Sistemi AEBS: occorre migliorarne le prestazioni su bagnato e in condizioni di scarsa visibilità.
Uno studio condotto dall’ufficio austriaco per la sicurezza stradale e dall’ufficio svizzero per la prevenzione degli incidenti ha testato il comportamento dei sistemi di frenata di emergenza autonoma in condizioni di guida sfavorevoli.
Recentemente KFV – Kuratorium für Verkehrssicherheit (ufficio austriaco per la sicurezza stradale) e il Bureau de Prévention des Accident svizzero – entrambi membri dell’European Transport Safety Council, ETSC hanno condotto una serie di test per verificare (in una gamma di situazioni che riflettono le condizioni metereologiche reali), il comportamento dei sistemi di frenata di emergenza autonoma, AEBS Advanced Emergency Braking System, ovvero quelle tecnologie frenanti semi-automatiche pensate per evitare le collisioni e limitarne le conseguenze.
I test, più di 200, svolti presso le strutture esterne e interne del centro di prova CARISSMA (Center of Automotive Research on Integrated Safety Systems and Measurement Area) presso il Politecnico di Ingolstadt (Technische Hochschule Ingolstadt) hanno fatto emergere che durante il giorno e nelle giornate limpide questi sistemi migliorano notevolmente la sicurezza stradale identificando gli utenti deboli della strada come bambini, pedoni e ciclisti, ma in caso di condizioni meno favorevoli (ad esempio con presenza di pioggia, nebbia o in condizioni di scarsa illuminazione), questi sistemi non sempre identificano gli utenti della strada e non attivano sistematicamente le frenate di emergenza.
I test sono stati condotti variando i manichini di prova e le velocità delle auto, le quali, tra l’altro, erano dotate di sensori di diverse generazioni. Ebbene, i risultati hanno dimostrato anche che i sistemi montati sulle auto recenti sono molto più efficaci di quelli che si trovano nei veicoli più vecchi, tuttavia, occorre migliorare significativamente le prestazioni di queste tecnologie in caso di condizioni avverse.
Tanto più, oggi allorquando un diverso approccio più dolce alla mobilità urbana ha favorito una maggior circolazione di pedoni e ciclisti e, non a caso, il numero di incidenti che coinvolgono queste categorie è aumentato.
In questo senso, è comprensibile che una maggior efficienza dei sistemi di assistenza alla guida, compresi i sistemi di frenata di emergenza autonoma, possano essere incisivi nella prevenzione delle collisioni e degli incidenti, così come nella riduzione delle relative conseguenze.
“Il sistema di frenata automatica di emergenza è il sistema di assistenza alla guida con il maggior potenziale di sicurezza. Per questo ci è sembrato importante esaminare da vicino l’efficacia di questo dispositivo, in scenari di test il più realistici possibili coinvolgendo pedoni, ciclisti e utenti di scooter”, ha spiegato Markus Deublein, esperto in guida automatizzata del BFU.
Un risultato rassicurante, secondo Klaus Robatsch, ingegnere e capo del dipartimento della sicurezza stradale presso KFV è che: “con il bel tempo e in buone condizioni di luce, bambini, pedoni e ciclisti sono generalmente ben identificati dagli ausili alla frenata di emergenza, anche quando diventano visibili solo quando attraversano la strada… Gli ausili alla frenata di emergenza possono quindi già salvare vite umane e avere un grande potenziale per migliorare la sicurezza”.
“Quando le condizioni meteorologiche e di luce sono cattive, i conducenti sono meno consapevoli degli altri utenti della strada – ha proseguito – È quindi tanto più importante che gli aiuti alla frenata di emergenza siano affidabili anche in queste situazioni”.
Confermata, quindi la necessità di testare sempre questi sistemi in condizioni di guida più vicine alla realtà, soprattutto in caso di pioggia e con luce scarsa.