RESTITUIRE SPERANZA ALL’ECONOMIA

Tra innovazione e competitività nell’agenda del Ministero dello Sviluppo Economico, spunta la revisione del SISTRI

In occasione dell’Assemblea Nazionale di Confindustria, tenutasi a Roma il 23 maggio presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, il neo Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha avuto modo di relazionare su temi ed interventi urgenti per corrispondere alla domanda di cambiamento e di riforme che imprese e cittadini sollevano ogni giorno. In particolare, il Ministro ha articolato il suo intervento su 6 macro aree di interesse per le imprese:  
1. Smaltimento dello scaduto della Pubblica Amministrazione
2. Accesso al credito e potenziamento del Fondo centrale di garanzia
3. Conferma di detrazione fiscale agli investimenti di efficienza energetica
4. Estensione della misura di defiscalizzazione sulle infrastrutture
5. Misure di semplificazione, fra cui la revisione del SISTRI
6. Misure di liberalizzazione e interventi sull’energia

Tentiamo di restituire una sintesi del pensiero del Ministro, soffermandoci soprattutto sul punto 5.

Smaltimento dello scaduto della Pubblica Amministrazione
Occorre garantire il diritto, finora negato, di imprese e lavoratori di vedere pagata la propria prestazione – ha affermato il Ministro – non si capisce per quale ragione la regola fondamentale dell’affidamento alla buon fede, che vale nei rapporti contrattuali fra privati, trovi un’applicazione così lacunosa nei rapporti con lo Stato”.
Su questo fronte – ha proseguito – il mio impegno è al fianco delle imprese per accelerare i pagamenti, semplificare le procedure e raggiungere il completo azzeramento dello stock di debito scaduto. Intendo trovare tutte le soluzioni, anche facilitando un intervento straordinario del sistema creditizio con il supporto della Cassa Depositi e Prestiti, per ampliare in maniera significativa gli spazi per il completo assorbimento dei debiti di parte corrente, e quindi senza incidere sul deficit”.

Accesso al credito e potenziamento del Fondo centrale di garanzia
Nel ricordare come rispetto al 2011 i prestiti alle imprese sono diminuiti di quasi 60 miliardi di euro in una dinamica di stretta creditizia che non ha precedenti nel Paese e che “Il costo del prestito per un’impresa italiana è, in media, di 200-250 punti base superiore a quello pagato da un’impresa tedesca”, il Ministro ha sottolineato come la rapidità degli interventi di riattivazione dei circuiti creditizi sia fondamentale per far ripartire gli investimenti.
Certo, occorre uno sforzo comune fra stakeholders (Banche, Imprese e Governo), e, in quest’ottica il Ministero condivide la proposta di rifinanziare e rendere più flessibile il Fondo Centrale di Garanzia che, in questi anni, ha svolto un importante ruolo di sostegno al sistema delle piccole e medie imprese.
Fra le azioni prioritarie indicate alla platea di industriali:
l’introduzione di meccanismi di verifica sull’effettiva riduzione dei tassi d’interesse praticati dalle banche sui finanziamenti che godono della garanzia pubblica;
un incremento del livello di copertura su alcune fattispecie di garanzia concesse dal Fondo;
ma soprattutto una profonda revisione dei criteri di selezione delle imprese (“Occorre renderli più coerenti con l’attuale fase economica – ha detto il Ministro – ampliando la fascia dei soggetti beneficiati a quella categoria di imprese che, per quanto ancora con buone prospettive, si trova oggi marginalizzata dal sistema bancario”).

Conferma di detrazione fiscale agli investimenti di efficienza energetica
Concertata con il Ministro dell’Economia la conferma, almeno per l’anno 2013, della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficienza energetica negli edifici che scadrà il prossimo 30 giugno. Ricordando come la misura, che ha garantito finora ottimi risultati in termini di sostegno a un’importante filiera produttiva e occupazionale, costituisca, al contempo, un efficace strumento di contrasto all’evasione fiscale, il Ministro Zanonato ha dichiarato che: “Intendiamo introdurre alcune rimodulazioni per ridurne il costo diretto sul bilancio dello Stato e intensificarne l’efficacia sulle tecnologie più avanzate, eliminando inoltre alcune sovrapposizioni con altre forme di incentivazione pubblica”.
Il tutto, nell’ottica di evitare un rallentamento nella tabella di marcia verso gli obiettivi europei al 2020.

Estensione della misura di defiscalizzazione sulle infrastrutture
Chiaro e sintetico il giudizio del Ministero su questo punto: “Vogliamo rafforzarla”.
Dal momento che ad oggi tale misura si applica  agli investimenti superiori ai 500 milioni di Euro è giocoforza che questa incida su poche opere e quindi: “Coi ministri Lupi e Saccomanni – ha dichiarato Zanonato – vogliamo ridurre la soglia dimensionale, portandola a 50 milioni”.
Questo si può fare senza alcun aggravio sui conti pubblici, consentendo di allargare in modo sensibile la platea delle opere potenzialmente beneficiate. Potremo così mobilitare risorse private su opere e lavori di dimensioni più contenute ma che più rapidamente possono tradursi in spesa e quindi in nuova occupazione”.

