PM10: BRUXELLES BOCCIA L’ITALIA

In assenza di un piano nazionale di risanamento dell’aria, niente sconti all’Italia. Questa la decisione della Commissione Europea che respinge la proroga al 2011 all’applicazione dei limiti fissati da Bruxelles

Niente sconti all’Italia che non applica le norme UE sulle polveri sottili. Così la Commissione Europea “bacchetta” l’Italia che “sgarra” e annuncia la linea dura nei confronti del nostro Paese. Nessuna tolleranza dunque per chi supera i limiti previsti: 40 microgrammi per metro cubo d’aria come media annua e picchi non superabili di 50 microgrammi per metro cubo per un massimo di 35 giorni l’anno. E l’Italia non fa eccezione, nonostate la proroga al 2011 chiesta dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo all’applicazione dei limiti in vigore dal 2005. Il valore limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo da non superare più di 35 volte l’anno) è stato disatteso nel 61% delle stazioni di monitoraggio. Sono i dati contenuti nel documento inviato dal Ministro alla Commissione che evidenzia come la situazione più critica si concentri nel nord Italia.

Di qui la richiesta della deroga al 2011 da parte dell’Italia. Entro il 2011, assicura l’Italia, tutto sarà a posto: “il conseguimento dei valori limite entro la data prevista dalla de- roga è assicurato, presso una serie di agglomerati dalle misure previste nei piani adottati a livello regionale e, presso tutte le altre zone, dall’attuazione di un complesso di misure aggiuntive individuate e avviate a livello nazionale”. Ma la proroga non convince l’ENEA. Secondo l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile le azioni previste non bastano. Di qui al 2011 non c’è alcune speranza di rientrare nei limiti fissati da Bruxelles: in sei regioni le PM10 continueranno ad aumentare e nelle restanti 14 la riduzione sarà insufficiente. Troppo poco per rientrare nella norma. La deroga era stata chiesta per 67 zone delle regioni del centro-nord (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano,Valle d’Aosta, Friuli Venia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo). In alcune zone di queste regioni, come quelle della Pianura Padana, è vera e propria emergenza polveri sottili. Va un po’ meglio, invece, in Valle D’Aosta e in alcune zone delle Marche e del Lazio. Ma eccezioni a parte, Bruxelles liquida la deroga chiesta dall’Italia: i piani regionali di risanamento dell’aria non bastano a garantire l’adeguamento dell’Italia ai limiti fissati dall’Europa entro il 2011. Potrebbero funzionare solo se accompagnati da un piano nazionale. Ma di questo ancora neanche l’ombra. Secondo la Commissione, il Governo non può lasciare da sole le Regioni nella lotta alle PM10. Gli ecoincentivi per il rinnovo del par- co auto non sono sufficienti. Nonostante le concentrazioni da PM10 si siano ridotte di circa il 25% negli ultimi due anni, serve molto di più per risolvere l’emergenza inquinamento. Di qui la decisione di riattivare nei confronti dell’Italia la procedura di in- frazione, sospesa nel 2008 a condizione che quest’ultima dimostrasse un serio impegno nella lotta alle PM10. La motivazione della decisione è riassunta nel punto 32 del documento trasmesso dalla Commissione Europea al nostro Paese: “Dall’esame dei documenti presentati dalle autorità competenti si ricava che senza misure nazionali, le sole misure regionali e locali non bastano ad ottenere la conformità ai valori consentiti entro il nuovo termine. Poiché le informazioni contenute nella notifica non illustrano a sufficienza le misure che dovrebbero essere attuate a livello nazionale e dal momento che il piano nazionale per la qualità dell’aria è ancora in fase di stesura, la Com- missione ritiene che, sebbene non sia da escludersi che una combinazione di misure nazionali, locali e regionali potrebbe garantire il rispetto dei valori consentiti, non è possibile, in base alle informazioni attualmente disponibili e in assenza di un impegno formale a livello nazionale sotto forma di un piano nazionale per la qualità dell’ari, stabilire con certezza se tali valori sa- ranno rispettati entro il 2011”. Così Bruxelles boccia l’Italia, a metà tra l’insufficienza e il non classificabile e respinge la richiesta di proroga al 2011di quasi tutte le zone delle regioni centro-settentrionali, nell’attesa di fornire una risposta per quanto riguarda le regioni meridionali. Il monito, però, non implica che le sanzioni scatteranno nell’immediato. Ma intanto invita il Governo alla mobilitazione e all’azione. In assenza di una chiara volontà di intraprendere un percorso virtuoso nella lotta all’inquinamento, la Commissione conferma la linea dura: all’Italia “inadempiente” non sono concessi sconti. Al nostro Paese, invece, non rimane che prendere nota dei limiti e cominciare a “rigare dritto”!


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