2020: annus horribilis per il mercato auto?
Con gli stop della produzione e il calo della domanda causati dalle misure di contenimento del coronavirus si è innescato un trend in calo per il settore che rischia di caratterizzare pesantemente il prossimo futuro.
Il settore automotive si prepara alla peggior crisi della sua storia con previsioni apocalittiche che arrivano da più parti per l’anno in corso e stime di cali alle vendite da far tremare i polsi.
Già il 2020 non era partito col piede giusto se il primo bimestre dell’anno aveva chiuso con un -7,3% di nuove immatricolazioni rispetto all’analogo periodo 2019 (dati riferiti al mercato auto europeo).
Successivamente, con il diffondersi dell’epidemia da coronovirus e le sue conseguenze in termini di chiusure degli impianti, stop alla mobilità, alle attività sociali e l’interruzione della produzione manifatturiera; il calo della domanda si è consolidato e le previsioni al ribasso dei prossimi mesi non si fanno attendere.
Tre fra i principali istituti di analisi di mercato, le cui opinioni sono spesso utilizzate proprio dagli strateghi del marketing auto, hanno diramato nei giorni scorsi i loro poco lusinghieri vaticini per il 2020 stimando cali a due cifre con particolare riferimento all’area Europa!
È del 12% la stima relativa alla perdita di nuove vendite a livello mondiale secondo IHS Markit, una cifra che corrisponde a circa 78,8 milioni di autoveicoli; una previsione che si avvicina (per difetto) a quella proposta da Bank of America che stima, invece, al 13% il calo complessivo delle vendite.
E c’è chi si spinge ancora più a fondo calcolando una debacle mondiale del 15% come S&P Global Rating.
Ma non solo, la rivista on line Automotive News Europe cita anche il caso di LMC Automotive, il quale prevede che le vendite globali di autoveicoli, nel 2020, scenderanno oltre le cifra delle 77 milioni di unità, circa 14 milioni (-15%) al di sotto del totale raggiunto lo scorso anno.
Il confronto con la precedente crisi recessiva globale che seguì ai fatti del 2007 è impietoso, dal momento che, allora, il calo globale delle vendite si assestò su un picco dell’8% (riferito al periodo 2008-2009).
Il Vecchio Continente risulta per tutti il mercato più a rischio secondo i vari analisti con IHS Markit che teme un calo del 13,6% (pari a 15,6 milioni di autoveicoli in meno a fine anno) e S&P Global Rating che arriva ad ipotizzare persino una caduta del 20%.
Da Morgan Stanley, invece, arrivano i calcoli secondo i quali, per l’anno in corso, la previsone di vendita nel mercato auto europeo scenderà del 13%, ben 9 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti che si attestavano sul 4%.
Anche i grandi mercati del Nord America e del gigante asiatico dovranno subire i contraccolpi della crisi pandemica: il calo previsto negli USA varia dal 15% della previsione di IHS Markit al 20% come ipotizzato da S&P; mentre, per ciò che concerne la Cina, IHS stima una riduzione del 10%, di poco superiore alle ipotesi di S&P che si muovono su un range compreso fra l’8 e il 10%.
Naturalmente le previsioni degli analisti si basano sui dati attuali relativi alla perdita di produzione dovuta alle chiusure degli impianti produttivi e sul calo della domanda considerato il ritmo attuale.
Su un dato, tuttavia, tutti sono d’accordo: la ripresa per il settore sarà molto lenta e legata alle diverse strategie di sostegno che i vari governi nazionali dovranno mettere in atto al termine dell’emergenza.
Quanto prima, ci auguriamo.