Misure di semplificazione, e revisione del SISTRI
Musica per le orecchie degli imprenditori le parole del Ministro in merito alla necessità di semplificare gli oneri e gli adempimenti normativi delle imprese accanto al superamento della frammentazione delle competenze amministrative che genera complicazioni e duplicazioni, consolidando l’immagine di una burocrazia nemica.
Individuando nella “leva digitale … uno straordinario strumento di trasparenza e di semplificazione e riduzione dei costi e dei tempi”, il Ministro ha dichiarato che: “Si deve assicurare agli imprenditori la necessaria certezza circa gli adempimenti e i tempi delle procedure amministrative”, ovviamente avendo chiaro che “L’assunzione chiara di responsabilità è la base per ogni buona semplificazione. I diritti sanitari, sulla sicurezza del lavoro, i vincoli paesaggistici saranno in questo modo meglio garantiti e non indeboliti”.
Altro fronte di impegno è rappresentato dall’esigenza di  riallineare l’ordinamento italiano a quello europeo, “eliminando uno per uno tutti gli elementi di complicazione e penalizzazione ingiustificata introdotti in sede di recepimento delle direttive”.
In questo senso, a detta del Ministro: “Un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori è certamente il SISTRI. Estendendo la tracciabilità dei rifiuti pericolosi anche a tipologie diverse e non pericolose, siamo stati più realisti del re. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale. Per questo, insieme al Ministro Orlando abbiamo concordato la necessità di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee. Spesso troppe norme o norme troppo complesse possono risultare controproducenti per la tutela dell’interesse pubblico. Un fenomeno paradossale che dobbiamo eliminare”.  
Ulteriore fronte di impegno è quello, piuttosto spinoso della riconversione produttiva delle aree industriali inquinate.  “La lentezza delle procedure di autorizzazione ambientale ha bloccato investimenti in molte aree a storica vocazione industriale, compromettendone la tenuta occupazionale – sottolineato il Ministro – La scorsa settimana abbiamo pubblicato il decreto attuativo sulle crisi industriali complesse. Si tratta di una base per avviare, di concerto con il Ministero dell’ambiente e con le regioni interessate, un grande piano di bonifiche indirizzato al riuso a fini produttivi del territorio”.    

Misure di liberalizzazione e interventi sull’energia  
Ampliare gli interventi sulle liberalizzazioni, tanto più nei settori-chiave che potranno generare effetti positivi estesi a tutto il comparto produttivo.
In tale ottica sarà necessario spingere sull’attuazione
delle norme di principio recentemente approvate dal Parlamento in materia di tutela della libertà di iniziativa economica e alle connesse sperimentazioni avviate in vari ambiti regionali, che prevedono, tra le altre cose, forme di deregulation controllata.
In particolare:
• sul settore dell’energia elettrica e del gas, che necessita di misure di completamento dell’imponente processo di apertura dei mercati degli ultimi anni;
• sul settore assicurativo, ove urge dare concreta attuazione ai recenti provvedimenti di legge per l’incremento della concorrenza nel settore della RC Auto e della distribuzione assicurativa;
• sul settore della distribuzione dei carburanti, che vede ancora restrizioni anticoncorrenziali contrastanti con il diritto europeo e che mantengono elevato il prezzo dei carburanti, anche a prescindere dal costo della materia prima.
Le politiche per la concorrenza – ha concluso il Ministro – dovranno essere perseguite mediante un migliore raccordo della nostra normativa con quella europea e attraverso il una maggiore tutela dei diritti dei consumatori”.

Non c’è che dire, la roadmap del Ministero dello Sviluppo Economico, sembra aver colto i prolungati “mal di pancia” degli imprenditori italiani.
Curioso solo che le dichiarazioni di revisione del SISTRI da parte del Ministro Zanonato, avvengano dopo la recente pubblicazione del DM 20 marzo (pubblicato in GU n. 92 del 19 aprile), che fissa le date di entrata a regime del noto sistema di tracciabilità dei rifiuti al 1° ottobre 2013 e al 3 marzo 2014 per le varie categorie coinvolte.
Si noti che allora il Ministro Clini aveva dichiarato: “Ho presentato oggi il progetto a Confindustria che lo ha condiviso, apprezzando il grande rilievo che abbiamo voluto dare alla collaborazione con le imprese…Vanno letti in quest’ottica anche i sei mesi che ci separano dall’avvio del sistema per i produttori di rifiuti pericolosi. Obiettivo di questa fase preparatoria è anche quello di consolidare la collaborazione con le imprese coinvolte e di eliminare le pesantezze burocratiche e amministrative che sono state avvertite come un limite del progetto”.
Ma, del resto la decisione del riavvio non è mai veramente piaciuta alle imprese, tant’è che R.ETE. Imprese Italia (Associazione che riunisce Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) in una lettera inviata al Presidente del Consiglio in carica, pur ribadendo di non aver mai messo in discussione l’utilità e la necessità della tracciabilità dei rifiuti, anche al fine di contrastare le ecomafie e la criminalità organizzata, contestava la complessità del SISTRI e le pesanti ricadute per le imprese.
Per questo – spiegava l’Associazione – ne sosteniamo l’abrogazione e, al tempo stesso, chiediamo invano da due anni, prima al Ministro Prestigiacomo e poi al Ministro Clini, la riprogettazione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità”.
C’è il legittimo sospetto che dopo 5 anni di proroghe, modifiche e partenze false o annunciate il SISTRI sia un vero e proprio “nodo di Gordio” difficile da dipanare a meno di non voler adottare la drastica soluzione proposta, allora, da Alessandro il Grande.
E sospesa fra l’ipotesi di un taglio netto o una ancor più tragica operazione – maquillage l’immagine dell’Italia non si avvicina tanto a quella del condottiero macedone, piuttosto che all’asino di Buridano.

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