenza Deloitte delinea le sfide e le strategie cui saranno chiamati a rispondere i principali attori del settore, mentre anche in Italia cresce la sensibilità verso le opportunità delle auto elettriche e ibride e verso nuovi modelli di mobilità.
Gli italiani sono sempre più intrigati dalle auto elettriche e ibride in funzione di una maggior sensibilità verso la riduzione dell’impatto ambientale; non solo, cresce la disponibilità alla condivisione dei dati personali se questo influisce positivamente sulla riduzione del traffico stradale e al miglioramento della mobilità e ancora, sempre sul tema della nuove tecnologie di condivisione, cresce l’interesse verso l’utilizzo di applicazioni multimodali per trovare nuove soluzioni di mobilità.
Sono gli aspetti principali che emergono dallo studio: “The Future of Mobility – Ripensare i modelli passati per guidare la mobilità del futuro” realizzato da Deloitte, fra le principali società di consulenza a livello globale.
Lo studio muove le mosse dalla necessità di analizzare i mutamenti in atto nel settore automotive illustrando, al contempo, le sfide e le strategie per il futuro cui saranno chiamati a rispondere tutti gli attori della filiera, dai produttori ai consumatori; il tutto a partire dall’osservazione ed interpretazione dell’andamento dei maggiori settori di interesse: connettività, auto a guida autonoma, elettrificazione e servizi.
Lo scenario che emerge è quello di una profonda e continua evoluzione spinta da un lato, dal moltiplicarsi di nuove auto sempre più green ed allo stesso tempo sempre più dotate di tecnologie innovative in merito ad automazione e connettività; dall’altro, da una mutata percezione dei consumatori (soprattutto nelle grandi città), nei confronti della mobilità tradizionale cui si vanno a sostituire sempre più spesso servizi di trasporto multimodali e flessibili.
Le nuove abitudini e preferenze dei consumatori stanno portando a profonde trasformazioni nel settore automotive: da una parte il delinearsi di una nuova mobilità del futuro, guidata da auto più ecologiche, dotate di livelli crescenti di automazione e connettività, dall’altro il cambiamento del ruolo e del concetto stesso di auto privata e la comparsa di un ecosistema di servizi di trasporto più flessibili e personalizzati.
Senza contare il maggior ricorso a servizi di car sharing e la preferenza verso veicoli a zero o basse emissioni per dare una mano all’ambiente e al portafoglio.
In questo contesto, affermano gli analisti di Deloitte, la sfida per i produttori è rappresentata dalle rispettive capacità di ripensare in chiave strategica le singole logiche competitive e i relativi modelli di business con l’obiettivo di conquistare posizioni emergenti nel mercato dell’elettrico sempre più in crescita e rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori e al dettato normativo.
D’altro canto, dal punto di vista dell’evoluzione tecnologica, l’auto del futuro appare sempre meno impattante dal punto di vista delle emissioni, sempre più smart, connessa, digitale: un “organismo” complesso in grado di ottimizzare le performance, monitorare i consumi in tempo reale e fare interventi di manutenzione predittiva.
Come si traduce tutto questo nel nostro Paese?
Dallo studio emerge che il 69% del campione di italiani intervistati loro preferirebbe un veicolo elettrici o ibrido rispetto a uno tradizionale, contro il 51% di Germania; il 52% di Francia e il 65% della Spagna, se sui guarda ai maggior mercati automobilistici dell’UE.
Non solo, la maggior parte del campione italiano che si è espressa favorevolmente verso un veicolo green (63%), è spinta dal desiderio di ridurre il proprio impatto ambientale; più della metà (55%) è mossa dai vantaggi economici derivanti dai minori costi di alimentazione e solo il 31% per i minori costi di manutenzione del veicolo.
Le opportunità offerte dalle tecnologie di connessione e condivisione sono ugualmente guardate con maggior interesse; il 63% del campione italiano è favorevole a condividere i proprio dati per conseguire un miglioramento della viabilità stradale e il 62% per ridurre i consumi e i costi di manutenzione.
E se per i produttori tecnologie all’avanguardia e digitalizzazione saranno essenziali per vincere la sfida della concorrenza, possono stare tranquilli sui rispettivi investimenti dal momento che lo studio evidenzia pure che 6 italiani su 10 sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo fino a un valore massimo di 400 € per usufruire di servizi di infotainment, ma anche per avere sistemi digitali per prenotare e pagare un parcheggio (56%), ottenere aggiornamenti software (54%) o beneficiare di offerte promozionali per servizi e prodotti connessi all’itinerario percorso (44%).
Ma l’auto del futuro non sarà l’unico mezzo a disposizione per la mobilità: già ora, secondo gli analisti di Deloitte, la metà degli intervistati si è dichiarata intenzionata ad utilizzare app multimodali capaci di offrire diverse soluzioni di mobilità per lo stesso viaggio (es. car-sharing, bike-sharing, scooter-sharing, ecc.).
In questo quadro, ha spiegato Giorgio Barbieri, Automotive Leader di Deloitte: “Il valore dell’auto, così, può essere ripensato anche rispetto alla tradizionale concezione di bene di consumo durevole. È per questo che si sente parlare sempre più spesso di “Servitization”, ovvero quel macro-trend con cui assistiamo allo spostamento del focus dalla tradizionale vendita di auto all’offerta di un ecosistema di servizi altamente flessibili e personalizzati”.
Il futuro dell’automotive, dunque, si presenta, pur con tante incognite, molto più green, tecnologico e maggiormente attivo dal punto di vista della capacità di offrire servizi personalizzati: un futuro, la cui evoluzione è già in atto e non mancherà di coinvolgere non solo produttori e consumatori, ma anche tutti gli altri anelli della catena.