Il futuro del commercio globale di rottami ferrosi
Il Recycling Confex Middle East a Dubai ha offerto una visione completa del mercato del riciclaggio e dei flussi di materiali a livello mondiale.
Si è svolto a Dubai l’edizione 2016 del Recycling Confex Middle East, che ha preso in esame i fattori che incidono sui mercati internazionali del rottame e lo stato dell’arte del riciclaggio ELV.
Nella sessione dedicata ai rottami ferrosi, Ved Prakash della Gemini Corporation con sede in Belgio ha fatto notare che il volume dei rottami che la Corea del Sud importa annualmente è sceso del 40% tra il 2012 e il 2015 e non è l’unica nazione ad aver diminuito l’importazione, infatti il commercio di rottami ferrosi transfrontaliero è sceso da un picco di 105,6 milioni di tonnellate nel 2011 a meno di 84 milioni di tonnellate nel 2015.
Secondo Prakash nel 2016 potrebbe esserci un leggero aumento, con un potenziale di 90 milioni di tonnellate scambiati entro la fine dell’anno.
Nonostante il leggero aumento previsto per il 2016, Prakash ha detto che “i mercati stanno maturando e sempre più paesi stanno diventando autosufficienti” in termini di rottami ferrosi.
La Turchia resta un grande importatore, ma la sua industria siderurgica ha dimostrato la volontà di importare billette per laminazione, quando il rottame diventa troppo costoso.
Tra i paesi emergenti che stanno contribuendo ad assorbire parte dei rottami europei e statunitensi sono presenti il Bangladesh, il Messico, l’Iran e il Perù.
“La situazione della Cina – ha aggiunto Prakash – è da tenere sotto osservazione. Se continua a fare affidamento principalmente sulla produzione di acciaio con forni ad ossigeno (BOF, basic oxygen furnace), potrebbe rapidamente diventare un esportatore netto di rottami ferrosi”.
Un’altra sfida da affrontare, secondo Prakash, sarà il probabile aumento dei costi di trasporto su container, dato che il 40% del commercio mondiale del rottame è ormai su container, una tendenza che si è instaurata in parte a causa dei costi di trasporto bassi e competitivi.
“Questa è una spada appesa che potrebbe cadere in qualsiasi momento” ha chiarito Prakash, spiegando la minaccia di costi più alti delle spedizioni oceaniche su container imposte da un settore più consolidato.
In ogni caso ha aggiunto che in futuro il commercio di rottami ferrosi è destinato a diventare più locale.
I produttori di acciaio e i riciclatori di rottami in Medio Oriente e nel subcontinente indiano hanno legami commerciali da molto tempo, una situazione che difficilmente cambierà nel prossimo futuro, secondo i relatori della sessione dedicata ai rottami ferrosi.
Adel Al Attar, un direttore di strategic procurement della Emirates Steel di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti ha detto che la sua azienda e altri produttori di acciaio nella regione del Consiglio di cooperazione degli Stati arabi del Golfo per diversi decenni per produrre acciaio in forno elettrico ad arco hanno fatto affidamento sul ferro pre-ridotto (DRI, semilavorato siderurgico contenente prevalentemente ferro metallico ottenuto a partire da pellets (palline) di minerale ferroso trattate per mezzo di monossido di carbonio e idrogeno) invece che sui rottami.
“Anni fa il ferro pre-ridotto aveva costi molto più competitivi rispetto ai rottami, ora non è più così. – ha dichiarato Al Attar – I rottami sono diventati più disponibili a un prezzo migliore ed inoltre permettono la riduzione dell’utilizzo di energia elettrica nel processo di produzione”.
Tuttavia, Al Attar ha spiegato che il passaggio dal ferro pre-ridotto ai rottami per i produttori di acciaio come la Emirates Steel talvolta è stato “più facile a dirsi che a farsi”.
Gli Emirati Arabi Uniti possono generare ogni anno più di 3 milioni di tonnellate di rottami ferrosi e la Emirates Steel sta iniziando ad attingere a questo mercato.
Molti riciclatori sono orientati verso il mercato estero, con la spedizione annuale dagli Emirati di quantità che vanno da 900.000 a milioni di tonnellate verso l’India.
Nel 2016 i rottami sono diventati più attraenti per la Emirates Steel e Al Attar spera che i rottami arabi restino negli Emirati Arabi Uniti, dato che l’azienda ha investito risorse per modificare i forni elettrici ad arco, costruiti per il consumo di ferro pre-ridotto, per fondere fino al 40% di rottami.
Sathya Bodha della Mittal Corporation Limited ha dichiarato che l’India nel 2016 ha superato gli Stati Uniti, diventando il terzo produttore di acciaio più grande del mondo, e può essere pronta a superare il Giappone per il secondo posto (La Cina è parecchio avanti nella prima posizione).
L’India potrebbe produrre ancora più acciaio, ma ci sono importazioni in aumento di acciaio finito verso il paese.
Al di là della produzione interna di acciaio, secondo Bodha, l’India probabilmente continuerà ad essere un importatore netto di rottami ferrosi per diversi anni, in quanto il suo tasso di generazione di rottami e di raccolta rimane ancora insufficiente.