Obiettivi climatici e trasporti: occorre agire sul risparmio di carburante per i veicoli
Secondo l’ultima edizione del rapporto della Global Fuel Economy Initiative i progressi sul consumo medio di carburante sono migliorati di poco, se non aumentati, in alcuni mercati automobilistici come Ue e USA
Se l’obiettivo comune dei prossimi anni sarà quello di agire verso una sostanziale riduzione e progressiva eliminazione delle emissioni responsabili del cambiamento climatico, sono molteplici, ad esempio, le opzioni perseguibili nel settore dei trasporti e della mobilità in attesa del salto di qualità verso l’elettrificazione e l’utilizzo di idrogeno.
Una di queste, la più semplice, forse, passa attraverso una maggior efficienza dei motori al fine di conseguire una riduzione del consumo medio di carburante per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri.
Va da sé che il risparmio di carburante conseguito costituisce un indicatore chiave delle emissioni di gas serra ed inquinanti derivanti dall’uso delle automobili.
Tuttavia, secondo l’ultima edizione del rapporto della Global Fuel Economy Initiative (partnership tra l’International Energy Agency, UNEP – Programma ambientale delle Nazioni Unite, l’International Transport Forum dell’OCSE, l’International Council on Clean Transportation, l’Università della California-Davis e la Fondazione FIAGFEI) sulle vendite di veicoli leggeri, il consumo medio globale di carburante è migliorato molto lentamente o addirittura aumentato negli ultimi anni in alcuni dei principali mercati automobilistici come l’Unione Europea e gli Stati Uniti.
Va detto che il Rapporto GFEI, pubblicato ogni due anni, nasce con l’obiettivo di monitorare i progressi del risparmio di carburante nei nuovi veicoli leggeri in tutto il mondo al fine di fornire informazioni ai decisori politici sull’efficacia delle policy pertinenti in atto nella direzione delle migliorie del risparmio di carburante per essere in linea con le ambizioni climatiche. Il rapporto misura i progressi rispetto all’obiettivo della GFEI di dimezzare il consumo di carburante dei nuovi veicoli leggeri entro il 2030, rispetto al 2005.
Però, si legge scorrendo il Rapporto, il consumo medio nominale di carburante dei nuovi veicoli leggeri è diminuito solo dello 0,9% nel periodo 2017-2019 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati), a 7,1 litri di benzina equivalente per 100 Km (Lge/100 Km). Un calo molto inferiore alla riduzione media annuale dell’1,8% conseguita tra il 2010 e il 2015.
Guardando alle performance dei tre principali macro-mercati automobilistici mondiali: USA, Ue e Cina (che da soli rappresentano il 60% delle vendite globali di veicoli leggeri nel 2019, che hanno totalizzato 90 milioni di unità in calo del 7% dal 2017), il Rapporto della GFEI rimarca che, ad esempio, in Europa, tra il 2017 e il 2019, il consumo medio nominale di carburante è aumentato, a causa delle poco lungimiranti normative dell’Ue sulle emissioni di CO2 non hanno richiesto ulteriori miglioramenti fino al 2020 (anno in cui le emissioni nominali dei nuovi veicoli sono diminuite di oltre il 10% su base annua).
Negli USA il consumo medio di carburante dei nuovi veicoli leggeri è rimasto invariato tra il 2017 e il 2019, a seguito di un allentamento degli standard di risparmio di carburante.
In Cina, invece, il consumo medio di carburante è diminuito sulla scia degli standard di risparmio di carburante, così come nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo.
In questo quadro piuttosto sconfortante, sottolinea la IEA nel comunicato di presentazione del Rapporto: “raggiungere l’obiettivo della GFEI di dimezzare il consumo di carburante di nuove auto e furgoni entro il 2030 rispetto al 2005 richiederà quasi il triplo del ritmo medio annuo di miglioramento visto negli ultimi 15 anni”.
Le cause di tali risultati sono da ricercarsi, altresì nell’aumento della domanda di modelli SUV, che arrivano a consumare quasi un terzo in più di carburante rispetto a un’auto di medie dimensioni e nella lenta adozione di mezzi di trasporto alternativi più efficienti come le auto elettriche per compensare i veicoli più grandi.
Del resto l’importanza dei veicoli elettrici è sottolineata dal fatto che le emissioni di CO2 sono diminuite più rapidamente del risparmio di carburante tra il 2017 e il 2019 perché in questo torno di tempo la penetrazione del mercato degli EV è aumentata. Le emissioni medie globali di CO2 stimate nel 2019 sono state di 167 gCO2/Km, con una diminuzione dell’1,6% rispetto al 2017.
Non solo, dall’analisi effettuata dal gruppo di lavoro emerge che, praticamente, in tutti i Paesi nel 2019, i veicoli elettrici a batteria hanno avuto le emissioni più basse, seguiti dagli ibridi plug-in e dai veicoli elettrici a celle a combustibile a idrogeno. I veicoli ibridi hanno le emissioni “dal pozzo alla ruota” più basse rispetto i veicoli con motori endotermici (benzina, diesel o gas naturale). Entro il 2030, la differenza dovrebbe essere ancora più netta perché la produzione di elettricità e idrogeno diventa meno ad alta intensità di emissioni poiché le fonti a basse emissioni di carbonio sostituiscono sempre più i combustibili fossili.
Quali soluzioni adottare, dunque, per conseguire l’obiettivo GFEI 2030?
Gli estensori del Rapporto non hanno dubbi: occorre che i Paesi mettano in parallelo le norme sul risparmio di carburante con i loro impegni sul clima considerando poi che una inversione di tendenza sul consumo di carburante si potrà raggiungere non solo agendo sull’aumento delle quote di mercato di veicoli elettrici a basse o bassissime emissioni (considerando altresì la necessità di decarbonizzare la produzione di energia elettrica), ma anche sull’adozione globale di tecnologie ad alta efficienza nei motori a combustione interna.