AUTO: QUANTO TI AMO! MA QUANTO MI COSTI!
Italiani costretti a nuovi modelli di mobilità condivisa per contrastare i costi non più sopportabili dell’auto
Nulla di nuovo sotto il sole!
Anche quest’anno un italiano su cinque ha ridotto l’uso del proprio veicolo, ma l’automobile rimane il mezzo di trasporto preferito per gli spostamenti per l’83,9% degli italiani.
È questo l’andamento che emerge dal Rapporto ACI – Censis “Automobile 2011”, giunto alla 19° edizione.
Non c’è da meravigliarsi se anche quest’anno gli indicatori relativi alla mobilità privata hanno subito una marcata flessione. La scelta di rinunciare all’auto propria non è dettata da un sano comportamento sportivo o ambientale, ma da un drammatico calo di reddito e da costi di esercizio non più sopportabili.
Gli elementi di novità di questa edizione si trovano, invece, sul piano dei comportamenti sia in relazione ai generi o alle diverse classi di età, sia in relazione allo status socio-economico di appartenenza. Emerge, infatti, un cambiamento dei comportamenti, inteso come atteggiamento di “difesa”, che ricerca la piena mobilità al minor costo possibile, attraverso l’uso del trasporto pubblico locale e scelte di condivisione con amici e colleghi.
“La crisi che stiamo vivendo comporta serie difficoltà – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi – ma è un’occasione per affrontare con determinazione sfide che in altri momenti verrebbero rimandate. I costi a carico degli automobilisti sono ormai al limite della sopportabilità: oltre 165 miliardi di euro, di cui 58 miliardi come prelievo fiscale. Sempre di più si fa strada l’irritazione, perché il ridotto utilizzo dell’auto non comporta risparmio per le famiglie. Quest’anno si contano cinque interventi sulle accise e dal 2012 scatterà l’aumento deciso con la Legge di Stabilità. L’ACI sottolinea da tempo l’esigenza di un indirizzo uniforme delle politiche dei trasporti, ripensando il rapporto tra urbanistica e mobilità, con interventi specifici per la sicurezza stradale e la formazione dei giovani”.
Sebbene il 44,5% degli italiani non riesce proprio a fare a meno dell’auto e il 19,3% non la sostituisce mai con nessun altro mezzo di trasporto, 20 patentati su 100 nel 2011 hanno rinunciato all’auto e sono diminuiti il numero medio di giorni d’uso (4,6 rispetto ai 5,1 del 2010), il numero medio di spostamenti quotidiani, sia nei giorni feriali (3,2 rispetto a 4,1 del 2010), che nei festivi (1,8 rispetto a 2,1). I giovani preferiscono le due ruote (74,5%), mentre gli over 45 prediligono bici (19,6%) e passeggiate (47,9%).
Il triennio della crisi ha cambiato molti stili di vita, infatti è diminuita l’ostilità dei maschi verso il trasporto pubblico, dal 49,8 al 43,5%, soprattutto in città, ma i passeggeri chiedono corse più frequenti, orari in linea con le esigenze della domanda e contributi economici per biglietti ed abbonamenti.
Per quanto riguarda il mercato, negli ultimi anni abbiamo assistito ad una fase di profonda stagnazione, in quanto l’auto, oltre ad aver perso il suo potere attrattivo, il suo farsi elemento distintivo da esibire, è diventata anche troppo costosa da mantenere, + 2,7% l’anno.
Gli italiani non sono preoccupati dall’investimento iniziale (acquisto di auto o moto) ma dalla spesa corrente, infatti mantenere una vettura costa oggi in media 3.278 Euro l’anno. Nel dettaglio si spende in media 1.530 Euro per il carburante, 715 Euro di assicurazione, 218 Euro per garage e parcheggi e 118 Euro per il bollo e la manutenzione ordinaria. Tra le spese considerate eccessive e “superiori al giusto”, al primo posto troviamo la benzina (83,9% con 15 punti percentuali in più rispetto al 2010) e i costi assicurativi (67,6% contro il 55,8% del 2010).
