Revisione della Direttiva sulle batterie e accumulatori
Le proposte dei produttori europei al Legislatore comunitario per promuovere maggior riciclo e sostenibilità nel settore in vista della revisione della Direttiva di riferimento. Fra le richieste: maggiore coerenza del quadro legislativo, nuovi requisiti di etichettatura e integrazioni con la Direttiva ELV.
Mentre la Commissione Ue sta procedendo con il lavoro di revisione della Direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e della Direttiva sui veicoli fuori uso, 2000/53/CE, allo stesso tempo si sta lavorando ad una proposta finalizzata alla produzione di batterie e accumulatori (per veicoli e processi industriali) in modo più sostenibile e vantaggioso per il mercato europeo.
Il tutto nel quadro dell’iniziativa denominata Battery Alliance e nel novero, altresì, delle strategie europee volte alla progressiva decarbonizzazione dei processi industriali.
Orbene, l’Associazione dei produttori europei di Batterie e accumulatori, Eurobat, ha già reso noto le scorse settimane la propria posizione sulla revisione della Direttiva sui veicoli a fine vita e, a fine novembre, ha diramato un nuovo position paper specifico per quanto concerne le proprie valutazioni e richieste al Legislatore di Bruxelles per quanto riguarda la revisione della Direttiva sulle Batterie.
Il quadro legislativo del futuro
Eurobat è conscio dell’importanza che batterie e accumulatori delle diverse famiglie (piombo, sodio, nichel, litio) svolgono in diverse applicazioni, tanto nel settore automotive (sia per i veicoli a combustione interna, che per quelli ibridi ed elettrici), quanto in quello industriale.
Avendo ben chiaro l’obiettivo di favorire una transizione verso un’economia meno impattante dal punto di vista dei consumi e delle emissioni, Eurobat ritiene che i legislatori comunitari dovranno “raggiungere un equilibrio ragionevole tra i numerosi vantaggi delle diverse tecnologie delle batterie per ottenere una maggiore elettrificazione e decarbonizzazione” proteggendo al contempo la salute delle persone e la salubrità dell’ambiente.
Secondo l’Associazione, al fine di raggiungere gli obiettivi di protezione, conservazione e miglioramento della qualità dell’ambiente, riducendo al minimo l’impatto negativo dell’intero ciclo di vita delle batterie, la futura Direttiva dovrà garantire il corretto funzionamento del mercato interno Ue, ma non solo, l’intero quadro normativo dovrà fornire certezze alle imprese produttrici, creare nuove opportunità per tutte le tecnologie coinvolte nel settore e favorire opportunità di occupazione, crescita e innovazione in Europa.
Coerenza e armonizzazione delle norme
Eurobat, ritiene che allo stato attuale il settore delle batterie e degli accumulatori sia regolato da un insieme eterogeneo di atti legislativi la cui applicazione crea incertezza tanto alle aziende, quanto a coloro che dovrebbero indirizzare coerentemente gli orientamenti politici.
L’occasione della revisione della Direttiva sulle batterie e di quella sui veicoli a fine vita, accanto alla strategia europea per la sostenibilità nel settore delle batterie, dovrebbe, secondo Eurobat, far parte di un coerente “pacchetto batterie” completo, che dovrebbe essere pubblicato già nel 2020.
Per quanto concerne la Direttiva sulle batterie, Eurobat segnala il perdurare della sua applicazione disomogenea a livello nazionale e della mancanza di chiarezza e armonizzazione nelle definizioni; così come una metodologia non armonizzata per il calcolo del grado di recupero del metallo a livello delle relazioni dei diversi Stati membri sull’efficienza del riciclaggio. Non solo, secondo i produttori europei: “La direttiva lascia troppo spazio all’interpretazione, con conseguenze negative per il mercato interno“.
Sostanze pericolose: dal pericolo al rischio
È noto che nei componenti delle batterie si utilizzano sostanze potenzialmente pericolose come piombo, cobalto, nichel e litio, tuttavia, sottolineano da Eurobat, il rischio di esposizione per gli utenti è molto limitato dalla impossibilità tecnica del rilascio intenzionale garantita dalla tecnologia di costruzione delle batterie stesse, le quali, oltretutto, al raggiungimento del fine vita, non devono essere conferite in discarica, avviate a termovalorizzazione o smaltite in altri modi impropri.
