Veicoli autonomi: l’ONU stabilisce i requisiti sui sistemi automatici di mantenimento della corsia
Il nuovo Regolamento adottato dal Forum mondiale dell’UNECE rappresenta un nuovo traguardo per la mobilità automatizzata e apre la strada alla circolazione sicura di nuovi mezzi tecnologicamente avanzati.
La scorsa settimana, in data 24 giugno, diversi Paesi al mondo, circa una sessantina fra cui l’UE, il Giappone e la Corea del Sud, hanno adottato un nuovo Regolamento delle Nazioni Unite sui sistemi automatizzati di mantenimento della corsia (ALKS – Automated Lane Keeping System) che, di fatto, apre la strada alla circolazione dei veicoli automatizzati in determinati ambienti di traffico.
Il nuovo Regolamento, adottato dal Forum mondiale per l’armonizzazione delle normative sui veicoli, ospitato dall’UNECE (che è la piattaforma intergovernativa che definisce i requisiti tecnici applicati dal settore automobilistico in tutto il mondo), entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2021 e si configura come il primo regolamento internazionale vincolante sulla cosiddetta automazione dei veicoli di “Livello 3“, segnando, quindi, un passo importante verso una più ampia diffusione dei veicoli automatizzati.
Cosa che dovrebbe contribuire a realizzare una nuova prospettiva di mobilità in chiave di sicurezza e sostenibilità.
La norma armonizzata prevede che i sistemi automatici di mantenimento della corsia possono essere attivati su strade dove è vietata la circolazione di pedoni e biciclette e che prevedano una separazione fisica tra le due direzioni del senso di marcia. Inoltre, la norma prevede che tali dispositivi possano funzionare entro un limite massimo di 60Km/ora.
Naturalmente, fra i criteri indispensabili per l’attivazione di tali sistemi di mantenimento della corsia occorre che:
– il conducente si trovi sul sedile del conducente con la cintura di sicurezza allacciata;
– il conducente sia disponibile ad assumere il controllo del compito di guida (in questi casi il regolamento prevede l’obbligo per i produttori di automobili di introdurre sistemi di riconoscimento della disponibilità del conducente);
– non venga rilavato alcun guasto che influisce sul funzionamento sicuro o su alcune funzionalità del sistema;
– la “scatola nera” del veicolo (obbligatoria) sia attivata (DSSAD operativo);
– vi sia la conferma positiva dell’autotest del sistema;
– le condizioni ambientali e infrastrutturali consentono l’operazione.
Il regolamento prevede che i display di bordo utilizzati dal conducente per attività diverse dalla guida quando ALKS è attivato siano automaticamente sospesi non appena il sistema presenta una richiesta di transizione, ad esempio prima della fine di un tratto stradale autorizzato.
Il regolamento stabilisce, inoltre, i requisiti per la consegna in sicurezza del compito di guida dagli ALK al conducente, compresa la capacità del veicolo di arrestarsi nel caso in cui il conducente non risponda in modo adeguato.
Scorrendo il Comunicato Stampa diramato dall’UNECE si legge poi, che: il regolamento definisce i requisiti di sicurezza per:
– manovre di emergenza, in caso di imminente collisione;
– richiesta di transizione, quando il sistema chiede al guidatore di riprendere il controllo;
– manovre di rischio minimo
– quando il conducente non risponde a una domanda di transizione, in tutte le situazioni il sistema deve ridurre al minimo i rischi per la sicurezza degli occupanti del veicolo e degli altri utenti della strada.
Il regolamento stabilisce, quindi, chiari requisiti basati sulle prestazioni che devono essere soddisfatte dalle case automobilistiche prima che i veicoli equipaggiati con ALKS possano essere venduti nei Paesi che impongono il regolamento.
Si prevede che alcuni dei principali produttori automobilistici applicheranno il regolamento all’entrata in vigore.
Il regolamento include disposizioni che disciplinano l’omologazione, i requisiti tecnici, l’audit, la comunicazione e le prove.
Il governo del Giappone – che ha co-guidato la stesura del regolamento con la Germania – ha reso noto che applicherà il regolamento all’entrata in vigore; mentre la Commissione europea, che ha anche contribuito al suo sviluppo insieme a Francia, Paesi Bassi e Canada, ha annunciato che il regolamento si applicherà nell’Ue dopo la sua entrata in vigore.