APPROVATO IL CONTRIBUTO DI GESTIONE 2013

Dopo lunga diatriba, l’Autorità competente emana il Decreto di approvazione per l’anno in corso

tarassaco

È stato pubblicato in data 05/07/2013 dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareDirezione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche, il Decreto Direttoriale di approvazione del contributo per la gestione degli pneumatici fuori uso derivanti da demolizione dei veicoli a fine vita per l’anno 2013 (prot. n. 4371/tri/di/r – 3 luglio 2012).
Tale contributo, ai senso dell’articolo 7, comma 10 del regolamento, deve garantire la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici provenienti dai veicoli a fine vita, nonché delle spese relative alla gestione ed alla amministrazione del Comitato e del Fondo, il tutto nello spirito del “chi inquina paga”.
Detto decreto, uno degli strumenti che disciplina la gestione degli pneumatici fuori uso, è l’ultimo anello di una catena normativa che partendo dal Testo Unico Ambientale (D. Lgs. n. 152/2006), arriva al Regolamento per la gestione dei PFU (DM 11 aprile 2011), dopo aver definito ruoli e competenze del Comitato di gestione e dell’Autorità competente in materia, ovvero la stessa Direzione Generale per la tutela del territorio e della risorse idriche (è il Comitato ad individuare l’entità del contributo per la copertura dei costi di gestione dei PFU provenienti dalla filiera dei veicoli a fine vita e è l’Autorità che lo approva, ma è il Ministero stesso a definire i parametri tecnici per l’individuazione della diverse categorie di contributo per la copertura dei costi di raccolta e trattamento dei PFU, nonché delle spese relative alla gestione ed alla amministrazione del Comitato e del Fondo in cui è versato il contributo stesso riscosso dal rivenditore del veicolo all’atto della vendita).
Orbene, tali parametri sono stati licenziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il 20 gennaio 2012, mentre risale al 29 novembre 2012 la Nota del Comitato con la quale è stata comunicata l’entità del contributo per l’anno 2013.
Ma il 13 dicembre 2012 l’Autorità stessa ha richiesto il ricalcolo del contributo secondo un prospetto informatico elaborato appositamente, al quale, il Comitato, ha risposto, in data 20 dicembre 2012 allegando la documentazione giustificativa delle grandezze ivi esposte insieme alla copia della documentazione fornita dai produttori ed importatori di pneumatici e le loro forme associate per l’individuazione del contributo 2013.
Nel considerare le criticità evidenziate nel successivo incontro del 24 gennaio 2013 e le note del Comitato (8 marzo successivo con la quale si dichiara che il prospetto è stato compilato secondo le modalità indicate dall’Autorità ed 28 marzo con la quale il Comitato ha fornito il dettaglio delle singole voci di costo che concorrono alla determinazione del totale dei “Costi di amministrazione e gestione del Comitato e del Fondo” stimati per l’anno 2013”), l’Autorità, ha valutato che i costi predetti sono l’esito di stime previsionali sulle quali, pertanto, non è possibile procedere ad un dettagliato riscontro che può essere condotto soltanto ex post.
Tuttavia, nel ritenere che al fine del predetto riscontro sia necessario che il comitato invii all’Autorità entro il 30 ottobre del corrente anno il rendiconto economico dei proventi da contributo ambientale introitati nell’anno 2012, ed entro il 31 maggio di ogni successivo anno in rendiconto economico dell’anno precedente, e che sia necessario determinare il termine iniziale di efficacia del presente decreto per la riscossione del contributo da parte dei rivenditori dei veicoli, al fine di consentire agli stessi di predisporre gli adempimenti ed allo scopo di raggiungere l’obiettivo insito nel meccanismo del contributo ambientale, l’autorità ha decretato:

Art. 1 – Ai sensi dell’articolo 7, comma 5, del DM 11 aprile 2011, n. 82, è approvato il contributo per la gestione degli pneumatici fuori uso derivanti da demolizione dei veicoli a fine vita per l’anno 2013, secondo il prospetto seguente:

tabella pneumatici

Art. 2 – Il Comitato invia all’Autorità, entro il 30 ottobre 2013 il rendiconto economico della gestione dei proventi introitati nell’anno 2012 ed entro il 30 maggio di ogni successivo anno il rendiconto economico dell’anno precedente.

Art. 3 – Il presente decreto ha efficacia dal quindicesimo giorno dalla pubblicazione sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Art. 4 – Ai sensi dell’articolo 3 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, averso il presente decreto è ammesso il ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare o ricorso al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla medesima pubblicazione.

