Mercato auto Italia: a marzo crescita solo apparente.
Il confronto con i dati dello scorso anno è più che positivo (+497,1%), ma non significativo in virtù dell’eccezionalità negativa delle performance del mercato del 2020. La doccia fredda arriva comparando i dati con l’ultimo anno normale: -12,8%.
Dopo che il primo bimestre dell’anno è stato caratterizzato dal segno “meno”, a marzo 2021 il mercato auto italiano, sembra risalire la china con dati che, solo apparentemente, fanno sognare la ripresa: 169.684 immatricolazioni contro le 28.415 unità registrate a marzo 2020 con un balzo pari al +497,1%.
In parallelo sono saliti i dati del primo trimestre che, con un volume complessivo di 446.978 unità, ha segnato una crescita del 28,6% sull’analogo trimestre del 2020.
Sono i dati diffusi all’inizio di aprile dal CED del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e che, tuttavia, nascondono una situazione tutt’altro che rosea proprio in virtù del meccanismo di confronto con l’anno precedente; marzo 2020 che aveva chiuso con un devastante -85% è stato proprio il primo mese dello scorso anno colpito direttamente dalle misure di chiusura generale delle attività produttive a livello UE con pesantissime ricadute sugli stabilimenti e le reti di vendita.
“La comparazione con i dati anomali di marzo 2020 – ha rimarcato Adolfo De Stefani Consentino, presidente Federauto – Federazione Italiana Concessionari Auto – non è molto significativa; per questo motivo ai fini di una reale comprensione delle dinamiche di mercato, soltanto guardando i dati di marzo 2019, si riesce a valutare la difficile situazione nella quale si muove tutto il settore, ancora costantemente condizionato dall’emergenza pandemica e dalle avverse conseguenze economiche e sociali: il calo sul mese è del -12,8%, mentre sul trimestre è -17,1%.”
Altro elemento di valutazione di non poco conto e che riporta i dati dello scorso mese ad una visione molto più realistica, quantunque decisamente peggiore, è quello della presenza, quest’anno, degli incentivi alla rottamazione, in assenza dei quali, il confronto con il 2019 (ultimo periodo normale) è ancora più negativo.
Al momento, quindi il rifinanziamento delle misure incentivanti è chiesto ora a gran voce dal mondo automotive per sostenere il mercato nei prossimi mesi e spingere alla sostituzione del parco auto circolante nazionale, che, peraltro, risulta essere tra i più vecchi in Europa.
“È quindi assolutamente necessario – ha sostenuto Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che il Governo rifinanzi in maniera adeguata, per l’intero 2021, lo stanziamento necessario per gli incentivi alle auto ad alimentazione tradizionale con emissioni comunque contenute. In mancanza di un rifinanziamento tempestivo ed adeguato il mercato dell’auto nel 2021 collasserà e non si può pensare che il sistema economico italiano recuperi l’effetto della pandemia con un comparto di straordinaria importanza, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, in coma profondo”.
Appello cui si sono associate, naturalmente anche le Associazioni che rappresentano i costruttori nazionali e quelli esteri. Paolo Scudieri, presidente ANFIA ha rimarcato la necessità di “sostenere la ripresa e proseguire sulla strada dello sviluppo sostenibile attraverso il rifinanziamento degli incentivi per le autovetture nella fascia 61-135 g/km di CO2, prossimi all’esaurimento, e per i veicoli commerciali leggeri, oltre a rendere strutturali, in un orizzonte temporale più ampio, fino al 2026, l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km di CO2”.
“Il continuo calo delle immatricolazioni… preoccupa sempre più il mercato e le imprese – ha dichiarato Michele Crisci, presidente UNRAE – A fronte di questi dati, il rifinanziamento degli incentivi per consentire la rottamazione nella fascia 61-135 g/km CO2 fino a fine giugno è a nostro parere una necessità non ignorabile da parte del governo”.
Ma cerchiamo di analizzare in dettaglio l’andamento del mercato nazionale per alimentazione e tipologia di veicoli in base agli ultimi dati. Ancora in calo le alimentazioni tradizionali diesel e benzina la cui forza sul mercato nazionale è sempre più erosa dall’affermarsi delle autovetture elettriche e ibride.
Per il secondo mese consecutivo le auto diesel non superano il 25% del mercato (24,1% a marzo), mentre, la quota di mercato delle auto alimentate a benzina, pur restando al primo posto, scende rispetto ai mesi precedenti (31,2% lo scorso mese e 33,3% nel cumulato del trimestre).
Decisamente in crescita il settore delle nuove alimentazioni più green con le ibride ricaricabili che lo scorso mese hanno rappresentato il 27,3% del mercato superando il diesel; sale anche la quota delle ibride plug-in (4,4%) e delle elettriche a batteria (4,3%) che superano il metano (pur cresciuto al 2,6% della quota di mercato a marzo), mentre il GPL ha raggiunto una quota di mercato del 6,1% lo scorso mese.