IMMATRICOLAZIONI IN PICCHIATA

Dopo gli incentivi a sostegno del mercato, calano le vendite e il mercato è KO!

Le cifre relative all’andamento dei livelli produttivi e dell’occupazione nel nostro paese nel settore dell’auto delineano una situazione tutt’altro che rosea. La produzione di auto nel 2009 ha toccato il punto più basso; cosa che non accadeva dal 1996. Il numero di auto prodotte nel 2009 è stato di 13,4 milioni. Nell’aprile del 2010 è stato annunciato il nuovo piano strategico del gruppo Fiat, che è peraltro pieno di indicazioni finanziarie, ma non da alcuna notizia sui temi dell’occupazione. Per quello che si sa al momento, nei prossimi anni l’occupazione nel settore dovrebbe diminuire ancora in Italia di almeno circa 2500 unità. Ma la società annuncia a sorpresa un forte aumento entro il 2014 dei livelli produttivi nel nostro paese. Si tratta certamente, per alcuni aspetti, di una bella notizia, ma nel frattempo la realtà sarà costituita da un rilevante livello di sofferenze ulteriori; oltre ai cali di occupazione già annunciati, si registrerà una cassa integrazione estesa, in relazione al cattivo andamento del mercato nazionale.

Il 2009 è stato, per i grandi mercati europei, un anno caratterizzato ovunque dagli incentivi alla rottamazione di vetture vecchie, più inquinanti e meno sicure rispetto ai nuovi prodotti presenti oggi sul mercato. L’effetto benefico degli incentivi trova conferma nel notevole svecchiamento del parco circolante che ha portato un impor- tante abbassamento delle emissioni di CO2 e che nello stesso tempo ha consentito a tale settore di difendere meglio le sue strutture e i suoi dipendenti dalle conseguenze più pesanti della crisi economica. Nei primi 5 mesi del 2010 le immatricolazioni delle auto in Europa sono leggermente salite, precisamente dell’1,9% rispetto ai primi 5 mesi dello scorso anno. Lo rende noto l’Associazione dei costruttori europei (Acea) attestando le immatricolazioni a 5.943.096 unità. Ma il buon andamento delle vendite è stato solo il frutto della coda degli incentivi statali, poiché legato alle prenotazioni effettuate a fine 2009. Passato l’entusiasmo post-incentivi, inizia la sofferenza del mercato delle 4 ruote. Ad aprile le immatricolazioni hanno cominciato a scendere fino a toccare un calo del 7,4% rispetto all’anno precedente. I dati relativi al mese di maggio somigliano molto a quelli di aprile: il calo globale rispetto allo stesso periodo del 2009 è stato del 13,79%. Inizia ora la vera tendenza del 2010, quando il mercato si trova a fare i conti con il basso livello degli ordinativi del primo trimestre di questo anno. Secondo i dati del Ministero deiTrasporti,a patire sono stati soprattutto i costruttori italiani (-26,23%), in particolar modo Fiat (-27,66%) e Alfa Romeo (-34,26%). Il risultato del gruppo Fiat è stato penalizzato dall’assenza del bonus statale e della mancata produzione di 8.000 vetture (500 e Panda), nello stabilimento polacco, a causa dei danni provocati ad alcuni fornitori dalle forti inondazioni. Le cose non sono andate bene neanche per i produttori stranieri: Ford, Honda, Porsche, Mini, Seat, Bmw e Audi dovranno necessariamente prendere provvedimenti per evitare di sprofondare. In controtendenza Renault (+21,69%), Toyota (+6,00%) e Volkswagen (+12,37%), che sono state le uniche grandi case capaci di reagire alla disfatta con campagne promozionali. Di contro, mentre le immatricolazioni calano, cresce il mercato dell’usato. Questo dimostra che gli italiani, nonostante la crisi, non rinunciano all’acquisto dell’auto, ma cambiano le modalità d’acquisto: si predilige l’acquisto senza intermediari, e ci si avvale soprattutto dei siti web che permettono la compravendita diretta. Intanto, anche nel mese di maggio prosegue la flessione del mercato dell’auto in Eurolandia (-9,3% pari a 1.129.508 nuove autovetture immatricolate contro le 1.245.656 del maggio 2009; dati Acea). Se si considerano, poi, i dati relativi alle nuove consegne, si evince che le 163.700 unità di maggio rappresentano un calo del 13,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il Governo ha manifestato la disponibilità a rinnovare gli incentivi per il 2010, ipotizzando però una riduzione del bonus. Un nuovo intervento sembra necessario, ma è presumibile che, se fosse ridotta l’entità degli incentivi, si potrebbe verificare una forte caduta dell’interesse da parte dei consumatori. Probabilmente proporre nuovi incentivi limitati nel tempo non sarebbe opportuno. I problemi del settore dell’auto andrebbero affrontati elaborando immediatamente provvedimenti necessari da tempo. L’Unrae evidenzia che per stabilizzare a livelli adeguati il mercato italiano dell’auto, che ha un peso così impor tante per l’economia globale del Paese, è necessario muoversi in due direzioni: un rinnovo strutturale del parco circolante ed una sostanziale riforma della fiscalità, insieme ad una riorganizzazione della burocrazia che in Italia governa l’automobile. Le prospettive per i prossimi mesi non inducono all’ottimismo. Secondo le stime anche il 2011 sarà difficile e si dovrà aspettare il 2012 perché il settore ritorni a ridosso dei 2 milioni di unità. Considerando il crollo degli ordini, nell’attesa di una ripresa economica, si rileva una maggior cautela delle famiglie italiane nell’affrontare acquisti di nuove autovetture. Ciò comporterà almeno in parte, a vanificare il vantaggio in termini di impatto ambientale acquisito nel 2009, quando le vetture ad alimentazione alternativa sono arrivate a triplicare la propria quota sul totale immatricolato, contribuendo a un notevole ribasso della media ponderata delle emissioni di CO2 del venduto (da 144,8 g/km nel 2008 a 136,6 g/km). Come afferma Eugenio Razelli, presidente Anfia, è necessaria una politica stabile per favorire la motorizzazione ecologica e in paticolare quella a metano. Eventuali incentivi andrebbero quin-i introdotti nel quadro di una politica ambientale che preveda interventi per tutti i prodotti e settori che determinano emissioni di CO2. L’esigenza sembra pertanto quella delle auto ecologiche perché avrebbero dei ritorni sia sul piano economico che ambientale.


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