NEL 2010 MENO INCIDENTI E STRADE PIÙ SICURE
Nel 2010 calano i sinistri del 5,7%, i feriti del 6% e le vittime del 3,2%. Il trend positivo prosegue anche nei primi tre mesi del 2011
È come se in Italia ogni anno la strada “fagocitasse” un paese di oltre mille abitanti. È questo, infatti, il tragico bilancio delle vittime degli incidenti che nel 2010 hanno funestato le strade italiane. A snocciolare numeri e dati delle vittime della strada del 2010 è l’Osservatorio il Centauro-Asaps (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale). Ma al di là dei numeri, in realtà, la buona notizia è che, secondo l’Osservatorio, il numero degli incidenti stradali del 2010 (104.437 sinistri) è calato del 5,7% rispetto al 2009. Meno incidenti, dunque, ma anche meno feriti e meno vittime. Nel 2010 i feriti sono diminuiti del 4,6%, passando dai 38.090 del 2009 ai 36.326 dello scorso anno, mentre le morti su strada sono diminuite dell’1,7%: dalle 1.275 vittime del 2009 si è passati a 1.253 vittime dello scorso anno. Insomma, le strade italiane nel 2010 si sono rivelate leggermente più sicure rispetto ai 12 mesi precedenti: dopo un primo semestre alquanto allarmante, i numeri dell’incidentalità stradali sono scesi durate l’estate, quasi in concomitanza con l’introduzione del nuovo Codice della Strada, lo scorso 28 luglio. Di qui la svolta: il trend inizialmente negativo ha poi invertito la rotta nel secondo semestre, permettendo di chiudere il bilancio del 2010 con un risultato positivo, in linea con quanto registrato nell’ultimo decennio.
Ma attenzione alla provvisorietà dei numeri resi noti dall’Osservatorio il Centauro-Asaps: i dati, infatti, lungi dall’essere definitivi, tengono conto dei soli incidenti rilevati dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri, ovvero del 35% circa del totale degli incidenti su strada, visto che il 65% di questi viene rilevato dalla Polizia Locale. Per i dati definitivi del 2010 occorrerà attendere dunque quelli dell’Istat che saranno resi noti solo a fine anno. Nell’attesa dei numeri ufficiali del Rapporto ACI_ISTAT, quelli dell’Asaps che registrano un calo dell’incidentalità e della mortalità sulle strade italiane lanciano un segnale di ottimismo. Lo stesso segnale veniva dal rapporto ACI-ISTAT riferito all’anno 2009: -1,6% incidenti, -1,1% feriti e -10,3% decessi rispetto al 2008. Se poi si va ancora più indietro nel tempo ci si rende conto di come la strada oggi sia meno pericolosa e meno fatale di 10 anni fa. Sempre secondo l’ISTAT, in Italia, tra il 2001 e il 2009, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 215.405, con un calo del 18,1%; i morti sono diminuiti da 7.096 a 4.237 (-40,3%) e i feriti da 373.286 a 307.258 (-17,7%). Nello stesso periodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), passato dal 2,7% nel 2001 al 2,0% nel 2009. Eppure, le strade italiane di oggi sono molto più trafficate di quelle di 10 anni fa: il parco veicolare è cresciuto di circa il 18% rispetto al 2001 e dello 0,2% tra il 2008 e il 2009. Se però lo sguardo, oltre che indietro nel tempo, si allarga anche all’Europa, i risultati, seppur positivi, raggiunti sulle strade del nostro paese non brillano per eccellenza. Con riferimento all’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel Libro Bianco del 13 settembre 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010, l’Italia, rispetto al 2001, ha registrato una riduzione del 40,3% del numero dei morti in incidenti stradali. Nella corsa verso l’obiettivo UE, l’Italia, che pur incassa un risultato sopra le media europea (-35,1%), è decima in classifica. A centrare l’obiettivo europeo sono stati, invece, la Lettonia e la Spagna, rispettivamente con una diminuzione della mortalità di 54,5% e 52,8%. Vicine all’obiettivo sono, invece, Estonia e Portogallo che hanno messo a segno entrambe un -49,7%. Se nell’ultimo anno è calato il numero degli incidenti stradali, sono, tuttavia, aumentati i casi di pirateria stradale. Lo rende noto l’Osservatorio Il Centauro-Asaps, l’Associazione Amici della Polizia stradale di Forlì. Gli episodi di pirateria stradale registrati nel 2010 (ben 585 casi) sono aumentati del 21% rispetto al 2009: 98 persone sono rimaste uccise ( + 8% rispetto al 2009) e 746 ferite (+ 26%). L’identikit del pirata? Il 24,08% dei “pirati”, rivela lo studio, è straniero. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini, di età compresa tra i 18 ed i 44 anni, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Il 74,53% dei responsabili dei casi più gravi è stato smascherato, mentre il restante 25,47% degli autori è rimasto ignoto. Le vittime più frequenti della pirateria stradale sono i pedoni (con 216 casi: 50 morti e 200 feriti) e i ciclisti (con 61 casi: 13 morti e 58 feriti). Nella mappa della pirateria stradale al primo posto spicca la Lombardia, con 86 episodi (14,70%), al secondo il Lazio con 72 casi (12,31%), seguito da Emilia Romagna con 67 casi (11,45%), Sicilia con 48 (8,21%) e Toscana con 47 episodi (8,03%). Chiude la classifica la Valle d’Aosta con nessun caso di pirateria stradale nel 2010. Ma l’irresponsabilità sulle strade italiane non viaggia solo a bordo dei cosiddetti “pirati” e non necessariamente sfocia in episodi di criminalità. Spesso l’irresponsabilità si traduce in mancato rispetto della sicurezza e colpisce i più indifesi, i bambini. Nel 2010, 280 incidenti gravi hanno coinvolto bambini, 56 di questi sono stati mortali. Tra le vittime soprattutto i più piccoli: nella fascia d’età che va da 0 a 5 anni si contano 26 morti e 102 feriti. 