Veicoli commerciali Ue: modesta ripresa delle immatricolazioni in novembre, +0,1%

Ma il consuntivo degli 11 mesi 2020 segna un pesante -20,3%.

mercato Ue  veicoli commerciali novembre 2020

Modesta ripresa per il mercato europeo dei veicoli commerciali che, nel mese di novembre, chiude con un timido 0,1% (variazione percentuale positiva rispetto a novembre 2019), pari a 167.315 nuove unità in totale (quando erano 167.216 nello stesso periodo dello scorso anno).

Ma, i dati relativi agli 11 mesi del 2020 segnano un calo significativo del -20,3% per tutto il settore (1.546.303 nuove unità contro le precedenti 1.939.631) con tutti i mercati dell’Unione caratterizzati da performance negative a doppia cifra senza alcuna esclusione.

È questa la fotografia del mercato europeo dei veicoli commerciali scattata, come di consueto dall’Associazione Europea dei Costruttori Automobilistici – ACEA nel suo report mensile. Una fotografia molto in chiaroscuro e che risente pesantemente degli effetti economici dovuti alla pandemia ancora in atto.

Se si guarda al solo mese di novembre, si può assistere ad una sostanziale disomogeneità dei risultati a livello di singolo Paese Ue, con picchi positivi del 35,1% (Lituania) e altrettanti negativi, come il – 26,3% raggiunto dalla Croazia. Un andamento che si è riflesso anche sui principali key market ove Spagna e Francia hanno subito contrazioni rispettivamente del -7% e del -3,1%, mentre il mercato italiano e quello tedesco sono riusciti ad espandersi, rispettivamente dell’11,7% e del 4,3%.

Sulla base dei dati raccolti e processati a partire dallo scorso gennaio, invece l’andamento del mercato è decisamente negativo e diffuso e anche i quattro principali mercati dell’eurozona hanno registrato diminuzioni a due cifre (sebbene meno pesanti rispetto ai mesi precedenti): Spagna (-28,4%), Francia (-18,4%), Germania (-16,3%) e Italia (-15,6%).
Ma vediamo insieme la sintesi dei principali comparti.

Nuovi veicoli commerciali leggeri (LCV) fino a 3,5 tonnellate.
Lo scorso mese, rispetto a un anno fa, la domanda di veicoli commerciali leggeri è rimasta sostanzialmente stabile (-0,5% pari a 139.458 nuove unità rispetto alle precedenti 140.106). Anche in questo caso si è assistito ad una diffusa disomogeneità nelle performance dei 27 mercati con i 4 principali che si sono allineati alla dinamica; se le immatricolazioni nel comparto sono cresciute in Italia e Germania (10,3% e 6,2%), la domanda di furgoni e van si è contratta in Spagna e in Francia (-8,1% e – 3,8%).
Ma c’è chi ha avuto risultati peggiori come: Slovenia (- 36,4%); Croazia (-26,5%); Cipro (-26,5%), Svezia (-23%).

Sulla base degli 11 mesi del 2020 il calo complessivo nel comparto è stimato al -18,7% (1.294.344 nuove unità quando erano 1.592.912 precedentemente nell’analogo range temporale 2019). Tutti negativi e a doppia cifra i risultati dei mercati Ue con la Spagna che registra il calo più significativo fra i key market (-28,8%; anche se è la Svezia ad aver il dato peggiore in Europa: -36,8%); mentre le perdite sono state meno drastiche in Francia (-17,6%), Italia (-15,4%) e Germania (-13,4%).

Nuovi veicoli commerciali pesanti (HCV) di 16 tonnellate e oltre.
Segnali positivi sono arrivati lo scorso mese nel comparto degli autocarri pesanti che ha staccato un positivo 6% rispetto a novembre 2019 (1.160 unità immatricolate in più rispetto alle precedenti 19.460). Risultati disomogenei a livello di mercati anche in questo caso con l’Italia che stacca decisamente gli altri mercati principali: -+28,5% contro le contrazioni di Spagna (-1%), Germania (-0,3%) e Francia (-0,1%). Cresciuta decisamente in novembre la domanda in Lituania (+90,9%) e Polonia (+45,6%).

Risultati del tutto diversi se si considerano i dati complessivi degli 11 mesi 2020, con la domanda che sfiora il calo del -30% (-29,6%) in Europa pari ad una differenza di 79.239 unità immatricolate. Su base (quasi) annuale, tutti i 27 mercati hanno subìto un calo a doppia cifra cui non sono sfuggiti i 4 principali: Germania (-28,6%), Francia (-27,9%), Spagna (-23,9%) e Italia (-14,2%).

Nuovi veicoli commerciali medi e pesanti (MHCV) oltre 3.5 tonnellate.
Anche nel segmento degli autocarri medi e pesanti il mese di novembre ha visto conseguire una leggera ripresa: rispetto a novembre 2019 sono state immatricolate 889 unità in più che costituiscono un leggero + 3,7%). È ancora una volta l’Italia ad aver registrato la crescita migliore (+ 21,7%), seguita dalla Francia (+ 1,3%); viceversa, le immatricolazioni di autocarri medi e pesanti sono diminuite in Germania (- 3%) e in Spagna (-1%). Il picco positivo è stato raggiunto dalla Lituania (+82,4%), mentre, in assoluto, il mercato meno performante è risultato essere quello cipriota che ha letteralmente dimezzato la domanda interna.

Nel caso della valutazione sugli 11 mesi del 2020 anche il comparto MHCV ha subito una pesante contrazione (-27,7% pari a 226.427 unità contro le precedenti 313.338). Con la sola eccezione della Grecia che ha visto crescere la domanda (+34,7%), tutti gli altri mercati Ue hanno diminuito le immatricolazioni con variazione percentuale negativa a doppia cifra, inclusi, ovviamente, i principali key market: Francia (-26,2%), Germania (-26,1%), Spagna (-23,3%) e Italia (che comunque col -15,1% registra il calo minore).

Nuovi autobus e pullman medi e pesanti (MHBC) oltre 3,5 tonnellate.
Segno negativo, lo scorso mese, per il comparto dei veicoli a motore per la mobilità collettiva: le immatricolazioni sono diminuite in Europa del 5,1% passando dalle 2.786 unità del 2019 alle 2.644 attuali. Malgrado le performance positive dei mercati più in vista (Italia, + 27,0%; Francia, + 13,4%; Germania, + 11,6% e Spagna, + 5,8%), il risultato complessivo è frutto dei cali diffusi nei Paesi dell’Europa centrale.

La diminuzione della domanda è comunque palese a livello degli 11 mesi 2020 (-23,5%) con le nuove immatricolazioni ferme a 25.532 unità contro le precedenti 33.381 del 2019. A parte poche, sporadiche eccezioni positive (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Svezia), tutti i mercati hanno registrato cali a doppia cifra con Spagna (-41,3%) e Italia (-27,3%) decisamente più sofferenti rispetto a Francia (-9,5%) e Germania (-2,4%) che sono riuscite a contenere le perdite.

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