AUTODEMOLIZIONE: RAZIONALIZZARE LE REGOLE?

Imponente partecipazione al Convegno promosso da CAR

Grande successo in termini di partecipazione è stato riscosso dal Convegno “Autodemolizione: Razionalizzare le Regole?”, che si è tenuto il 5 novembre scorso presso la Fiera di ECOMONDO a Rimini, organizzato da CAR, Confederazione Autodemolitori Riuniti, durante il quale, sono stati illustrati ai rappresentanti del Governo e degli Organi di controllo le gravi problematiche, le difficoltà di applicazione delle norme che riguardano la categoria, la difficile intesa con le Reti delle Case automobilistiche e il complicato avvio dell’operatività del Sistri.
La Confederazione è da sempre convinta che solo attraverso il confronto e il dialogo costante con le Istituzioni e gli Organi preposti al controllo si possono ottenere dei risultati concreti. Con il grande successo di pubblico che ha ottenuto questo Convegno, ancora una volta CAR ha dimostrato la capacità e la volontà di difendere le proprie aziende.
I lavori sono stati aperti dall’intervento di Alfonso Gifuni, Presidente Nazionale di CAR, il quale ha tenuto a ribadire un concetto fondamentale per la categoria:“Noi vogliamo, come è giusto che sia, pagare eventuali responsabilità, qualora dovessimo commetterne, ma pagarle nella giusta dimensione”.
Secondo la normativa attuale, infatti, se si sbaglia una procedura documentale o la compilazione di un modulo, un’impresa può essere posta a giudizio penale per imputazioni pari a quelle di coloro che commettono traffico internazionale di rifiuti!
Da tempo, la normativa ambientale è oggetto di continue riscritture e aggiornamenti, spesso appesantite da ulteriori interventi dell’Unione Europea, che non sempre vengono recepiti nei tempi previsti.
In questo senso, il delitto ambientale, recentemente introdotto dal Legislatore, rischia di livellare le differenze tra reato colposo e reato doloso, esponendo la categoria al rischio di pesanti sanzioni penali con gravissime conseguenze dal punto di vista imprenditoriale.
Lo stesso Gifuni, sostiene che un sequestro cautelare con i sigilli posti nei cancelli dell’impianto di autodemolizione rappresenta un danno d’immagine disastroso per l’azienda, che nel giro di pochi giorni rischia di perdere non solo anni di credibilità, ma anche l’accesso a gare per l’acquisizione di autoveicoli da rottamare. Per questo motivo la nota tecnica sulle necessità della categoria è stata affidata all’Avv. Sergio Rastrelli, Penalista del Foro di Napoli, che ha affrontato il tema del Convegno da un punto di vista prettamente tecnico-giuridico.
Il giurista ha ricordato i primi passi di CAR, confermando il successo della scelta iniziale del sindacato di avere una natura estroflessa, proiettata verso l’esterno, tutta tesa ad individuare momenti di confronto e non di rivendicazione, e a promuovere il dialogo con tutte le Istituzioni coinvolte, nella convinzione che questa strada politica è l’unica perseguibile nella direzione di una maggior tutela dell’intera categoria.
“Voi vivete, come categoria, una sovraesposizione da rischio giudiziario – ha sostenuto l’Avv. Rastrelli – Non c’è momento nella vostra attività imprenditoriale in cui non corriate il rischio di porre in essere condotte, non sempre supportate dal dolo, quindi dalla vostra volontà, alle quali possono essere riconnesse conseguenze di ordine penale.” Secondo il Penalista, il valore dell’ambiente è stato finalmente riconosciuto come un bene indispensabile da tutto il mondo occidentale ed è giusto che ci sia il massimo rigore per la sua protezione, una maggiore attenzione nei suoi confronti e che si ponga in essere il massimo sforzo per combattere la criminalità che opera in questo settore a tutti i livelli.
I dati sono allarmanti: in Italia avviene un illecito ambientale ogni 43 minuti. Nel 2009 sono state riscontrate ben 12.000 attività illecite, sono state denunciate oltre 10.000 persone e sono stati effettuati 2.800 sequestri.
In un panorama così preoccupante, non si può non condividere un’impostazione di rigore per combattere le eco-mafie del nostro Paese, però in questo modo tutte le sanzioni, connesse alle violazioni, rischiano di essere acriticamente applicate, penalizzando l’intera categoria degli autodemolitori.
