TRE NUOVI IMPORTANTI TRAGUARDI PER C.A.R.
Tendere alla liberalizzazione del mercato per far crescere nuove opportunità per le aziende del fine-vita dell’auto, dando, nel contempo, risposte più precise alla domanda di servizi ambientali
Facendo seguito agli impegni sottoscritti in occasione della grande partecipazione di Aziende del settore alla Fiera ECOMONDO 2007 di Rimini, C.A.R. (Confederazione Autodemolitori Riuniti), continua nella strada intrapresa, volta alla armonizzazione delle diverse componenti coinvolte nella filiera della demolizione dei veicoli a fine-vita e al conseguimento della maggiore economicità e convenienza dei servizi, ma anche, e soprattutto il minor impatto ambientale in termini di intervento, riciclo e riutilizzo.
Dopo la positiva promozione, in termini di riscontro, di un apposito Tavolo di concertazione con tutti gli stakeholders della filiera end life car (Produttori di autoveicoli, Concessionari, Demolitori, Commercianti di rottami, Acciaierie, insieme ovviamente al Legislatore e agli Organi deputati al controllo), C.A.R., sin dalla sua costituzione ha inteso agire perseguendo dinamiche di sinergia e promuovendo la non conflittualità fra singole parti: due fattori determinanti per garantire una concreta operatività.
Tuttavia, ciò non ha certamente significato continuare ad accettare passivamente quelle dinamiche che, nel tempo, si sono create nel mercato e che avrebbero potuto seriamente mettere a rischio la vita stesse di alcune imprese del settore.
Pertanto, con il piglio di chi persegue strenuamente le proprie idee, la Confederazione Autodemolitori Riuniti si è mossa in questi mesi per arrivare a tre risultati importanti sul piano politico: – l’impugnativa di quelle convenzioni che fuorviavano la gestione del libero mercato dell’autodemolizione; – la firma di un Protocollo di Intesa con il network dei Produttori, da molto tempo atteso dalla categoria degli Autodemolitori; – un ulteriore passo nella definizione dell’ottimizzazione dei flussi dei materiali di risulta dalle demolizione.
Per approfondire al meglio queste notizie e, nel contempo, fornire ai lettori del Notiziario, quegli strumenti valutativi ed informativi per cui è nato il periodico stesso, abbiamo rivolto alcune domande a Monica Bonaglia, Vicepresidente C.A.R. ed un commento specifico al Presidente C.A.R., Alfonso Gifuni.
Vicepresidente, può raccontarci quali sono stati gli obiettivi raggiunti in queste ultime settimane dalla Confederazione Autodemolitori Riuniti? Prima ancora di rievocare gli ultimi eventi che hanno visto protagonista la nostra Confederazione, vorrei ricordare qual è lo spirito e la motivazione di fondo che ci muove nel nostro operare quotidiano. Noi vogliamo liberalizzare le nostre imprese da qualunque condizionamento che ne riduca le opportunità.
In questo senso abbiamo impugnato le convenzioni che finora erano in capo ad ANIA (Associazione Nazionale fra e Imprese Assicuratrici) e ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) scoprendo, tra l’altro, ipotesi di illegittimità in quegli accordi, tanto che entrambe le Associazioni stanno cercando di rivedere i loro passi, aprendo nuovi fronti di dialogo. L’azione che abbiamo intrapreso è perfettamente in sintonia con il principio che ci siamo dati, e cioè: tutti i demolitori in generale, anche quelli che noi non rappresentiamo, devono avere pari opportunità nel mercato del fine vita dei veicoli, in funzione del semplice fatto che sono imprese autorizzate dagli Enti Pubblici. Non solo perché i singoli sono associati a questo o quel raggruppamento.
Pari opportunità di accesso al mercato, quindi; poi, è evidente, sarà il mercato stesso, con le regole della, concorrenza, della qualità dei servizi, della capacità economica di sostenere condizioni più agevoli nei confronti dei partner e dei clienti, che farà la differenza. Le convenzioni che abbiamo impugnato creavano un’obbligazione in capo al demolitore, ad iscriversi a quel sindacato pena l’impossibilità di accedere all’opportunità di prendere le automobili da rottamare (nel caso di ANIA), i motorini (nel caso di ANCMA).
Con il Protocollo di Intesa con il network dei Produttori, che abbiamo firmato il 10 aprile scorso a Torino, si è gettato il primo passo propedeutico alla firma dei contratti che ci daranno l’accesso al network stesso.
Prima di questo Protocollo, per esempio, i Concessionari, difficilmente destinavano le auto da rottamare a qualsiasi demolitore, realizzando così una discriminante clamorosa ed assolutamente ingiustificata, contro la quale stiamo lavorando con grande determinazione, confrontandoci con Produttori, Legislatore e tutte le parti in causa, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Quindi C.A.R. dopo l’affiliazione con la CNA e l’accordo con il Consorzio PolieCo per il riciclaggio delle parti in plastica dei veicoli rottamati, ha firmato un nuovo Protocollo di Intesa con i Produttori.
