Autobus elettrici verso la diffusione globale
Un Rapporto di Bloomberg New Energy Finance afferma che il numero di autobus elettrici dovrebbe triplicare nei prossimi sette anni.
Circa la metà degli autobus circolanti sul pianeta viaggeranno a trazione elettrica a partire dal 2025!
La notizia riportata sul sito di Avere – Associazione nazionale (francese) per lo sviluppo della mobilità elettrica fa ben sperare per il futuro delle nostre città sempre più congestionate dal traffico e dalle relative emissioni.
Un traguardo neanche tanto differito nel tempo ma che rappresenta una vera e propria rivoluzione nel trasporto pubblico locale del pianeta dal momento che le proiezioni fornite dall’ultimo Rapporto del Bloomberg New Energy Finance indicano chiaramente che nei prossimi 7 anni il numero totale di autobus elettrici in servizio dovrebbe superare il triplo, passando da 386.000 unità a 1,2 milioni che rappresenteranno circa il 47% della flotta mondiale di autobus in circolazione.
Il trend di crescita sarà trainato principalmente dalla Cina: il dragone asiatico, infatti, già leader mondiale nel segmento, concentrerà entro il 2025 il 99% della flotta circolante grazie alla lungimiranza della politica locale nelle strategie di governance della riduzione di emissioni nocive e alle rinnovate dinamiche di trasporto persone e distribuzione merci nelle metropoli.
Già ora, in Cina, non mancano esempi concreti: ad oggi, circolano più di 300.000 autobus elettrici nel Paese; alla fine del 2017, la città di Shenzhen (10.000.000 di abitanti!) ha completato la conversione iniziata nel 2010 dell’intera flotta con oltre 16.000 autobus elettrici conseguendo un risparmio annuo di circa 345.000 tonnellate di carburante tradizionale!
Sempre lo scorso anno, il dragone asiatico ha immatricolato circa 90.000 autobus elettrici, di cui 36.000 solo nel mese di dicembre.
Se si prende in considerazione il TCO – Total Cost of Ownership, ovverossia il costo totale di proprietà, che calcola tutti i costi del ciclo di vita di un’apparecchiatura sino al suo smaltimento, nel Rapporto si osserva che, per questa tipologia di beni, esso è ormai più vantaggioso anche se il prezzo di acquisto di autobus elettrici è ancora oggi più caro rispetto ai tradizionali alimentati da gasolio o gas naturale.
È tuttavia necessario, prendere in considerazione i costi delle apparecchiature, delle infrastrutture di ricarica, e di assicurazione dei depositi per misurare questi guadagni finanziari. Tanto più che secondo il Rapporto, i cali di prezzo previsti nel settore delle batterie dovrebbero rendere alcuni autobus elettrici più competitivi all’acquisto rispetto ai loro omologhi diesel già a partire dal 2026.
E mentre la Cina avanza, anche l’Europa non resta a guardare.
Olanda e Regno Unito hanno buone flotte; in Francia, il RATP – Régie autonome des transports parisiens società pubblica posta sotto l’autorità del Syndicat des transports d’Île-de-France che gestisce i servizi di trasporto di massa a Parigi e nel suo retroterra sta effettuando una notevole transizione della sua flotta, puntando al totale abbandono del diesel entro il 2025. Recentemente l’operatore Ile-de-France ha lanciato un bando di gara per l’acquisizione di 1.000 autobus elettrici.
Certo, c’è ancora molto lavoro da fare, ma la necessità di favorire anche solo un semplice ricambio dei mezzi di trasporto pubblico da modelli diffusamente poco performanti a modelli più rispettosi dell’ambiente, dei consumi e delle emissioni, si fa impellente.
Restano ancora in sospeso le questioni relative alle modalità di attuazione e diffusione di queste strategie di transizione, ai modelli economici di riferimento, all’adeguamento delle infrastrutture di ricarica e alle prospettive tecnologiche.
Il tempo corre veloce, sta a noi adeguare ed indirizzare le scelte.