Nell’ordinamento giuridico si distinguono i reati in delitti e contravvenzioni. Ogni qual volta c’è una responsabilità connessa ad illeciti ambientali, questa rientra nelle fattispecie delle contravvenzioni. I delitti e le contravvenzioni si distinguono a seconda della specie di pena prevista dal codice penale: i delitti sono quei reati per cui è prevista la pena dell’ergastolo, della reclusione e della multa, mentre le contravvenzioni sono quei reati per cui è prevista la pena dell’arresto e/o dell’ammenda.
Mentre per il delitto occorre provare sempre la responsabilità in termini di dolo, per le contravvenzioni questo vincolo non esiste. È sufficiente il fatto oggettivo di aver violato la norma per esserne direttamente sanzionati.
“CAR non ha esitazioni – ha sostenuto l’Avv. Rastrelli – promuove l’inasprimento delle sanzioni e una riforma del Codice che punisca, anche drasticamente, il reato ambientale a condizione che si punisca il delitto ambientale, cioè punendo chi viola il precetto con la consapevolezza di violare quel precetto”. La richiesta di CAR, quindi, è quella di utilizzare lo strumento penale quando ci sia effettivamente un danno per l’ambiente e la collettività; per converso, se ci sono delle responsabilità di ordine formale, documentale, in assenza di conoscenza o di volontà di violare il precetto, come leggere irregolarità o inesattezze documentali, bisogna uscire dalla sfera penale.
Questo tipo di responsabilità devono essere depenalizzate, ovviamente sanzionate, ma nelle forme dell’illecito amministrativo. Inoltre, mentre i delitti punirebbero fatti produttivi di danno, le contravvenzioni punirebbero fatti produttivi di pericolo, quindi nell’attività imprenditoriale di autodemolizione non ha senso punire a titolo di responsabilità penale delle omissioni di ordine puramente formale, soprattutto se non producono nessun danno o pericolo per l’ambiente.
È opportuno, quindi, secondo quanto emerso dall’intervento dell’Avv. Rastrelli, continuare il percorso del dialogo con il Legislatore e con gli Organi di Controllo. Poiché le eco-mafie si annidano proprio dove la norma è incerta o di dubbia interpretazione; sono necessarie risposte certe e interpretazioni univoche che coinvolgano tutti gli operatori del settore, affinché la categoria degli autodemolitori possa essere veramente garantita per il futuro.
Dopo la nota introduttiva dell’Avv. Sergio Rastrelli, la parola è passata a Mario Turco, Segretario nazionale CNA Servizi alla Comunità, che ha proposto alcune considerazioni politiche sul tema del Convegno.
La CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle piccole e Medie Imprese, è molto interessata alla filiera dell’auto per tutto il sistema delle imprese che operano nel settore. Dopo un accordo nazionale, infatti, sta avvenendo una vera e propria affiliazione di CAR alla CNA, che permetterà una maggiore tutela della categoria.
Secondo Mario Turco, quando si parla di razionalizzazione della norma, si pensa in automatico alla sua semplificazione. “La semplificazione interessa molto alle aziende. Semplificare vuol dire spesso scrivere norme chiare, snellire procedure, eliminare passaggi ridondanti.Tutto questo poi si concretizza nel fatto che si riduce di molto anche il rischio di sbagliare, il rischio di sanzioni, che preoccupano molto”.
Il secondo argomento affrontato dal Segretario nazionale CNA è stato il SISTRI. Per la CNA, “il principio è buono e l’idea va perseguita”, ma è un sistema che va profondamente modificato attraverso il dialogo costruttivo e il confronto continuo con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
L’ultima questione affrontata dal Dott.Turco è stata di carattere giuridico. “Un buon impianto normativo – ha dichiarato – dovrebbe funzionare con la prevenzione, il controllo e la sanzione; e tutta la filiera deve essere invasa da questo concetto di semplificazione. Quando non funziona tutta la filiera, inasprire la sanzione, non risolve il problema,né, storicamente, lo ha mai fatto”.
CNA, quindi, auspica, attraverso il confronto tra Associazioni di Categoria e Governo, la costruzione di un impianto normativo attorno la filiera, che concentri l’attenzione sulla prevenzione e affinché le sanzioni abbiano la giusta proporzione. Il Convegno di Rimini è stato, in quest’ottica di confronto e di dialogo con tutti i soggetti coinvolti, un’occasione per incontrare gli Organi preposti al controllo, che, secondo il Presidente CAR, molto spesso non si rendono conto di quanti danni, soprattutto di immagine, devono subire le aziende a causa delle sanzioni previste dalla normativa vigente.
