Autoriparazione: la pandemia non frena il ricorso alle officine
Un automobilista su tre, a livello globale, prevede di ricorrere a spese di manutenzione nei prossimi mesi. L’Italia al primo posto nelle intenzioni degli automobilisti davanti a Cina, Germania, Francia e USA.
Recarsi dal meccanico o aspettare tempi migliori?
In un contesto di pandemia anche una semplice operazione di manutenzione potrebbe essere procrastinata stante le raccomandazioni a limitare gli spostamenti e gli assembramenti, tuttavia sembra che le intenzioni degli automobilisti, in questo senso, non siano molto influenzate dall’emergenza in atto.
Lo rileva un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec a partire dai dati contenuti in una recente indagine di McKinsey & Company (società internazionale di consulenza manageriale strategica) effettuata con l’obiettivo di monitorare gli effetti della pandemia in atto nel settore della mobilità. L’indagine, è stata condotta nel mese di settembre su un target rappresentativo di automobilisti scelto fra i maggiori mercati mondiali: USA, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Cina, Giappone.
Ebbene, dall’elaborazione fatta emerge che ben il 53% degli automobilisti prevede che l’emergenza in atto non avrà significative ripercussioni sulle intenzioni di recarsi dal meccanico, confermando, quindi, la volontà di non rinunciare alle spese di manutenzione auto ritenute di fondamentale importanza per la sicurezza del mezzo.
Non solo, a livello globale, il 32% degli automobilisti (uno su tre), prevede di ricorrere nei prossimi mesi ad un maggior numero di interventi in officina, mentre solo il 15% dichiara la necessità di posticipare al futuro gli interventi di manutenzione sull’auto a causa della crisi e del bisogno di limitare le spese.
È particolarmente interessante – fanno notare dall’Osservatorio – la rilevazione relativa ai dati raccolti nel campione Italia che, a livello mondiale, risulta il Paese che manifesta la maggior propensione a non rinunciare, anche in questo momento storico, alla manutenzione e riparazione dell’auto.
Infatti la differenza tra la percentuale degli automobilisti intervistati che prevedono di aumentare gli interventi in officina e quella di coloro che hanno dichiarato l’intenzione di limitarli o ridurli è positiva (+29) e decisamente superiore al “saldo” rilevato negli altri Paesi oggetto dell’indagine. Cina e Germania, ad esempio, hanno raggiunto un saldo pari a +26; Giappone (+16), Francia (+11), seguono a ruota gli USA con +10. Chiude la graduatoria il Regno Unito con un saldo di appena +5.
Sembra, dunque, che l’attenzione alla sicurezza e all’efficienza del veicolo sia maggiore in Italia che in altri Paesi spesso considerati più pragmatici.
Tuttavia, non si può non considerare un altro aspetto che emerge tra le righe di questi dati: probabilmente l’incertezza economica per il futuro, induce gli automobilisti ad una sostanziale prudenza nei confronti di eventuali acquisti auto, ingenerando, per risposta, una maggiore propensione alla buona efficienza del proprio veicolo.