Mercato auto Italia: in agosto il calo è stato del 27,3%
Crisi dei semiconduttori ed esaurimento incentivi fra le cause principali. Per superare la congiuntura nel settore servono interventi più strutturali in grado di sostenere il mercato e guidare la transizione ecologica.
Doccia fredda per il mercato auto italiano che, in agosto, ha segnato un nuovo crollo.
Secondo i dati pubblicati all’inizio del mese di settembre dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, nell’ottavo mese 2021 sono state immatricolate, in Italia 64.689 unità con un calo del -27,3% su agosto 2020 allorquando il saldo mensile aveva contato 88.973 unità.
In totale, le auto perse dal mercato nazionale in 8 mesi (rispetto all’analogo periodo pre pandemia, superano le 260.000 unità), mentre il saldo complessivo 2021 è di 1.060.182 unità (+30,9% rispetto a gennaio-agosto 2020, ma -20% sullo stesso periodo 2019.
Diverse le cause di questa situazione, tutte evidenziate nei comunicati stampa diramati dalle Associazioni che rappresentano la filiera automobilistica nazionale e dei produttori esteri.
In primo luogo, pesa il fattore stagionale, durante i mesi estivi, tradizionalmente, il mercato italiano è di per sé normalmente più contenuto, ma a questo elemento fisiologico si è aggiunta, quest’anno, la persistente problematica legata alla produzione e fornitura dei semiconduttori che sta provocando rallentamenti se non veri e propri blocchi alla produzione in tutta Europa con conseguenze evidenti nella tempistica delle consegne dei nuovi veicoli venduti.
Non solo, dallo scorso 26 agosto è esaurito il fondo Ecobonus che, di fatto rende inutilizzabile l’Extrabonus per l’acquisto di autovetture meno inquinanti.
“Una situazione paradossale – spiega il Presidente dell’UNRAE, Michele Crisci – perché, come è noto, con l’esaurirsi dell’Ecobonus rimangono inutilizzabili i fondi complementari stanziati per finanziare l’Extrabonus. In questo modo si sta di fatto bloccando l’acquisto dei veicoli più in linea con gli impegni del PNRR di accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti e lo svecchiamento dell’obsoleto parco circolante italiano”.
La soluzione, secondo il Presidente UNRAE “è un immediato rifinanziamento dell’Ecobonus per le fasce 0-20 e 21-60 g/Km CO2 attraverso un qualsiasi veicolo normativo disponibile in tempi brevi, oppure, in via emergenziale, con un trasferimento parziale nell’Ecobonus delle risorse ferme nell’Extrabonus, facendo così ripartire immediatamente il meccanismo degli incentivi e rilanciando le vendite delle auto elettriche pure e ibride plug-in”.
Rifinanziare il fondo Ecobonus, è di fondamentale importanza anche per Paolo Scudieri, Presidente ANFIA che ha palesato la necessità di “accogliere in tempi rapidi la richiesta, avanzata da tempo da ANFIA, di estendere le tempistiche entro le quali i venditori sono tenuti a confermare l’operazione di vendita dei veicoli incentivati”.
“Necessario, poi – ha dichiarato, inoltre – riprendere il dialogo con il Governo per definire, nei prossimi mesi, un piano strategico per la riconversione industriale del settore automotive, che sia in grado di accompagnare la filiera verso gli sfidanti obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 delle nuove vetture e la transizione tecnologica all’elettrificazione”.
E se tutti sono concordi nel guardare al prossimo futuro con una certa speranza (non certo ai prossimi mesi sui quali pesano ancora diverse incertezze), dal Centro Studi Promotor si palesa il divario fra la situazione poco lusinghiera del mercato auto nazionale e il contesto economico complessivo che pure sta segnando una certa ripresa.
Decisamente il settore auto ha sofferto più di altri dalla pandemia e la ripresa è stata più lenta. “La ripresa dell’economia italiana non può prendere ulteriore slancio se il settore dell’auto si rivela una palla al piede” ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. “È dunque necessario che il Governo e il Parlamento intervengano immediatamente per superare la tempesta di agosto”.
Il che significa, non solo mettere mano al rifinanziamento degli “incentivi per le auto da 61 a 135 gr/km di CO2 che dovrebbero esaurirsi entro ottobre e utilizzare poi la Legge di Bilancio 2022 per creare le premesse di una politica per l’auto che dia una concreta prospettiva alla transizione verso l’auto elettrica: ormai è una scelta irreversibile per la UE, per le case automobilistiche, per i governi nazionali e locali e deve diventare una prospettiva concreta anche per la gente. Perché lo diventi occorre bandire le soluzioni episodiche e varare una politica di incentivi permanenti in favore della transizione ecologica”.
Intanto prosegue la progressiva metamorfosi del mercato con la quota delle auto ibride ed elettriche che erode sempre più spazio alle tradizionali diesel e benzina che appaiono decisamente in declino; segno che qualcosa sta decisamente cambiando anche nel nostro Paese e che occorre essere preparati per il prossimo futuro.