Clean Air Outlook della Commissione europea: prime prospettive in materia di aria pulita
I problemi di salute legati all’inquinamento atmosferico in Europa potrebbero essere dimezzati entro il 2030, se gli Stati membri applicassero le politiche dell’UE in materia di emissioni.
Secondo la Commissione europea, il numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico potrebbe essere dimezzato nel 2030.
È ciò che emerge dal primo Clean Air Outlook (Prime prospettive in materia di aria pulita), un rapporto della Commissione che prende in esame l’effetto congiunto sulla qualità dell’aria delle nuove misure UE introdotte dal 2014 per ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici da diverse fonti e dall’attuazione della nuova direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC), che fissa limiti più stringenti sui 5 principali inquinanti atmosferici.
È positivo rilevare che, nel suo complesso, il pacchetto di misure adottato dovrebbe riuscire a raggiungere e superare entro il 2030 l’obiettivo del 52% di riduzione degli impatti sulla salute, stabilito dal programma “Aria pulita” 2013 , e a portare le concentrazioni di PM2,5 al di sotto del valore orientativo dell’OMS nella maggior parte dell’UE.
Vi è però l’urgente necessità di prendere provvedimenti risoluti nel breve termine per realizzare gli obiettivi delle direttive sulla qualità dell’aria a tutti i livelli di governance (nazionale, regionale e locale) e con la piena partecipazione degli operatori del mercato, come sottolineato nella recente comunicazione “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”.
“Garantire l’aria pulita per i nostri cittadini richiede un’azione urgente da parte degli Stati membri, – ha dichiarato Karmenu Vella, Commissario europeo per l’Ambiente, la pesca e gli affari marittimi – e le misure volte a ridurre l’inquinamento atmosferico si ripagheranno anche a lungo termine. A livello di UE, abbiamo politiche adeguate che funzionano nella giusta direzione e che hanno molteplici benefici possibili. Siamo chiaramente sulla strada giusta, ora dobbiamo assicurarci che queste politiche siano attuate pienamente. Al costo di solo un euro per cittadino all’anno, potrebbero essere evitate migliaia di morti premature dovute alla scarsa qualità dell’aria entro il 2030. Sono notizie davvero incoraggianti per tutti gli europei preoccupati per l’inquinamento atmosferico e per i governi degli Stati membri che emanano misure per dare aria pulita ai loro cittadini”.
Nel periodo 2000-2015, il PIL complessivo dell’UE è aumentato del 32%, mentre le emissioni degli inquinanti atmosferici principali sono diminuite di percentuali comprese tra il 10% (nel caso dell’ammoniaca – NH3) e il 70% (nel caso degli ossidi di zolfo – SOx).
Tuttavia, si riscontrano ancora problemi rilevanti per quanto riguarda il superamento dei valori limite per la qualità dell’aria dell’UE: nel 2015 fino al 20% della popolazione urbana nell’UE-28 è stato esposto a livelli superiori al valore limite giornaliero dell’UE per il particolato (PM10).
Per quanto concerne il particolato fine (PM2,5), fino all’8 % della popolazione urbana è stato esposto a concentrazioni maggiori del valore limite dell’UE di 25 µg/m3, mentre più dell’82% è stato esposto a livelli superiori al valore orientativo dell’OMS, molto più rigoroso (10 µg/m3 ).
Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), il valore limite annuo viene tuttora ampiamente superato in tutta Europa: le concentrazioni eccedono tale limite (identico per l’UE e l’OMS) in 22 Stati membri e vi è esposto fino al 9% della popolazione urbana.
In merito all’ozono, 18 Stati membri hanno registrato concentrazioni al di sopra del valore obiettivo dell’UE, fino al 30% della popolazione urbana europea vive in zone in cui tale valore è stato superato e più del 95% in zone in cui il parametro più rigoroso dell’OMS è stato superato.
Le emissioni dell’ossido di azoto (NOx) prodotte dalle autovetture diesel e dai veicoli leggeri, sistematicamente molto più elevate dei valori limite per i veicoli omologati, sono uno dei fattori principali all’origine dell’inosservanza del valore limite per l’NO2.
La recente adozione nel 2017 di una nuova procedura dei test a livello europeo che rileva le emissioni di guida reali prodotte da tali veicoli e la proposta della Commissione del 2016 relativa a un sistema di omologazione riveduto contribuiranno alla realizzazione di progressi in quest’ambito.
L’analisi dimostra che, grazie agli effetti di provvedimenti che contrastano contemporaneamente più inquinanti, gli impegni per ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici stabiliti per il 2030 nell’ambito della nuova direttiva NEC potrebbero essere realizzati in modo economicamente vantaggioso e con maggiori benefici per la salute di quanto ci si aspettava inizialmente.
Di conseguenza, la popolazione esposta a concentrazioni di PM2,5 al di sopra della linea guida dell’OMS dovrebbe calare dall’88% nel 2005 a circa il 13% nel 2030, e nella maggior parte delle zone dove i superamenti sarebbero sufficientemente contenuti, si potrà intervenire con misure locali.
La Commissione sta intensificando la cooperazione con gli Stati membri per aiutarli a rispettare la politica e la legislazione dell’UE sull’aria pulita e mette a disposizione un sostegno finanziario considerevole a favore delle misure per il controllo dell’inquinamento atmosferico.
Tuttavia, occorrono ancora molti altri sforzi per garantire che i livelli di superamento dei valori limite siano contenuti nei limiti del possibile.
Attualmente sono aperte 30 procedure di infrazione nei confronti di Stati membri per quanto concerne la direttiva 2008/50/CE, 16 per il superamento dei valori limite per il PM10, 13 per il superamento dei valori limite per l’NO2 e una per il superamento dei valori limite per l’SO2.
Questo primo Clean Air Outlook è una relazione indirizzata al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.
Il prossimo è previsto per il 2020 e includerà l’analisi della Commissione sui Programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico (NAPCP) del 2019.