Nel 2010 le prime iscrizioni di vetture nuove sono state 200.000 in meno (–9,4%) rispetto al 2009. Nei primi 10 mesi del 2011 il calo è ulteriormente aumentato a –10,8%, ma, se si fa il confronto con il periodo degli incentivi nel 2009, le perdite salgono a -17%. Il crollo del nuovo riguarda anche le due ruote: –15,8% nei primi 10 mesi del 2011; meno 26,1% se rapportato allo stesso periodo del 2009. Tiene, invece, il mercato dell’usato, con una crescita dell’1% per le auto e del 2%-4% per i motocicli. Nel 2011, il nuovo rappresenta meno del 40% del venduto delle auto (43,5 nel 2009) e il 31,3% di quello dei motocicli (41,6% nel 2009): non solo si acquistano meno auto o moto ma ci si orienta soprattutto sull’usato, magari garantito o a km 0.
La flessione del nuovo e la scarsa crescita delle radiazioni hanno fatto salire l’età media del circolante da 8,8 a 9,3 anni: nel 2010 una macchina su cinque (18,7%) aveva più di 16 anni!
La crisi, inoltre, porta a ridurre notevolmente i costi di manutenzione ordinaria (-15,2%), che proporzionalmente inducono ad una sensibile crescita di quelli per la manutenzione straordinaria (+8,5%). Ad esempio: se si tarda a sostituire le pasticche dei freni (manutenzione ordinaria), ben presto dovranno essere sostituiti anche i dischi (manutenzione straordinaria).
Sfiduciati dalla crisi, si aspettano tempi migliori per acquistare un’auto nuova, ma si riduce (dal 70% al 43%) la percentuale di chi dichiara di non avere alcuna intenzione di acquistare una nuova auto nei prossimi 3 anni, mentre cresce (7,4% contro il 3,9%) il segmento di chi dichiara l’intenzione di acquistare nel corso del prossimo anno.
Tra gli elementi che favorirebbero una ripresa del mercato del nuovo, la reintroduzione di incentivi (seppure in calo di 3
punti), una netta riduzione del costo della benzina (la chiedono 30 italiani su cento; erano 16 nel 2010); l’abolizione del bollo
(19,0% contro il 24,3% del 2010); una revisione delle tariffe assicurative agganciate ai punti patente (18,6% contro il 16%).
L’auto straniera è usata da 6 italiani su 10, ma, tra i fattori che orientano la scelta, i primi tre (rapporto qualità/prezzo, prezzo competitivo, gradevolezza della linea) non dipendono dalla nazionalità della casa automobilistica. Chi pensa ad una marca italiana indica al quarto posto la fiducia nel Made in Italy e al quinto la percezione che i costi di manutenzione possano essere inferiori rispetto alle marche straniere; chi invece fa scelte esterofile indica, come quarto fattore di scelta, le migliori condizioni di pagamento e, al quinto posto, la percezione di migliori standard di sicurezza.
Il desiderio di comprare un’auto nuova è quattro volte superiore all’ipotesi dell’auto usata (anche se i dati storici dicono che il rapporto nuovo/usato è 40/60); per quanto riguarda il tipo di carburante, notiamo una sostanziale equivalenza tra benzina e diesel (19,8% e 19,0%), la prima, però, è in forte crescita (+5,9%), a causa del costo ormai sempre più ravvicinato tra le due alimentazioni. In leggera riduzione la preferenza per il GPL (-1,6%), in forte incremento quella per il metano (+3,4%).
Sul tipo di modello da acquistare quasi il 36% degli automobilisti non sa di quale tipologia sarà la sua nuova automobile; il 29,8% pensa a un’utilitaria media, il 17% a una berlina medio-grande e il 5,1% a una city-car. Tra le donne le city car e utilitarie medie sommano il 42%; tra i maschi il 27,6%. La berlina medio-grande è preferita dal 24% dei maschi e solo dal 10,2% delle donne.
In materia di guida sicura, il 17,5% degli intervistati non si informa sugli standard di sicurezza in dotazione: su 100 donne, 26 non ricercano alcuna informazione e 34 si affidano ai suggerimenti del concessionario; su 100 uomini, 54 leggono riviste specializzate e 14 ricercano informazioni sui crash test.
Il 54,7 degli automobilisti è disposto a spendere di più in cambio di migliori dotazioni di sicurezza per l’auto dei propri figli di età compresa tra i 14 ed i 20 anni, ma il 25% rimane scettico. Di questi, il 9,9% ritiene più utile investire sulla formazione e il 3,9% sui corsi di guida.
