FILIERA ELV: LE PROSPETTIVE DEL PRODUTTORE ITALIANO

Il Responsabile ELV di Fiat Group Automobiles fa un bilancio della Filiera al termine di ECOMONDO 2010

A due mesi dalla pubblicazione, sul numero di Agosto/Settembre del Notiziario, di una originale intervista al Responsabile E&D – End Life Vehicles & Car Recycling, Fiat Group Automobiles S.p.A., Ing. Salvatore Di Carlo, conclusa la 14° edizione di ECOMONDO, siamo tornati a contattarlo per un bilancio dell’esperienza del Padiglione ELV e delle manifestazioni che ivi hanno avuto luogo.
Nell’occasione, abbiamo tentato di fotografare lo stato dell’arte della Filiera italiana, i punti irrisolti e le prospettive, dal punto di vista del principale produttore italiano di autoveicoli.
Ing. Di Carlo, può farci un bilancio della appena conclusa 14a edizione di ECOMONDO? Dal mio punto di vista il bilancio di ECOMONDO 2010, almeno per quanto concerne le attività e la frequentazione dell’Area ELV, non può che essere positivo, stante la numerosa frequentazione degli eventi che vi hanno avuto luogo, la qualità dei workshop e dei tanti presti- giosi inter venti, senza contare la quantità delle aziende presenti.
Inoltre, ho notato una buona partecipazione di pubblico, soprattutto nei numerosi momenti di confronto e dibattito favoriti dal “clima” della Fiera di Rimini che ha puntato molto sulla possibilità di offrire uno spazio di confronto fra gli espositori e i vari portatori di interesse.
Quali sono, a suo avviso, le risultanze emerse durante i tanti momenti di confronto avvenuti nel Padiglione ELV e come giudica l’attuale stato dell’arte della Filiera, le sue problematiche e prospettive?
Per quanto riguarda la prima domanda, principalmente è emersa una diffusa consapevolezza da par te di tutti gli operatori coinvolti nella Filiera ELV di essere valorizzati all’interno di un settore industriale specifico.
Tale sicurezza è emersa chiaramente nei tanti momenti di confronto che sono nati all’interno della Fiera e si è manifestata attraverso interventi e domande puntuali e variamente circostanziate, soprattutto nell’ambito del quadro normativo vigente.
Ho notato un grande interesse da parte di tutti i protagonisti della Filiera nel merito della normativa nazionale ed europea soprattutto per quanto concerne lo sbocco di mercato per quelle tipologie di materiali di risulta dalla demolizione più difficilmente collocabili rispetto ai tradizionali rottami, ovvero: plastiche, gomme, vetro…
C’è la chiara esigenza di aprirsi verso mercati nuovi e di mettersi in gioco per aumentare la qualità dei propri servizi.
Qual è dall’angolazione dei Produttori, lo stato di attuazione della Direttiva 2000/53/CE sul fine vita dei veicoli?
Anche in questo caso dobbiamo essere abbastanza soddisfatti e, ancora una volta, la riprova ci viene dalla rinnovata consapevolezza degli stakeholders di far parte di un progetto che travalica i confini del Paese per avere effetti sull’intero continente europeo.
Tuttavia il grado di soddisfazione si misura anche con risultati concreti; non dobbiamo dimenticare che i dati pubblicati da Eurostat, l’organo statistico ufficiale dell’UE, hanno già dimostrato che l’Italia ha fatto un notevole balzo in avanti nella direzione dell’attuazione della Direttiva in nuce che sta per essere trasposta nell’ordinamento nazionale e verso il raggiungimento degli obiettivi-target.
I dati 2010 (relativi al 2008) parlano di un livello di realizzazione della percentuale di riciclaggio di autoveicoli in Italia, pari all’84,3% e di recupero (compreso quello energetico), pari all’87,1%.
Se riandiamo con la memoria a qualche anno fa, quando le forti discussioni all’interno della Filiera mettevano in primo piano le difficoltà a raggiungere il primo degli obiettivi-target di allora (80%), oggi possiamo essere orgogliosi, come Paese, di aver superato, e non di poco, i due target che l’UE ha imposto sulla Filiera di riciclaggio degli autoveicoli a fine vita. Naturalmente non dobbiamo fermarci a questo punto, perché siamo tutti coscienti del fatto che gli ottimi risultati non vanno solamente mantenuti, bensì continuamente superati.
Tuttavia, sappiamo bene che le difficoltà attuali a mantenere lo status quo dipendono molto dagli effetti della crisi economica che limita di molto l’operatività delle imprese coinvolte. Eppure, abbiamo di fronte un ulteriore traguardo da raggiungere al 2015 per il quale già da oggi dobbiamo attrezzarci.
Un aspetto problematico che da tempo aspetta la risoluzione è quello relativo alla gestione del car-fluff.
In che modo si intende implementarne la valorizzazione energetica, in considerazione della futura impossibilità di smaltimento dello stesso in discarica?
Lei ha toccato un nervo scoperto, perché se è pur vero che siamo molto vicini al target di riciclo meccanico previsto dall’UE, sul fronte del recupero energetico, siamo molto distanti dagli obiettivi al 2015.
È chiaro che il dibattito tra smaltimento e recupero energetico è piuttosto stringente e attualmente, fra stakeholders, ci si sta confrontando molto su come affrontare il problema.