PARTE IL PRELIEVO NEL PIÙ GRANDE ACCUMULO DI PFU D’ITALIA.

Potrebbe riempire 80 piscine olimpioniche o coprire oltre 10 volte la distanza tra Roma e Milano l’accumulo di Pneumatici Fuori Uso di oltre 60.000 tonnellate ammassato da anni nel deposito della ex-Ecogomma nella Provincia di Pavia.
Una bomba ad orologeria per il rischio di incendio con conseguenze drammatiche per l’ambiente e per la sicurezza e la salute dei cittadini.
Da metà luglio, però, sono iniziate finalmente le prime operazioni di prelievo del primo lotto di 10.000 tonnellate, grazie a un accordo tra il Comune di Castelletto di Branduzzo (PV) ed Ecopneus, che nel 2012 aveva già concluso  altre 4 operazioni di prelievo straordinario (a Ferrara, Oristano, Olbia e Buccino in provincia di Salerno), coinvolgendo 9 aziende partner che con oltre 900 viaggi di automezzi hanno permesso di rimuovere complessivamente oltre 14.200 tonnellate di PFU.
Quest’anno, invece, i prelievi hanno coinvolto i Comuni di Aulla (MS) e Poviglio (RE) ed in via di completamento a Sassofeltrio (PU), per un totale di ulteriori 4.500 tonnellate.
Per quanto concerne la raccolta “ordinaria” nel 2012, invece sono state recuperate ben 240.000 tonnellate di PFU, per un valore economico complessivo delle attività pari a circa 80 milioni di Euro, di cui oltre 76 milioni di Euro distribuiti come valore economico all’indotto generato.
Un risultato superiore al target fissato dalla normativa – con un servizio di ritiro gratuito offerto ad oltre 30.000 punti di generazione dei PFU (gommisti, stazioni di servizio, officine) coprendo capillarmente tutto il territorio nazionale.
Grazie a una gestione efficace ed efficiente, è stata possibile una progressiva riduzione del contributo ambientale sui pneumatici nuovi che finanzia il sistema, passato per un pneumatico vettura dai 3,00 € ad avvio attività ai 2,50 € attuali, una riduzione di oltre il 17% a vantaggio dei consumatori.
Recuperare i PFU significa anche chiudere in modo virtuoso la filiera industriale e svilupparne di nuove, infatti la gomma recuperata viene utilizzata nella costruzione di pavimenti sportivi sicuri e con elevate performance, nella realizzazione di asfalto modificato, usato sulle strade in Val Venosta e a Caserta, ed infine per altri 180 prodotti raccolti nel primo catalogo italiano dei prodotti in gomma da PFU di oltre 40 aziende, suddivise in 4 macrocategorie e 46 tipologie di prodotto.

ALLO STUDIO PNEUMATICI ECOLOGICI CON GOMMA DERIVATA DAL TARASSACO

L’obiettivo di ogni produttore è realizzare  pneumatici con materie prime rinnovabili e solo con minime quantità di materiali fossili e i chimici della Continental sono già al lavoro da tempo e hanno iniziato a sostituire oli fossili con oli di semi di colza e il poliestere con il rayon, come rinforzo per la carcassa e la gomma sintetica e naturale con quella riciclata di vecchi pneumatici.  Anche il nerofumo di carbone può essere sostituito dalla silice, in modo che il 20% del peso del pneumatico possa essere sostituito da materiali naturali
Tuttavia, non tutti materiali rinnovabili sono adatti, poiché in molti casi, hanno un impatto negativo sulla frenata o sulla resistenza al rotolamento; per non parlare dell’utilizzo di porzioni di terreni agricoli che potrebbero essere invece utilizzati per la produzione alimentare.
La Continental sta studiando l’estrazione della gomma dal  Tarassaco, comunemente detto dente di leone, come una una promettente alternativa all’estrazione della gomma dagli alberi. Questa pianta, infatti, crescendo nei campi incolti di tutta Europa, non è in competizione con i prodotti alimentari e non deve neanche essere trasportata per lunghe distanze per raggiungere le fabbriche europee.
Al momento sono previsti almeno  cinque anni di analisi e test sui materiali nel processo industriale prima che i pneumatici green possano arrivare sul mercato, ma dalla casa costruttrice assicurano “siamo sulla strada giusta per il raggiungimento di questo obiettivo”.

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