Per quanto riguarda il caro-benzina, se 3 anni fa, per risparmiare sul carburante, 21 automobilisti su 100 sceglievano di ridurre l’uso dell’auto, quest’anno quasi 30 patentati hanno preso la stessa decisione, infatti la benzina è diventata un lusso (1.540,97 €/l, il prezzo medio al consumo – gen/ott 2011 – rispetto ai 1.358,48 € dello stesso periodo 2010: 13,4% in più). Come arma di difesa i lavoratori (dipendenti e indipendenti) si affidano al trasporto pubblico e alle 2 ruote; i precari prediligono car pooling e trasporto pubblico; gli studenti: trasporto pubblico e 2 ruote. Diversa, invece, la situazione per le tre “categorie deboli”, come i disoccupati, che scelgono trasporto pubblico e bicicletta, e i pensionati e le casalinghe, che optano per una passeggiata a piedi (anche perché impegni quotidiani e stile di vita glielo permettono) e trasporto collettivo.
La novità che emerge dal Rapporto di quest’anno è l’auto di gruppo come soluzione ai problemi di mobilità, permettendo di ridurre il traffico e le spese di viaggio tramite la condivisione di una vettura con altre persone, attraverso il car sharing (noleggio a tempo di un’autovettura) o il car pooling (organizzazione di passaggi tra chi effettua la stessa tratta tramite piattaforme su internet che forniscono gratuitamente un servizio di mediazione tra chi offre e cerca un passaggio in auto). L’11,4% rispetto al 9,4% del 2010 (+2 punti percentuali) sarebbe disposto a rinunciare all’acquisto di una nuova vettura se la condivisione dell’auto venisse incentivata.
Infine, segnaliamo un dato positivo che emerge dal Rapporto: il calo di incidenti e morti sulla strada.
La prima causa degli incidenti stradali è la distrazione; infatti, quasi 40.000 incidenti l’anno sono dovuti ad “assenza di concentrazione” del guidatore. Tra i colpevoli della distrazione, il cellulare senza vivavoce o auricolare (87%), l’atto di cercare qualcosa nell’auto (33,5%), l’uso di apparecchiature audio (26,1%), la ricerca di luoghi o strade con mappe o cartine (21,3%) e il navigatore satellitare (20%).
A questa tendenza, in linea con la media europea, si contrappone un aumento delle infrazioni commesse. Crescono sia le trasgressioni a basso rischio di incidentalità, come il divieto di sosta +9%, occupazione corsia mezzi pubblici +5%, accesso a ZTL +3%), sia quelle ad “alta pericolosità” (sorpasso a destra +5%, limiti di velocità ben +15%, cellulare senza vivavoce +25%).
Inoltre, dal focus-group sul tema “Mobilità e Disabilità” emerge un generale deficit culturale e di sensibilità riguardo ai problemi dei disabili nel nostro Paese rispetto ad altre esperienze europee e internazionali, come mancanza di senso civico dei cittadini e ritardi ingiustificabili del servizio pubblico sulle reti di trasporto locale.
Il 90,5% degli intervistati rispetta i parcheggi riservati ai portatori di handicap senza subordinazioni da altri fattori e in particolare 13 giovani su 100 dichiarano di condizionare la scelta a fattori quali la fretta o la mancanza di parcheggi alternativi.
Ancora peggio va per il rispetto degli spazi in corrispondenza di scivoli, rampe e corridoi dedicati agli spostamenti di chi è costretto su una carrozzina, dove la percentuale scende a all’88,5% con ben 16 appartenenti alla fascia d’età tra 18 e 29 anni che non rispettano tale obbligo se costretti dalla fretta o se non trovano altri spazi liberi per parcheggiare l’auto.
I dati del Rapporto ACI – Censis “Automobile 2011” mettono in evidenza una situazione al collasso con costi per la mobilità sempre più insostenibili e in costante crescita e il quadro che emerge da questo complesso lavoro di raccolta dati fornisce una visione alquanto grigia del futuro. Ma gli italiani sanno difendersi e grazie alla loro innata adattabilità, incominciamo a proteggersi cambiando comportamenti e abitudini.