Anche a marzo prosegue la flessione del mercato auto europeo
Il mese di marzo segna una flessione del 3,6%, così come il primo trimestre 2019 a -3,2%.
I 31 Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA hanno registrato 1.770.849 nuove immatricolazioni a marzo 2019 con un calo tendenziale del 3,6%, secondo i dati diffusi da ACEA, con una diminuzione in volumi di circa 66.400 unità.
I 5 major market hanno immatricolato il 76% del mercato UE-EFTA, con 1.345.721 autovetture (-3,5%).
La chiusura del primo trimestre è quindi negativa, con diminuzioni delle vendite in tutti i maggiori mercati tranne la Germania, che resta sui livelli del primo trimestre 2018.
Il consuntivo gennaio-marzo chiude infatti con 4.146.152 autovetture nuove e una contrazione del 3,2% dovuta a cali in 21 dei 31 mercati considerati.
Secondo il Centro Studi Promotor, dai dati statistici diffusi e dal contesto economico, scaturisce un quadro del mercato europeo dell’auto penalizzato dalla demonizzazione del diesel, dal rallentamento economico e dalla Brexit.
“Difficile fare previsioni sull’andamento del mercato per i prossimi mesi, – ha affermato Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – anche se le tensioni che caratterizzano lo scenario internazionale ed europeo in questo momento, insieme al rallentamento dell’economia mondiale, lasciano presagire mesi non facili. Non dimentichiamo, infine, il significativo impatto che il quadro normativo europeo sulla riduzione delle emissioni di CO2 delle nuove vetture immatricolate entro il 2021 e, successivamente, entro il 2025 e 2030, ha sui piani di sviluppo dei Costruttori europei di auto”.
L’andamento peggiore nella pattuglia dei 5 grandi mercati dell’area lo ha fatto registrare il mercato italiano, che è in calo del 9,6% in marzo e del 6,5% nel primo trimestre.
È andata un po’ meglio alla Spagna che ha accusato un calo in marzo del 4,3% e nel primo trimestre del 6,9%.
Negativo, ma non troppo, il risultato della Francia, che ha chiuso marzo con un calo delle immatricolazioni del 2,3%, mentre il primo trimestre ha contenuto i danni in un risicatissimo -0,6%.
In Francia, le autovetture vendute nel primo trimestre sono state lo 0,6% in meno e nel mese di marzo sono calate del 2,3%.
Nel Regno Unito, che rispetto al resto d’Europa ha un ulteriore elemento di preoccupazione costituito dalla Brexit, le immatricolazioni sono calate in marzo del 3,4% e nel primo trimestre del 2,4%.
Meglio di tutti, in questo contesto complessivamente non positivo, ha fatto la Germania che ha chiuso il primo trimestre sui livelli dello scorso anno (+0,2%) e in marzo ha accusato una piccolissima perdita (-0,5%).
Dall’analisi del mercato per alimentazione, si registra un altro pesante calo delle immatricolazioni di auto diesel: -25% su marzo 2018 e 45% di quota.
Le vendite di auto a benzina raggiungono il 41% di quota e quelle ad alimentazione alternativa si attestano al 13,6%, di cui lo 0,5% di auto a zero o a bassissime emissioni (complessivamente oltre 1.000 unità).
Il tutto si è tradotto in un aumento delle emissioni medie di CO2 delle nuove auto.
I consumatori infatti non si affrettano a comprare veicoli elettrici per l’alto prezzo all’acquisto, l’infrastruttura di ricarica non capillare sul territorio e l’effettiva convenienza economica comparando tutte le componenti relative al costo iniziale più il costo di utilizzo rispetto alle versioni con motore endotermico.
Oggi ci sono circa 150.000 punti di ricarica pubblici per le auto elettriche disponibili nell’UE e almeno 2,8 milioni saranno necessari entro il 2030, secondo le stime prudenti della Commissione europea.
I governi nazionali e i responsabili politici dell’UE dovranno quindi impegnarsi molto duramente per fare gli investimenti infrastrutturali affinché le vendite di auto elettriche possano davvero decollare in Europa.