360 sono invece i bambini tra gli 0 e i 13 anni rimasti feriti, 59 quelli morti: 41 di questi erano trasportati in auto e in molti casi non assicurati con seggiolini e cinture. Sono più di 6.000 le persone che ogni anno, in Europa, muoiono per non aver allacciato le cinture di sicurezza, anteriori e posteriori. Secondo i dati dell’Asaps, in caso di incidenti tra veicoli, più del 20% dei morti viene sbalzato fuori dall’auto: molto spesso si tratta proprio di passeggeri dei sedili posteriori che non avevano le cinture allacciate. Di qui l’importanza delle cinture di sicurezza. A parlare sono i dati: secondo uno studio dell’Unione Europea ogni anno si eviterebbero 6/7.000 morti (dei circa 50.000 dell’UE) se tutti utilizzassero le cinture, sia conducenti che passeggeri. Nemmeno a farci apposta nella campagna dedicata alla sicurezza, lanciata da Autostrade per l’Italia, dal titolo “I 12 mesi della Sicurezza Stradale”, marzo è stato proprio il mese dedicato alle cinture di sicurezza. Lo slogan di marzo? “La cintura mi da fastidio, la testa contro il vetro però è molto peggio”. Tra i comportamenti errati di guida, l’ISTAT, segnala il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata come le prime tre cause di incidente: il 44,7% dei casi è riconducibile ad una di queste cause. Sulle strade italiane sono i giovani la categoria più a rischio: feriti e morti, secondo il Rapporto ACI-ISTAT, si concentrano maggiormente nella fascia d’età compresa tra i 20 e 24 anni. Mentre il giovedì e il venerdì sono, inoltre, i giorni della settimana con il più alto indice di incidentalità, la domenica presenta il più alto indice di mortalità (3 morti ogni 100 incidenti), seguita a ruota dal sabato (con 2,4 morti ogni 100 incidenti). La fascia notturna rimane la più fatale: dalle 22 alle 6 si registra un’impennata dell’indice di mortalità. Insomma, di notte avvengono meno incidenti, ma più pericolosi: nella fascia notturna si verificano tra i 2,7 e i 5,2 decessi ogni 100 incidenti. Gli incidenti del venerdì e del sabato notte rappresentano il 43,2% del totale degli incidenti notturni, mentre i morti e i feriti del venerdì e del sabato notte sono, rispettivamente, il 42,1% e il 45,6% del totale. Spesso la colpa è di alcool e sostanze stupefacenti. Stando ai controlli effettuati da Polizia Stradale e dai Carabinieri nel 2010, ammontano a 4.244 i conducenti denunciati per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Polizia Stradale e Arma dei Carabinieri hanno, inoltre, sequestrato 4.545 veicoli, di cui 4.029 per guida in stato di ebbrezza alcolica con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, e 516 per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. A seguito del divieto assoluto di bere per talune categorie di conducenti (minori di 21 anni, neopatentati e conducenti professionali di persone e cose), introdotto con la Legge numero 120 del 29 luglio 2010, la sola Polizia Stradale ha accertato, dal 30 luglio scorso al 26 dicembre, ben 907 infrazioni. A fare il primo bilancio, seppur provvisorio, delle cosiddette “stragi del sabato sera” è sempre l’Asaps: dall’inizio dell’anno al 19 dicembre 2010, nelle notti dei fine settimana, Polizia Stradale e Carabinieri hanno accertato 5.308 incidenti, di cui 183 mortali con 210 vittime (30 in meno dell’anno precedente); effettuato 321.781 “soffi” negli etilometri, il 7,6% dei quali sono risultati positivi; denunciato 814 persone per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti; sequestrato 1.786 vetture. Più in generale, ammontano a 2.876.079 le infrazioni al Codice della strada contestate nel 2010 da Polizia Stradale e Carabinieri, a 840.256 quelle per eccesso di velocità. Per quanto riguarda le sanzioni il 2010 ha chiuso con 4.074.673 punti decurtati, 84.438 patenti di guida e 91.708 carte di circolazione ritirate. Dulcis in fundo, i primi dati dell’incidentalità del fine settimana registrati nel 2011 che lanciano segnali positivi per l’anno in corso. Secondo i dati dell’Asaps, in base ai rilievi effettuati nel primo trimeste dell’anno dalla polizia Stradale e dai Carabinieri nei fine settimana, il numero degli incidenti (9.367) è diminuito sensibilmente rispetto ai 10.956 dello stesso periodo del 2010, registrando un calo di 1.589 sinistri, pari a un -14,5%. Il 2011 sembra aver aperto, oltre che con meno incidenti, anche con meno feriti, passati da 7.909 del 2010 a 6.718 del 2011, pari a un -15% e con meno decessi, scesi dai 289 a 261, con 28 vittime in meno e una diminuzione del 9,7%. Ancora più positivo il dato riguardante la mortalità notturna dei primi tre mesi del 2011: dai 104 decessi nel primo trimestre del 2010 si è scesi a 81 decessi con 23 vittime in meno e una flessione del 22,1%. Insomma, nonostante la provvisorietà dei dati, il 2011 sembra essere già sulla “buona strada”, una strada meno “incidentata”, una strada con meno morti e meno feriti, una strada più sicura..