Un bel traguardo,no? Esattamente. Ma questo non deve essere inteso come un punto d’arrivo. Deve essere ben chiaro che l’obiettivo raggiunto si configura come un ulteriore punto di partenza, nel senso che siamo entrati in un contesto, firmando un’intesa che, come sempre accade, quando ci sono punti di vista differenti, è focalizzata su un punto medio. È chiaro che ognuna delle parti ha dovuto rinunciare a qualcosa.
Tuttavia, abbiamo ritenuto opportuno sottoscrivere questo Protocollo dal momento che sono stati modificati o, comunque, chiariti i due punti che noi contestavamo sin dalla nostra costituzione, e cioè: lo sbarramento per l’accesso alla rete per quelle imprese che avevano una capacità di demolizione inferiore a 3.000 veicoli l’anno (la nostra Confederazione associa in sé molte imprese che rientrano in questa tipologia); e la famosa “responsabilità economica del fine-vita auto”.
La Direttiva UE 2000/53 recepita nel nostro ordinamento con il D. Lgs 209/2003 sancisce che la responsabilità economica sia in capo al produttore. Ebbene già all’epoca avevamo impugnato il recepimento parziale di questo assunto nella normativa italiana. Successivamente, il Decreto è stato riscritto con un preciso riferimento alla Direttiva madre e da questo ne deriva, per noi demolitori, il vantaggio rappresentato dal fatto che nel caso non si possa sostenere il “costo 0”, abbiamo la possibilità di uscire dal contratto.
Ora, forti di queste puntualizzazioni, abbiamo firmato, il 10 aprile, a Torino, un Protocollo di Intesa preoccupandoci di inserire fra i firmatari anche la CNA con la quale siamo affiliati come confederazione, all’interno della quale sono presenti gli Autoriparatori, i quali, crediamo, debbano avere un ruolo importante nella filiera del fine-vita dei veicoli.
Su questo particolare aspetto voglio sottolineare che abbiamo chiesto ed ottenuto che il Protocollo fosse firmato anche da Mario Turco, Presidente nazionale del settore Autoriparatori, all’interno di CNA.
Riteniamo che questa figura professionale sia complementare nel ciclo di fine-vita degli autoveicoli; tra l’altro, c’è il Decreto Legge dell’8/04/2008, il cosiddetto “salva infrazioni”, che stabilisce che noi autodemolitori possiamo ritirare quelle parti di risulta dalle officine, ovviamente pertinenti ai nostri codici, non già quelle che devono obbligatoriamente essere affidate ai Consorzi obbligatori.
Questa novità normativa, che saluto favorevolmente, semplifica ancora di più la funzionalità interna di tutto il sistema.
Presidente Gifuni, si può affermare che a questo punto ufficialmente riparte il confronto con i Produttori da una prospettiva un po’ più serena? Certo, ma questo non significa acquiescenza su tutto quello che sostengono i Produttori. Significa, invece, aver ottenuto
che ci si mettesse serenamente, con grande correttezza e rispetto dei ruoli, tutte insieme le realtà coinvolte in questa filiera (ANFIA, UNRAE, CAR, CNA, FISE-UNIRE, AIRA, ASSOFERMET, FEDERAICPA), attorno allo stesso Tavolo per promuovere un onfronto e sincronizzare le reciproche necessità.
L’auspicio più grande, a questo punto, è che si giunga ad una tesi univoca, mediata, ponderata che ci possa far considerare, nei confronti del Legislatore e delle Istituzioni, come un unico soggetto; perché quando tutta la filiera ha esternato le rispettive necessità e le ha condivise, sarà più facile per il Legislatore intervenire nel settore.
Presidente, qual è, infine, l’ulteriore passo intrapreso da C.A.R. nell’ottica della ottimizzazione dei flussi di mercato per i materiali di risulta dalla demolizione? Proprio in quest’ottica, per realizzare quegli obiettivi di recupero e riciclo che ci impone la normativa nazionale e quella europea, dopo il fortunato accordo con il Consorzio PolieCo per la destinazione delle parti in plastica degli autoveicoli (soprattutto serbatoi e paraurti), in occasione della nostra presenza a Torino per la firma del Protocollo di cui si è parlato
precedentemente, abbiamo incontrato i vertici di Invemet Srl (l’azienda leader nel settore del recupero dei catalizzatori esausti) e avendo avuto modo di visitare il loro impianto, abbiamo verificato effettivamente i loro risultati raggiunti nel merito di quantità e qualità dei materiali recuperati.
Come Presidente C.A.R. sono molto soddisfatto di questa nuova azione operativa che apre scenari interessanti di collaborazione e, in queste sede, voglio ringraziare il Presidente Invemet, Riccardo Campanile e Anna Marchisio, Responsabile Comunicazione e Mercati Esteri, per la loro cortesia, disponibilità e fiducia nei confronti delle imprese nostre associate.