A questo proposito la filiera ELV ha proposto delle apposite Linee di indirizzo che si muovono su due percorsi paralleli: da un lato, l’implementazione del riciclo effettivo, dall’altro, la garanzia di tecnologie ambientalmente compatibili per la valorizzazione energetica dei residui non più altrimenti riciclabili.
Non nascondo che accanto ad una doverosa garanzia di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, tale valorizzazione energetica dovrà rispondere a precisi obiettivi di efficienza energetica tali da garantire le capacità industriali coinvolte. Su questo punto l’intera Filiera dovra lavorare di concerto con le pubbliche Istituzioni perché, è chiaro, il problema ha un peso notevole dal punto di vista degli impegni economici.
In questo campo, quindi, ben vengano tutti i suggerimenti ed i contributi scientifici e tecnologici da parte dei singoli operatori coinvolti nel campo energetico, soprattutto quelli che già da tempo sperimentano iniziative in tale direzione sul territorio.
Per quanto riguarda Fiat Group Automobiles, già da un anno e mezzo procede il Progetto “Target Fluff” che, con il coordinamento del Centro Ricerche Fiat coinvolge tre Gruppi Industriali direttamente coinvolti nella Frantumazione dei veicoli.
Questo progetto ipotizza oltre alla ottimizzazione della separazione dei metalli dal fluff, la realizzazione di impianti industriali di tipo innovativo nel recupero energetico del car fluff residuale; in sostanza, si punta ad impianti che utilizzano le tecnologie di pirolisi e massificazione e permettano il raggiungimento di elevati standard qualitativi e quantitativi in termini di efficienza energetica ed ambientale.
Secondo i dati presentati ad ECOMONDO nel Rapporto “L’Italia del Riciclo 2010” a cura di FISE-UNIRE, la recente crisi dei mercati internazionali ha prodotto un duplice effetto sul settore del recupero dei rifiuti: l’accelerazione dello spostamento del baricentro economico verso i Paesi emergenti e la contrazione di domanda ed impiego di materie prime seconde ricavate dai rifiuti.
Come si dovrà operare nella Filiera ELV per ottimizzare la captazione di tutti i materiali derivanti dal fine vita degli autoveicoli, onde favorirne il massimo recupero e riciclo in Italia?
Il problema è delicato e, come lei ha accennato, coinvolge vari settori dell’economia e del mercato.
Il tutto andrà affrontato dalle imprese, tutte quelle coinvolte nella Filiera, con l’appoggio del Governo e di chi ha responsabilità legislative. Occorre costruire un sistema di norme e di regole che permettano di sfruttare le nostre “miniere” di materie prime secondarie ed il nostro know-how nel settore del riciclo e del recupero.
È vero che la crisi ha messo a nudo nervi solo apparentemente “coperti”, pur tuttavia, se vogliamo risollevare le sorti economiche del Paese non si possono non rivedere i flussi di materiali, soprattutto quelli metallici.
Accanto ad una auspicabilmente rinnovata capacità di “attrazione” dei materiali, occorre tener presente che, allorquando si parla di gestione dei rifiuti, l’UE molto saggiamente impone dinamiche di prossimità.
Ebbene, proprio su questo punto, grazie all’appoggio delle Istituzioni pubbliche, c’è la possibilità di realizzare norme specifiche    per    promuovere    una    sor ta di riciclaggio a “kilometro 0”.
Ecco, sono convinto che ottimizzando i processi locali e rendendoli sempre più convenienti, si garantisce il riutilizzo completo dei materiali trattati dalla Filiera italiana ELV con reciproca soddisfazione di quanti hanno a cuore tanto le problematiche ambientali, quanto quelle legate all’esercizio di impresa.
Ancora una volta, ad ECOMONDO, si sono levate le voci critiche dalla categoria degli Autodemolitori che lamentano di essere confinati ai margini della Filiera. Quali prospettive esistono per questo tipo di imprese?
Le prospettive non sono cambiate nel tempo, sono ancora forti. Nella Filiera ELV ci sono ruoli precisi e ben caratterizzati da competenze professionali diverse con una paritetica dignità nei confronti del lavoro.
Non è un caso, infatti, che lo start-up rappresentato dall’Accordo di Programma Quadro siglato dal Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’ISPRA, veda la par tecipazione di tutti i protagonisti delle Filiera in un sistema che non ha precedenti ed uguali in Europa.
In questa catena il ruolo dell’Autodemolitore è fondamentale! La dignità ed il valore di questo ruolo non è mai stata messa in discussione e nessuno deve andare ad occuparlo per il rischi di ritrovarsi in difetto di competenze ed esperienze specifiche. All’interno della Filiera esiste, quindi, uno spazio specifico in cui il know-how del demolitore è richiesto per garantire il corretto funzionamento della Filiera stessa.
Dal nostro punto di vista c’è la volontà di continuare il lavoro a partire da queste fondamenta, perché solo lavorando insieme, potremo dialogare con più forza con le Istituzioni pubbliche, il nostro maggior interlocutore e garante.

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