A Davos i giganti dell’automotive e dell’energia creano l’Hydrogen Council
Presentato, inoltre, un rapporto sul contributo dell’idrogeno alla transizione energetica.
I giganti dell’automotive si sono uniti a quelli dell’energia con l’intenzione di investire nei prossimi 5 anni oltre 10 miliardi di euro in tecnologie legate all’idrogeno (attualmente pari a solo 1,4 miliardi di euro l’anno).
Sono in tutto 13 e nei giorni scorsi a Davos, in Svizzera, nell’ambito del World Economic Forum, hanno istituito l’Hydrogen Council, un gruppo composto da aziende legate al settore dell’energia e dei trasporti con lo scopo di confrontarsi con i responsabili politici per accelerare gli investimenti dal punto di vista infrastrutturale e di promuovere i benefici dell’idrogeno per ridurre l’inquinamento e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Air Liquide, Alstom, Anglo American, BMW Group, Daimler, ENGIE, Honda, Hyundai, Kawasaki, Royal Dutch Shell, The Linde Group, Total e Toyota sono le aziende internazionali attualmente coinvolte nell’Hydrogen Council.
“Il mondo dell’energia si sta trasformando molto molto velocemente. – ha dichiarato il CEO di Shell, Ben Van Beurden a margine del World Economic Forum di Davos – L’idrogeno ha un potenziale enorme”.
Il rapporto dal titolo ‘How Hydrogen empowers the energy transition‘, commissionato dal Consiglio e presentato a Davos, fornisce ulteriori dettagli sul futuro dell’idrogeno e il suo contributo alla transizione energetica.
Inoltre, definisce la visione dell’Hydrogen Council e le azioni chiave che ritiene fondamentali per i responsabili politici al fine di accelerare il cambiamento.
Nella parte relativa alla decarbonizzazione dei trasporti, vengono elencati i vantaggi dei veicoli a idrogeno e il loro sviluppo sul mercato mondiale.
Oggi benzina e diesel coprono il 96% del consumo totale di carburante e sono responsabili del 21% delle emissioni globali di carbonio.
I progressi della tecnologia e le nuove tendenze della mobilità (ad esempio, auto connesse, guida autonoma, mobilità condivisa) influenzeranno i consumatori e la velocità del passaggio all’idrogeno.
Oltre ad abbassare le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento acustico, i veicoli a idrogeno offrono altri vantaggi significativi.
In primo luogo, si possono percorrere lunghe distanze senza dover fare rifornimento (già più di 500 km), una caratteristica molto apprezzata dai consumatori.
In secondo luogo, si impiegano dai 3 ai 5 minuti per fare il pieno, come per le auto a benzina o diesel attuali.
In terzo luogo, grazie ad una densità di energia più alta del sistema di stoccaggio dell’idrogeno (rispetto alle batterie), la sensibilità del costo e del peso del propulsore per la quantità di energia immagazzinata (kWh) risulta bassa.
Questo è molto stimolante per i consumatori, aumentando la sua diffusione rispetto ad altri veicoli che richiedono notevoli accumuli e stoccaggi di energia.
Infine, le infrastrutture per il rifornimento di idrogeno possono essere realizzate sulla rete di distribuzione di benzina già esistente, con vantaggi di costo e nuovi posti di lavoro.
Sebbene il risparmio alla pompa sia notevole, il prezzo delle auto a idrogeno è ancora elevato.
Nel rapporto, tuttavia, si stima che la parità di costo per medie e grandi autovetture potrebbe essere raggiunto entro il 2025.
I parchi auto selezionati e gli autobus raggiungeranno la parità di costo anche prima, poiché l’implementazione delle loro infrastrutture tende ad essere più semplice e quindi meno costosa.
Già tra pochi anni, all’inizio degli anni ’20, le case automobilistiche saranno in grado di penetrare il mercato con decine di migliaia di auto a idrogeno per far fronte alla futura richiesta di mobilità sostenibile.
La Cina, per esempio, si è posta l’obiettivo di avere 50.000 auto a idrogeno sulle proprie strade entro il 2025 e 1 milione entro il 2030.
Il Giappone prevede di distribuire 200.000 veicoli entro il 2025 e 0,8 milioni entro il 2030.
I principali paesi occidentali e asiatici stanno progettando di implementare infrastrutture significative per l’idrogeno nel corso del prossimo decennio.
In Europa si prevede che il numero di stazioni raddoppieranno ogni due anni, fino a 400 stazioni nella sola Germania entro il 2023.
La California ha fissato l’obiettivo di avere 100 stazioni entro il 2020, mentre il Giappone ne ha già più di 80 operative e la Corea del Sud e la Cina stanno progettando insieme una rete di idrogeno, puntando a 830 stazioni entro il 2025.
Il target totale di oltre 3.000 stazioni nel 2025 saranno sufficienti per fornire idrogeno a circa 2 milioni di veicoli.
Dopo questa prima fase di sviluppo, l’infrastruttura di rifornimento di carburante sarà finalmente autosufficiente.