Tra l’altro, il Regolamento REACH e la legislazione vigente su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, costituisce già una serie tutela dai rischi di esposizione per i lavoratori impegnati lunga la catena del valore delle batterie.
Ciò non toglie, scrivono da Eurobat che l’attuale approccio della Direttiva sia “sproporzionato rispetto al rischio reale di esposizione e una valutazione di questo sarebbe più efficace e proporzionata… la valutazione del rischio dovrebbe essere integrata da una valutazione del rapporto costi-benefici socio-economico e includere anche considerazioni di sostenibilità o ciclo di vita più ampie per garantire che la produzione europea di batterie rimanga competitiva sul mercato globale“.
L’efficacia reale degli obiettivi di raccolta
Eurobat ricorda che l’attuale Direttiva sulle batterie non prevede obiettivi per la raccolta di batterie per autoveicoli e industriali per il semplice fatto che la stragrande maggioranza di queste sono già raccolte alla fine del loro ciclo di vita e riciclate come dettagliatamente previsto dalle norme vigenti.
Tuttavia, malgrado alti tassi di raccolta favoriti anche dal valore economico dei metalli recuperati, perdura il problema rappresentato dalla continua “scomparsa” di veicoli a fine vita (stimata dall’Oeko Institut, una delle principali organizzazioni indipendenti di ricerca e consulenza in Europa che lavora per un futuro sostenibile, in circa 4.000.000 l’anno), sottratti al mercato legale ed esportati o riciclati in modo improprio.
Questo problema si traduce nella scomparsa di altrettante batterie a fine vita il cui riciclo non avrà luogo. Eurobat è conscio che tale problematica dovrà essere adeguatamente affrontata in sede di revisione della Direttiva ELV con l’introduzione di nuove proposte migliorative della localizzazione e tracciabilità dei veicoli a fine vita che potrebbero contenere una batteria.
Eurobat, conclude sul punto dichiarando che l’eventuale introduzione di obiettivi di raccolta di batterie per autoveicoli e industriali “sarebbe uno strumento inefficace” a fronte, invece, di una revisione anticipata della Direttiva ELV.
Second life e Responsabilità Estesa del Produttore
Urge che il Legislatore comunitario si pronunci con definizioni precise per quanto concerne riutilizzo delle batterie e second life, dal momento che la Direttiva vigente non definisce chiaramente il quadro giuridico per la seconda vita delle batterie ingenerando nei produttori forti preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità estesa del produttore (EPR).
“Al momento – scrivono i produttori – non è chiaro chi sia responsabile della gestione del fine vita di una batteria dopo la sua seconda vita: la società che per prima ha prodotto la batteria o l’attore che la ricondiziona o la ripropone per il suo nuovo utilizzo. La nostra posizione è che in caso di riproposizione, la batteria stessa viene nuovamente immessa sul mercato, generalmente per un’applicazione diversa. Pertanto, in questo caso l’EPR dovrebbe applicarsi all’attore che immette la batteria sul mercato per la seconda volta“.
Efficienza del riciclaggio e obiettivi per metalli specifici
I produttori non vedono la necessità di modificare gli attuali obiettivi di efficienza di riciclaggio esistenti; ritengono, tuttavia, che qualsiasi nuova proposta in tal senso dovrebbe tener conto della fattibilità tecnica, della sostenibilità economia e sociale, nonché dell’approccio complessivo all’intera catena del valore e a tutto il ciclo di vita delle batterie.
Nuovi requisiti di etichettatura delle batterie
La domanda crescente di batterie agli ioni di litio per l’alimentazione di veicoli ibridi ed elettrici impone nuove metodologie di identificazione e separazione delle diverse batterie e relativi componenti al fine di garantire la sicurezza del loro trasporto e del loro riciclo.
I produttori europei, chiedono, quindi, che nella revisione della Direttiva sulle batterie sia incluso uno specifico riferimento “all’imminente norma IEC (IEC 62902) sull’etichettatura delle batterie secondo il sistema elettrochimico“.
Tale integrazione – secondo Eurobat – non dovrebbe essere intesa come volontà di sostituire l’attuale sistema di etichettatura delle batterie automobilistiche e industriali, ma di aggiungere “l’identificazione per facilitare la raccolta, lo smistamento e, in definitiva, il trattamento di queste batterie durante il processo di riciclaggio“.