Vittime della strada: calato il numero dei decessi nell’UE nel 2020
I dati provvisori forniti dai diversi Paesi Ue mostrano, al 2020, un calo del 17% delle vittime della strada rispetto al 2019.
Lo scorso anno, nell’Ue, si sono verificati 3.900 decessi in meno sulle strade rispetto all’anno precedente.
Lo ha affermato oggi il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti – ETSC nel pubblicare i dati del 15° Rapporto annuale sull’Indice di prestazione della sicurezza stradale (PIN).
Nel 2011 l’Ue ha fissato l’ambizioso obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada tra il 2010 e il 2020; ebbene il Rapporto offre una disamina dei progressi compiuti verso l’obiettivo del 2020 negli Stati membri dell’UE e in altri paesi coperti dal programma Road Safety Performance Index (PIN) dell’ETSC.
Nel frattempo, l’Ue ha fissato due nuovi obiettivi per il 2030, ancora una volta dimezzare le vittime della strada e anche i feriti gravi e, in questo senso, il rapporto esamina anche brevemente le strategie dell’UE e nazionali per raggiungere tali obiettivi.
Con un calo del 17% su base annua, lo scorso anno ha visto 18.844 persone perdere la vita nel traffico stradale dell’UE; 3.900 in meno rispetto al 2019 e 10.847 in meno rispetto al 2010 (-37%), un bilancio positivo in termini sociali che ha ingenerato anche un risparmio valutato in circa 156 miliardi di € secondo una recente ricerca europea.
Tuttavia, da ETSC non nascondono che la diminuzione dei decessi stradali dello scorso anno sia da imputare soprattutto alle restrizioni imposte dalle misure anti-covid durante i periodi di chiusura delle attività e agli stop alla circolazione e, tra l’altro l’obiettivo di dimezzamento delle vittime stradali entro il 2020 è ancora distante.
Solo uno degli Stati membri dell’Ue è riuscito a superare tale obiettivo: la Grecia che nel decennio 2010-2020 è riuscita a diminuire del 54% i propri decessi stradali e che, pertanto, si è aggiudicata l’edizione 2021 dell’ETSC Road Safety Performance Index Award in riconoscimento degli sforzi eccezionali per migliorare la sicurezza stradale.
Peraltro, sottolineano dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti, se è pur vero che la crisi economica che ha attanagliato il Paese potrebbe aver avuto un ruolo importante nella riduzione del traffico e nella conseguente riduzione dei decessi stradali nella prima parte del decennio in esame, è altrettanto vero che dall’osservazione dei dati è emerso che i decessi hanno continuato a diminuire con la ripresa dell’economia grazie ad una locale ridefinizione degli obiettivi e miglioramento delle infrastrutture e dell’istruzione.
Nel Vecchio Continente solo la Norvegia è riuscita a far meglio (55%) però non aderisce all’Unione.
Per il resto: Portogallo, Spagna, Croazia, Belgio, Slovenia, Italia, Lituania, Bulgaria, Danimarca, Austria e Ungheria hanno registrato un calo al di sopra della media UE del 37%, mentre altri Paesi hanno visto progredire le loro performance in misura minore.
“Il progresso – scrivono da ETSC – è stato più lento nei Paesi Bassi con una diminuzione del 5% e nel Regno Unito con appena il 14% in 10 anni”.
“La sicurezza stradale è, alla fine, un problema di salute pubblica – ha dichiarato Antonio Avenoso, Direttore Esecutivo di ETSC – Il Covid ha ucciso 3,5 milioni di persone nel mondo. Nell’ultimo decennio, almeno 13 milioni sono morti sulle strade del mondo. La straordinaria e necessaria risposta globale alla pandemia di Covid ha mostrato come i responsabili politici e la società nel suo insieme possano agire quando la maggior parte delle persone lavora per un obiettivo comune”. “Possiamo applicare – si è retoricamente chiesto – la stessa attenzione alle sfide della sicurezza stradale”?
Il problema, secondo Avenoso è la risposta psicologica degli utenti a mesi di lockdown e obbedienza a regole rigide che potrebbe sfociare in un altro “decennio di infrazioni ed eccessi”.
Se la lezione del Covid ha evidenziato la fragilità della vita e la necessità inderogabile della sua protezione è altrettanto vero, che, ha spiegato: “L’Europa ha più che mai bisogno di una leadership politica. Ogni utente della strada ha il diritto e la responsabilità di spostarsi senza mettere a rischio la propria vita o quella degli altri. I decisori politici hanno la responsabilità di costruire il Sistema Sicuro che aiuta a proteggere tutti. Lo affronteranno con l’energia e la dedizione con cui molti hanno affrontato le sfide del Covid”.