PFU: il riciclo è più vantaggioso del recupero energetico

Uno studio realizzato per Ecopneus dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile ha messo a confronto due scenari alternativi di gestione dei PFU in Italia.

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È stato presentato a Roma uno studio realizzato per conto di Ecopneus dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che ha dimostrato il vantaggio potenziale del riciclo dei PFU dal punto di vista ambientale, economico e occupazionale.

Lo studio ha messo a confronto due tipi di gestione delle 400.000 tonnellate di PFU stimate generate ogni anno sul territorio italiano.

La prima modalità di recupero analizzata è il riciclo dei materiali, e in particolare del polimero di gomma, che può essere utilizzato come materia prima seconda in sostituzione di gomma vergine per la produzione di nuovi beni; mentre l’altra è quella indirizzata al recupero come combustibili derivati (Tyre Derived Fuels, TDF) per la produzione di energia, in virtù dell’elevato potere calorifico della gomma.

Lo studio – ha affermato Andrea Barbabella, ricercatore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – rivela come il principale beneficio in termini economici e occupazionali del recupero dei PFU risieda in primo luogo nel risparmio sulla spesa corrente associato alle importazioni di materie prime evitate, che renderebbe disponibili risorse economiche per nuovi investimenti a scala nazionale e, a seguire, aumenterebbe redditi e consumi interni consentendo un ingente vantaggio ‘di sistema’ per il Paese”.

Lo studio infatti dimostra che in uno scenario di 100% di riciclo il vantaggio stimato per l’Italia risulterebbe pari a circa 400 milioni di euro di valore aggiunto e a oltre 6.000 unità di lavoro dirette, indirette e indotte, contro i 30 milioni di valore aggiunto e poco meno di 500 unità di lavoro per lo scenario di 100% recupero energetico.

I vantaggi potenziali del recupero non sono solo economici e occupazionali.
A livello ambientale e sanitari i benefici del riciclo delle 400.000 tonnellate di PFU, rispetto al loro recupero energetico, risultano ulteriormente maggiori.
Cinque gli indicatori finali utilizzati per l’analisi delle performance ambientali: emissioni di gas serra, anni di vita persi, consumo di suolo, di materiali (fossili e minerali) e di acqua. 

Le emissioni di gas serra:
477.000 tCO2eq di emissioni evitate ogni anno, lo stesso beneficio che si otterrebbe eliminando dalle strade italiane 293.000 automobili che percorrano 10.000 km in un anno;

Gli anni di vita persi:
719 anni di vita preservati grazie alle emissioni evitate di sostanze nocive e cancerogene, confermando come il riciclo sia l’opzione di gran lunga preferibile, in ciclo di vita, anche dal punto di vista sanitario;

Il consumo di risorse (suolo, materiali e acqua):
– un risparmio di 1,163 milioni di m3 di acqua, come quella contenuta in 465 piscine olimpioniche;
– un risparmio di 1.066 milioni di tonnellate di risorse naturali fossili e minerali, equivalente al peso di 106 Tour Eiffel;
– 3.654 ettari di suolo salvati, pari alla superficie coperta da circa 5.000 campi da calcio regolamentari.

Lo studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha dimostrato, numeri alla mano, che il riciclo è la forma migliore di gestione degli pneumatici fuori uso.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare.

“Il pieno riconoscimento della qualifica di non-rifiuto, a granuli e polverini di gomma, – ha spiegato il direttore di Ecopneus, Giovanni Corbettaconsentirebbe di fare un salto di qualità nel rapporto riciclo/energia, e ottenere maggiori benefici ambientali, occupazionali ed economici.
L’economia circolare è possibile e i vantaggi sono tangibili; per attuarla serve però un cambio culturale che riguarda tutti, cittadini, imprese e Istituzioni.
E serve una leadership, una leadership culturale, che oggi non c’è”.


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