Veicoli commerciali: a novembre, in Ue ancora un calo delle immatricolazioni
Con un risultato del -14,7% su novembre 2020 è il quinto calo mensile consecutivo. Il segmento dei furgoni è quello che ha subìto la contrazione maggiore.
Novembre 2021 ha segnato ancora un calo nelle immatricolazioni dei veicoli commerciali in area UE proseguendo la serie negativa che si protraeva dai quattro mesi precedenti.
Il dato è stato diffuso prima dalla chiusura delle attività per le festività natalizie dall’ACEA in data 23 dicembre e i numeri parlano chiaro: -14,7% che rappresentano 142.480 veicoli contro i 167.001 immatricolati in Ue nel 2020; una differenza di 24.521 unità che mancano all’appello.
Il risultato, ha spiegato l’Associazione europea dei produttori di autoveicoli, è frutto di una pesante diminuzione avvenuta nel segmento dei veicoli commerciali leggeri che rappresentano oltre l’80% delle vendite totali di veicoli commerciali nell’Unione Europea.
Salvo poche eccezioni e comunque tutte su mercati caratterizzati da volumi piuttosto limitati, la maggior parte dei Paesi europei ha registrato delle perdite, decisamente più marcate nei principali mercati: con la Spagna maglia nera (-30,4%), seguita dalla Germania (-22,1%), mentre Italia e Francia, seppur sempre in zona negativa, hanno contenuto il risultato, rispettivamente, -15% e -12,2%.
Nel complesso degli 11 mesi 2021 la crescita delle immatricolazioni nel settore è stata evidente: +11,5% (ma sempre considerando la bassa base di confronto con il 2020), con tutti i mercati che hanno registrato positività anche a due cifre.
Fra i maggiori si segnalano le performance del Bel Paese che ha spuntato una crescita del +17,6%, superando i consuntivi di Francia (+9,4%), Germania (+1,3%) e Spagna (+0,6%), queste ultime, tra l’altro, in calo rispetto ai mesi precedenti.
Ma vediamo i risultati per singoli segmenti.
Nuovi veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 tonnellate
Come anticipato all’inizio di questo articolo, il mese di novembre ha visto diminuire fortemente il numero delle immatricolazioni di furgoni in Ue: -16,6% (pari a 116.119 unità contro le precedenti 139.167 di novembre 2020), una dinamica che ha seguito la nota crisi dei semiconduttori che continua a rallentare la produzione.
Solo Cipro, Estonia, Grecia, Lituania, Polonia e Slovenia hanno registrato aumenti nelle vendite, mentre altrove campeggia ovunque il segno negativo, con particolare virulenza nel maggiori mercati dell’area: Spagna (-33%), Germania (-24,7%); Italia (-16,2%), Francia (-12,1%).
La situazione si ribalta, ovviamente, su base annuale dove, dall’inizio dell’anno le immatricolazioni dei veicoli commerciali leggeri ha seguito l’aumento dell’intero settore rispetto al 2020: +10,8% che rappresenta un aumento di 139.872 unità.
Fra i major market Italia e Francia hanno registrato crescite significative (rispettivamente del +17,1% e del +9,7%), mentre Germania e Spagna hanno registrato una sostanziale stabilità rispetto al 2020 (rispettivamente, +0,4% e -0,4%).
Nuovi veicoli commerciali pesanti di 16 tonnellate e oltre
In territorio negativo, ma con risultati meno marcati rispetto ai furgoni, il segmento degli autocarri pesanti ha chiuso il mese di novembre col -3,5% (appena 718 unità in meno rispetto a novembre 2020 in area Ue).
A trascinare il risultato in zona rossa, malgrado le performance positive di tanti Paesi dell’Europa centrale e settentrionale, sono stati i numeri registrati nei quattro maggiori mercati: Spagna, – 18,8%; Francia, -13%; Germania, -11,3%; e Italia, -9,7%.
Viceversa in consuntivo degli 11 mesi dello scorso anno ha visto aumentare le immatricolazioni di autocarri pesanti un area Ue, +21% che corrisponde a 219.595 unità (+38.064 rispetto al periodo gennaio-novembre 2020).
Solo la Grecia ha registrato una diminuzione mentre tutti i mercati Ue hanno evidenziato aumenti anche a tre cifre (Lettonia).
Fra i mercati che tradizionalmente registrano i maggiori volumi ha primeggiato l’Italia (+25,5%) che ha decisamente staccato Spagna (+13,1%), Germania (+9,8%) e Francia (+5,9%); tuttavia è la Polonia che si conferma essere, ormai, il terzo mercato europeo per volumi dopo Germania e Francia.
Nuovi veicoli commerciali medi e pesanti oltre 3,5 tonnellate
Il mese di novembre 2021 ha visto contrarsi la domanda europea nel segmento del 6%, arrivando a 23.678 unità vendute (-1.516 unità). Come osservato nel segmento degli autocarri pesanti, sono stati i Paesi dell’Europa centrale (Polonia compresa) a registrare i guadagni maggiori; viceversa, i major market hanno subìto tutti decise contrazioni rispetto all’analogo mese dell’anno precedente: Spagna (-17,5%), Germania (-14,1%), Francia (-13,8%) e Italia (-8,5%).
Il consuntivo annuale del segmento ha visto una decisa crescita rispetto al primo anno di pandemia, +16,6% (pari a 264.031 unità immatricolate in totale) e, proprio la bassa base di confronto nei primi mesi dell’anno – spiegano da ACEA – ha consentito ai quattro maggiori mercati dell’area di rimanere in zona positiva con l’Italia in testa (+22,6%) a distaccare Spagna (+8,6%), Francia (+6,1%) e Germania (+4,8 %), queste ultime, tuttavia, hanno registrato volumi decisamente più alti.
Nuovi autobus e pullman medi e pesanti oltre 3,5 tonnellate
Unica eccezione fra i veicoli commerciali, il segmento dei mezzi dedicati al trasporto di persone pubblico/privato è stato quello che, all’undicesimo mese del 2021 ha registrato un leggero aumento delle vendite in area Ue: +1,6% (pari a 2.683 unità contro le 2.640 di novembre 2020).
Andamento poco omogeneo nei vari mercati dove alcune negatività si sono registrate accanto alle performance più che notevoli di Paesi come Danimarca, Irlanda e Slovacchia, mentre dei 4 mercati principali solo la Francia ha ridotto le immatricolazioni del -6,5% contro le crescite evidenziate in Italia (+14,4%), Spagna (+7,8%) e Germania (+5,1%).
Al termine del periodo gennaio-novembre le nuove immatricolazioni di autobus e pullman sono aumentate del +2,3% in area Ue (26.101 unità contro le 25.525 a consuntivo 2020).
Anche in questo caso la “fotografia” di ACEA mostra un andamento poco omogeneo nell’area di riferimento che si è ritrovato anche nei principali mercati dove Francia e Italia hanno registrato incrementi percentuali, rispettivamente del +10,6% e del +8,9%; mentre Spagna e Germania hanno subìto cali percentuali rispettivi del -6,3% e del -4,0%.