L’Avvocato Giuseppe Giove, Comandante Regionale Emilia Romagna del Corpo Forestale dello Stato, in rappresentanza degli Organi di Controllo, ha dichiarato: “Non esiste e non deve esistere una cultura manichea del controllo. Non ci sono i buoni che controllano e cattivi che vengono controllati. Questo è un mio convincimento forte. Io ritengo che i fenomeni di criminalità possano essere sconfitti solo se c’è una forte partecipazione dei soggetti del mondo associazionista, di quel mondo che deve tutelare coloro che sono onesti e che fanno il loro dovere”.
Il Comandante Giove ha ribadito, quindi, l’importanza della cultura della solidarietà e della partecipazione di tutte quelle forze sane ed oneste che fanno parte del settore. Con la notevole mole di norme, che esiste oggi in Italia, è molto facile che si creino delle situazioni di prevaricazione da parte degli Organi di Controllo e da parte dei controllati.
Per questo motivo, secondo Giuseppe Giove, è necessaria una riscrittura dell’intero sistema penale. “Il diritto penale è un diritto residuale, è un diritto che deve arrivare quando altri tipo di diritto non riescono a salvaguardare quello che è l’aspetto solidale del vivere”.
Anche nell’intervento del Sottosegretario di Stato alle infrastrutture, Bartolomeo Giachino, è stata sottolineata la necessità di norme chiare e di interpretazione univoca, per rispetto di tutti quegli imprenditori che operano in modo onesto e legale.
“Il Governo ha avuto una legislatura molto difficile – ha ricordato il Sottosegretario – in quanto ha dovuto affrontare una delle crisi più dure dal 1929, una crisi che, secondo il Sottosegretario, il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti aveva previsto e ha saputo gestire bene, meglio di altri paesi europei. In questo momento, in cui la crisi sembra aver allentato la sua morsa, bisogna pensare e programmare la ripresa”.
Giachino, inoltre, ha ricordato tutte le azioni poste in essere dal Governo per il settore dei trasporti, dal nuovo Codice della Strada al nuovo Piano della Logistica, dentro il quale troveranno spazio il ruolo del mondo collegato ai costruttori e alla fine del ciclo di vita dell’auto.“Sono due strumenti – ha concluso – per i quali il Governo si dichiara disponibile al confronto e all’ascolto di tutti i soggetti coinvolti”.
Nella sua relazione conclusiva, Alfonso Gifuni, Presidente di CAR, ha voluto focalizzarsi proprio in quest’ottica di confronto con il Governo e con le Forze dell’Ordine preposte al controllo, affinché si giunga ad un’interpretazione delle reali intenzioni dell’operatore e vengano imputate solo quelle responsabilità in cui sia riconoscibile la volontà di creare danno all’ambiente.
“Noi vogliamo riuscire a conseguire un rapporto di pari dignità con tutti gli organismi della società italiana. – ha dichiarato il Presidente Gifuni – Riteniamo, come tutte le imprese italiane e come tutti gli imprenditori, che abbiamo il diritto di non avere alcuna discriminante nei nostri confronti, come purtroppo molte volte è accaduto”.
“È importante sottolineare la dignità dell’operato della categoria e rivendicare le garanzie a tutela della libertà d’impresa, pur nella completa adesione delle norme che regolano il settore dell’autodemolizione e la tutela ambientale in generale”.
“Noi oggi stiamo tentando, sulla strada che seguiamo da tempo, di conquistarci tutta questa dignità e tutta questa considerazione, così come noi l’abbiamo nei confronti di tutti partner istituzionali e non, con i quali abbiamo trattato – ha continuato Gifuni – Noi rispettiamo le forze dell’ordine, noi rispettiamo il Governo, noi rispettiamo qualsiasi soggetto imprenditoriale con il quale abbiamo trattato, ma non siamo più d’accordo ad essere succubi o a non farci rispettare da nessuna di queste istituzioni.”
Il CAR ha riconosciuto a questo Governo e ad alcuni dei precedenti di aver avuto un dialogo costruttivo e di essere stati ascoltati, ma ha denunciato anche la discriminazione che la categoria deve subire continuamente da partner commerciali, come ad esempio le Case automobilistiche o le Concessionarie di automobili. L’autodemolizione rappresenta un anello importante della filiera dell’auto e possiede un ruolo di estrema importanza all’interno della società, perché trasforma il rottame in materie prime seconde.
Prima della nascita di CAR, la categoria era un agglomerato di soggetti individuali in feroce concorrenza tra loro, oggi grazie a questo sindacato queste aziende hanno un loro peso e rivendicano al Governo la stessa considerazione che hanno le altre imprese italiane.

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