Calano gli incidenti stradali, ma l’obiettivo europeo 2020 resta lontano
Il numero delle vittime della strada si riduce, ma aumentano i morti tra le categorie vulnerabili, in particolare tra i pedoni.
Secondo l’ultimo Rapporto ACI-ISTAT, in Italia nel 2018 le vittime della strada sono diminuite dell’1,6%: (3.325 contro i 3.378 del 2017), gli incidenti stradali dell’1,5% (172.344 rispetto ai 174.933 dell’anno precedente) e i feriti dell’1,7% (242.621, erano 246.750 nel 2017).
Tuttavia, la riduzione media annua del numero di vittime della strada del nostro Paese, pari a 2,6% nel periodo 2010-2018, è inferiore a quanto stimato per l’obiettivo europeo (ormai irraggiungibile) di dimezzare il numero di morti in incidenti stradali entro il 2020.
“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime delle categorie vulnerabili, in particolare tra i pedoni – ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia – La sicurezza deve tornare ad essere una priorità, sono necessari, da subito, corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai conducenti, in quanto, se da una parte l’età delle vittime è aumentata, dall’altra i giovani si confermano la categoria più a rischio. È fondamentale, infine, una maggiore attività di controllo”.
Le fasce d’età più a rischio risultano i giovani tra 15 e 24 anni (413 morti: 12,4% del totale; 70,2 decessi per un milione di residenti) e gli anziani tra 70 e 74 anni (222 morti: 6,7% del totale; 78,4 decessi per un milione di residenti).
Per gli uomini si rilevano picchi in tre fasce d’età: 40-44 (200 morti), 20-24 (197), 55-59 (194).
Per le donne le frequenze maggiori per le età sono 70-84 (179).
Nonostante nel 2018 si siano registrate 9 vittime in meno tra i bambini fino ai 14 anni (34 rispetto ai 43 dell’anno precedente: -20,9%), siamo ancora lontani dall’obiettivo “vision zero” stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2020.
Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti, è particolarmente alto il numero di quelli tra i 40 e i 49 anni (21%), seguiti dai giovani tra i 20 e i 29 anni (19%) e dai più anziani (8% con età 70 anni e più).
Rispetto ai patentati la probabilità di essere coinvolti in un incidente è più elevata nei giovanissimi, mentre decresce a partire dai 25 anni.
L’aumento dei morti ha riguardato, in modo particolare, ciclomotoristi (108; +17,4%) che si confermano tra le categorie più a rischio e pedoni (609; +1,5%).
Nel complesso, gli utenti vulnerabili rappresentano circa il 50% dei decessi (1.621 su 3.325).
Nel 2018 si sono registrate 1.420 vittime tra conducenti e passeggeri di autovetture (-3%), 685 tra i motociclisti (-6,8%), 219 tra i ciclisti (-13,8%).
Nel 2018 è diminuito il numero di incidenti su strade urbane (126.701; -2,9%) e autostrade (9.372; -0,2%), mentre è aumentato sulle extraurbane (36.271; +3,4%).
In città e in autostrada sono diminuiti anche i feriti (169.573 e 15.440 rispetto a 174.612 e 15.844 del 2017, pari a -2,9 e -2,5%).
Crescono (+10,5%) i morti su autostrade (i 43 morti di Genova sul Ponte Morandi sono compresi nella statistica), mentre scendono quelli all’interno dei centri abitati (-4,4%) e sulle strade extraurbane (-1,2%).
Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata si confermano, anche nel 2018, le prime 3 cause di incidente (complessivamente il 40,8% delle circostanze).
Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza (20.443), manovra irregolare (15.192), comportamento scorretto verso il pedone (7.243) o del pedone (7.021), presenza di buche o ostacoli accidentali (6.753).
Nel 2018 le sanzioni per le violazioni al Codice della Strada si sono ridotte complessivamente del 4,4%, (anche a causa della diminuzione dei controlli da parte delle Forze dell’Ordine) e le voci principali, oltre al superamento dei limiti di velocità, vedono ai primi posti l’inosservanza del rispetto della segnaletica (365.697; -6,6%), seguita da mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (202.941; -0,03%) e uso improprio del cellulare alla guida (136.950; -6,1%).
I mesi estivi si confermano il periodo con il maggior numero di incidenti e vittime.
Agosto è il mese più pericoloso per il numero di incidenti gravi in tutti gli ambiti stradali (2,7 morti ogni 100 incidenti).
Giugno e luglio quelli con più incidenti nel complesso, (rispettivamente 16.755 e 16.856).
Gennaio e Febbraio, viceversa, i mesi con il minor numero di incidenti, Febbraio anche con il minor numero di morti.
Di notte (tra le 22 e le 6 del mattino) e nelle ore di buio aumentano sia l’indice di mortalità che quello di lesività (rispettivamente morti e feriti ogni 100 incidenti).
“Il quadro dell’incidentalità stradale negli anni recenti riflette una diffusa situazione di stagnazione, con un arresto nei guadagni in termini di vite umane – ha affermato Gian Carlo Blangiardo, Presidente dell’Istat – Per monitorare il fenomeno e fornire un utile supporto alle decisioni, sarà necessario intensificare gli sforzi, anche in vista dei nuovi target per la sicurezza stradale previsti nell’agenda 2030. Gli obiettivi saranno basati su indicatori di prestazione riferiti a diversi ambiti, tra i quali velocità, infrastrutture, uso dei sistemi di protezione e distrazione alla guida”.