Mercato auto italiano in ripresa con gli incentivi
Dopo una serie ininterrotta di cali il mercato italiano delle autovetture registra la prima crescita del 2020.
A settembre, secondo i dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le immatricolazioni di autovetture hanno segnato una crescita del 9,5%, con 156.132 unità rispetto alle 142.532 del corrispondente mese del 2019.
Negli ultimi tre giorni del mese è stato immatricolato il 34,4% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari, secondo le elaborazioni Dataforce, hanno rappresentato il 9,6% dei volumi di vendita mensili: in particolare, le auto-immatricolazioni dei dealer sono state 13.736, quelle delle case auto 1.238.
Il merito della crescita di settembre è degli incentivi previsti dal Decreto Rilancio così come è stato modificato dal Parlamento in sede di conversione in legge.
I dati positivi del mese scorso sono però all’inverso anche indicativi di quanto potrebbe verificarsi nei prossimi mesi se il Governo decidesse di fermare il volano rappresentato dagli incentivi, permettendo il riaccendersi di una crisi che, dal settore dell’auto, si potrebbe diffondere in buona parte dell’economia nazionale.
“Gli incentivi al mercato dell’auto varati dal Governo – ha commentato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – stanno fornendo quella necessaria boccata di ossigeno per superare una fase estremamente negativa, che purtroppo non è e non sarà di breve durata. Togliere l’ossigeno quando la fase acuta non è terminata, equivale a riaccendere la crisi e così rendere vani gli sforzi economici che lo Stato e le stesse Case automobilistiche hanno fatto per sostenere il mercato, finora con risultati confortanti”.
Secondo il Centro Studi Promotor, il risultato di settembre avrebbe potuto però essere molto più rilevante se lo stanziamento per gli incentivi non fosse stato rigidamente contingentato in funzione delle emissioni di CO2 al chilometro raggruppate in quattro classi: da 0 a 20 gr/km, da 21 a 60 gr/km, da 61 a 90 gr/km e da 91 a 110 gr/km.
Lo stanziamento per la classe di vetture con emissioni da 91 a 110 gr/km, che comprende anche auto con alimentazione a gasolio e a benzina, è risultato il più gradito al pubblico, ma si è esaurito già nella prima metà di settembre con un conseguente rallentamento nella crescita delle immatricolazioni.
E, probabilmente a metà ottobre, saranno esauriti anche quelli disponibili per la fascia 61-90 gr/km (150 milioni di euro, di cui residui meno di 70 milioni).
“Analizzando l’andamento delle immatricolazioni nel mese – ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto – vediamo che a metà settembre la crescita si è attestata ad oltre il +60%; con la rapida chiusura dei fondi destinati alla quarta fascia è iniziato il calo. Stiamo gestendo numerose lamentele da parte di clienti che avrebbero diritto al contributo statale ma ai quali, a causa dei fondi terminati nella fascia 91-110 g/km, non possiamo garantire gli importi previsti”.
Nonostante il dato positivo di settembre, le immatricolazioni nei primi nove mesi dell’anno raggiungono le 966.017 unità, oltre 500.000 auto perse rispetto a 1.468.237 del gennaio-settembre dello scorso anno, segnando un calo del 34,2%.
Da inizio anno ad oggi è stata stimata una perdita di fatturato derivante dalle mancate vendite di oltre 11 miliardi di euro e una perdita di gettito per l’Erario, tra mancati incassi di IVA, IPT e tasse di immatricolazione, di 2,6 miliardi di euro.
Analizzando i canali di vendita, le immatricolazioni a livello tendenziale sono aumentate del +24,7% per i privati (-27,8% nei primi nove mesi del 2020 e 62,9% di quota) e del +5,3% per il noleggio (-40,4% nel periodo gen-sett e 22,8% di quota), mentre sono diminuite del -29,8% per le società (-47,2% nel cumulato e 14,3% di quota).
Per quanto riguarda le alimentazioni, a settembre risultano in calo le immatricolazioni di vetture a benzina (-19,2%), diesel (-3,3%) e metano (-0,5%), mentre sono in crescita elettrico (+223,1%), ibrido (+213,2%) e gpl (+8%).
Nel cumulato dei primi nove mesi dell’anno si confermano in frenata le immatricolazioni di vetture a benzina (-39,6% e 40,1% di q.d.m.), diesel (-44,6% e 34,8% di quota), gas (-39,8% e 6,6% di quota) e metano (-12,7% e 2-4% di quota).
Solo le vetture ibride ed elettriche crescono a doppia e tripla cifra, con una rappresentatività che aumenta di 8,5 p.p. per le ibride (a 14,1 da 5,6), mentre le vetture elettriche hanno ancora una q.d.m. inferiore al 2%, con poco più di 18.000 pezzi immatricolati.
“Il 2020 – ha spiegato Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor – farà registrare un volume di immatricolazioni inferiore a quello del 2019, che si chiuse a quota 1.916.649, livello questo peraltro insufficiente per far fronte alla domanda di sostituzione generata da un parco circolante che sfiora i 40 milioni di autovetture e in cui l’età media delle auto continua ad aumentare. Ne consegue l’assoluta necessità di destinare al rinnovo del parco circolante italiano di autovetture risorse decisamente più consistenti di quelle stanziate nel 2020”.
Le associazioni rappresentative del settore hanno chiesto di far confluire in un unico fondo gli stanziamenti previsti, senza rigida la suddivisione in 4 classi di emissioni.
Se questa richiesta fosse accolta nella conversione in legge del Decreto Agosto, l’ultimo trimestre dell’anno potrebbe essere caratterizzato da incrementi anche più consistenti di quello registrato a settembre e non si deluderebbero le aspettative degli operatori e del pubblico.
L’ANFIA inoltre si augura che sia prevista l’estensione dei tempi di rottamazione da 15 a 45 giorni, per risolvere i problemi di congestionamento delle pratiche che già si stanno verificando.
Fondamentale, infine, che anche il comparto dei veicoli commerciali leggeri possa godere di misure di sostegno alla domanda, per incoraggiare gli investimenti delle imprese che si occupano di logistica urbana delle merci e rinnovare così il parco circolante, nel segno di una riduzione dell’impatto ambientale.