Immatricolazioni Ue veicoli commerciali; mese di giugno ancora negativo, ma con timidi segnali di ripresa
Rallenta il declino nel settore rispetto alle punte negative di aprile e maggio, tuttavia il primo semestre 2020 segna un –33,7%.
Ancora un segno negativo al sesto mese dell’anno per il mercato dei nuovi veicoli commerciali, le cui immatricolazioni, in Europa, si fermano al -20,3% in rapporto a giugno 2019 (pari a 165.283 veicoli contro i 207.436 di allora) anche se, tuttavia, il declino è meno pesante rispetto a quanto avvenuto nel bimestre precedente allorquando il mercato ha dovuto scontare gli effetti delle chiusure nel Vecchio Continente.
Lo afferma l’ACEA – Associazione dei Produttori Europei di autoveicoli nella consueta analisi di mercato mensile dedicata al comparto dei veicoli commerciali in tutti i suoi segmenti e che, tra l’altro, sottolinea come il declino del settore si sia assestato al -33,7% al primo semestre di questo anno decisamente difficile sotto diversi punti di vista.
Il mese di giugno ha visto, in particolare, i segmenti di camion e autobus ancora in grasse difficoltà di ripresa, mentre il calo è stato più contenuto nel segmento dei veicoli commerciali leggeri (cosa che, a detta dell’ACEA, ha reso meno pesante il risultato complessivo).
Tutti i 27 mercati europei hanno mostrato risultati negativi a doppia cifra ad eccezione di Grecia e Belgio che sono riusciti a contenere le perdite, rispettivamente al -6,4% e al -5,8%.
Unico mercato ad aver aumentato le proprie immatricolazioni complessive è la Francia che ha spuntato un timido, ma significativo, 2,2%.
Perfettamente nella media negativa anche i tre rimanenti mercati di riferimento: Germania (-30,5%), Spagna (-24,2%) e Italia (-12,8%).
Il primo semestre 2020 ha visto diminuire complessivamente di 380.260 unità i veicoli commerciali venduti (-33,7%, appunto), con tutti 27 mercati che presentano cali a doppia cifra, ivi compresi i 4 principali di riferimento: Spagna (-44,8%), Italia (-35,4%), Francia (-32,0%) e Germania (-28,6%) .
Ma vediamo insieme la sintesi dei vari segmenti.
Nuovi veicoli commerciali leggeri (LCV) fino a 3,5 tonnellate.
Nel complesso dei 27 mercati europei, il mese di giugno ha visto scendere la domanda del 10,4% (142.799 unità contro le precedenti 159.336 di giugno 2019), tuttavia, pur nella negatività generale il dato fa tirare un sospiro di sollievo ai produttori rispetto al calo registrato in maggio (-41,3%).
I risultati sono stati prevalentemente negativi se si escludono le performance di Belgio (8,4%), Lussemburgo (3,1%), Romania (6,4%).
Dei 4 key market quello francese ha dato il maggior contributo segnando una crescita del 7,8% al sesto mese 2020. Al contrario, Spagna e Germania hanno conseguito perdite pesanti, rispettivamente del -19,8% e -17,7%; mentre l’Italia, pur vedendo calare la sua domanda interna, è riuscita a contenere la diminuzione ad un più modesto -5,3%.
La domanda complessiva di furgoni e van si è ridotta del 31,8% passando da 910.598 unità a 620.689 nel primo semestre 2020 con cali a due cifre in tutti i mercati cui non si sono sottratti i 4 di riferimento, la cui classifica in negativo vede la Spagna in testa (-45,7%), seguita da Italia (-35,9%), Francia (-31,2%) e Germania (-25,1%).
Nuovi veicoli commerciali pesanti (HCV) di almeno 16 tonnellate.
Decisamente pesante la situazione nel comparto dei veicoli commerciali pesanti, la cui domanda, in giugno si è più che dimezzata rispetto a giugno dello scorso anno (-55,6% pari a 20.051 unità in meno). Con la sola eccezione di Cipro (che ha visto crescere la domanda interna del 33,3% il mese scorso), tutti gli altri 26 mercati hanno registrato perdite considerevoli con Estonia e Lettonia che, addirittura, superano l’80%.
Alla media contribuiscono i 4 key market fra i quali solo la Francia accusa le perdite minori (-35,9%), mentre Germania (-57,4%), Spagna (-55,7%) e Italia (-51,8%) subiscono una vera debacle.
Il primo semestre 2020 ha visto immatricolare 92.278 veicoli commerciali leggeri con un calo complessivo del 44,2% rispetto al primo semestre 2019, quando le unità immatricolate erano 165.332). Con la sola eccezione di Cipro che sostanzialmente non ha subito variazioni e della Grecia che, in controtendenza, ha aumentato del 17,4% la propria domanda interna, il resto del mercato europeo ha subito perdite a doppia cifra compresi i 4 mercati di riferimento: -41,3% in Germania, – 40,6% in Francia; -37,3% in Spagna e -34,2% in Italia.
Nuovi veicoli commerciali medi e pesanti (MHCV) oltre 3,5 tonnellate.
Lo scorso mese la domanda di nuovi camion medi e pesanti ha proseguito il trend negativo che ormai perdura da 12 mesi consecutivi. Le immatricolazioni sono più che dimezzate (-54,3% pari a 20.064 unità contro le precedenti 43,876). Il segno negativo appare davanti alle percentuali di ogni mercato Ue, con la sola Slovenia che riesce a contenere la diminuzione della domanda sotto il 10% (-8,2% per l’esattezza).
Fra i 4 key market è la Germania ad aver registrato il calo più elevato (-56,4%) seguita da Spagna (-54,7%), Italia (-48,3%) e Francia (-33,8%).
I risultati del segmento nel primo semestre sono decisamente sconfortanti (-42%, pari ad un calo di 83.579 unità); la contrazione ha riguardato indifferentemente tutti e 27 i mercati con cali a doppia cifra. La classifica (negativa) dei 4 principali di riferimento vede in testa la Francia (-39,4%), seguita a ruota da Germania (-38,5%), quindi Spagna (-36,2%) e, infine l’Italia (-33,7%).
Nuovi autobus e pullman di medie e grandi dimensioni (MHBC) oltre 3,5 tonnellate.
Il sesto mese dell’anno ha visto diminuire le immatricolazioni nel settore del 41,5% nel complesso del mercato europeo a 27 (con sole 2.400 unità immatricolate rispetto alle 4.134 di giugno 2019). Ad eccezione di Cipro, Lussemburgo e Slovacchia, tutti gli altri 24 mercati (inclusi i quattro principali), hanno visto calare pesantemente le rispettive domande interne.
Il risultato complessivo in termini semestrali è solo leggermente meno drammatico (-35,1%, con 12.508 nuovi veicoli immatricolati contro i precedenti 19.280). Le immatricolazioni sono diminuite dappertutto ad esclusione di Cipro (ove si è assistito ad un aumento notevole + 562,5%) e della Repubblica Ceca (5,4%).
Molto negativa la performance del mercato spagnolo che supera il dimezzamento delle unità immatricolate, mentre Italia (-21,3%), Germania (-19,2%) e Francia (-18,9%) sono riuscite a contenere il calo in termini meno pesanti.