Mercato Auto Italia: dicembre chiude in negativo, – 27,9%

Rispetto all’intero 2019 le immatricolazioni sono calate a più di mezzo milione (-15% solo nell’ultimo mese dell’anno), ma il settore aspetta gli effetti delle nuove misure incentivanti l’acquisto di nuovi mezzi, anche commerciali.

Mercato auto Italia dicembre 2020

Nel 2020 confermate le previsioni di un pesante segno negativo per il settore auto anche nel nostro Paese che, nel mese di dicembre ha chiuso il consuntivo annuale con un amaro -27,9% pari a ben 535.000 vetture immatricolate in meno rispetto all’anno precedente.

I dati dell’ultimo mese dell’anno confrontati con l’omologo 2019 parlano chiaro: -15% che significa 119.454 unità immatricolate contro le precedenti 140.448.

La deludente “fotografia” emerge da un comunicato congiunto diramato ieri dalle Associazioni di categoria ANFIA, UNRAE e Federauto che rappresentano i marchi nazionali, quelli esteri e il tessuto delle concessionarie italiane e che hanno fatto il “punto” su un anno particolarmente drammatico per il settore e l’intera filiera automotive.

Un annus horribilis sul quale hanno pesato fortemente le varie strategie di contenimento della pandemia appena mitigate nei mesi estivi dalle iniziative di sostegno all’acquisto di autoveicoli nuovi.

Archiviamo il 2020 come l’anno più difficile del dopoguerra per il nostro settore ma guardiamo al 2021 con fiducia” ha dichiarato Paolo Scudieri, Presidente ANFIA rimarcando positivamente le recenti misure incentivanti l’acquisto di autoveicoli e veicoli commerciali meno inquinanti previste nella Legge di Bilancio (NdR: Legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”), pubblicata sul finire del 2020 nel Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale (n. 322 del 30/12/2020).

Nel sottolineare come tali misure: “oltre a sostenere la domanda, favoriranno la ripartenza della produzione industriale di autoveicoli e componenti a beneficio dell’intera filiera automotive, con ricadute positive sui livelli occupazionali e sugli investimenti per la transizione green e digitale“, il Presidente dell’Associazione Nazionale filiera Industria Automobilistica ha ricordato come: “Per la prima volta dall’inizio della pandemia e dopo ripetute richieste, la manovra ha finalmente incluso anche un intervento a supporto della ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri, introducendo contributi all’acquisto di nuovi mezzi differenziati in base alla massa totale a terra, all’alimentazione e all’eventuale rottamazione del vecchio veicolo. Si tratta di un segnale importante per un comparto che rappresenta una parte considerevole della nostra filiera produttiva e che nel 2020 ha confermato la sua strategicità per una logistica delle merci efficiente fino all’ultimo miglio, anche nelle condizioni eccezionali che abbiamo vissuto e che hanno dato un’ulteriore spinta al commercio elettronico“.

Analogo plauso alle misure incentivanti la mobilità sostenibile e il rinnovo del parco auto è arrivato da Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di FEDERAUTO che ha rimarcato come durante i mesi più duri della pandemia si è drasticamente ridotta la propensione all’acquisto da parte dei consumatori “mettendo in crisi una intera filiera, la filiera che più incide sulla crescita economica del Paese“. “Fintanto che non saremo certi di essere usciti dalla pandemia – ha aggiunto – la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro resteranno sospese nell’incertezza“.

E se le misure previste nella Legge di Bilancio rappresentano una boccata d’ossigeno, per la Federazione Italiana dei Concessionari d’Auto il messaggio è chiaro: “il lavoro da fare non è certamente esaurito perché il Recovery fund sarà la sfida in cui il nostro impegno comune sarà ancora determinante per trasformare l’incertezza in nuove opportunità di crescita del mercato“.

Un ulteriore stimolo alla riflessione è arrivato dal Presidente di UNRAE, Michele Crisci, che, vede nelle ultime misure varate dal Parlamento: “un passo avanti, dal quale bisogna partire per lavorare insieme ai decisori politici a una nuova stagione della mobilità“.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha aggiunto – non potrà prescindere dall’auto e dalle innovazioni alle quali da tempo lavorano i costruttori, senza dimenticare le necessarie infrastrutture pubbliche idonee ad agevolare la diffusione di nuove tipologie di vetture. Inoltre, al fine di non perdere competitività con le concorrenti imprese europee, che godono di particolari agevolazioni fiscali, auspichiamo che in Italia possa finalmente essere rivisto il sistema di detraibilità e deducibilità per i veicoli aziendali“.

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