Obiettivo 2020: cambiare il tradizionale parco auto circolante italiano con uno elettrico e meno inquinante

Agevolazioni fiscali per chi compra automobili elettriche e per le infrastrutture di ricarica per rendere l’Italia competitiva in Europa anche nel settore automobilistico elettrico.

rEVolution  Electric Drive Days

L’Italia ha ancora troppi veicoli inquinanti in circolazione e il Governo sente il bisogno di dover rinnovare il parco auto italiano e di spingere verso una mobilità alternativa che sia meno inquinante. Mentre la sensibilità verso tematiche ambientali si sta diffondendo nei diversi segmenti della società, anche gli utilizzatori delle quattro ruote cominciano a guardare alle auto elettriche e ibride con rinnovato interesse. 

Già con la Legge di Stabilità 2016 sono previsti incentivi per gli automobilisti che intendono comprare un’automobile; infatti, secondo la Finanziaria, per le nuove immatricolate entro il 31 marzo 2017 c’è la possibilità di uno sconto fino a 8.000,00 euro. In particolar modo si fa riferimento a tutti quegli automobilisti che decidono di cambiare le loro vetture più inquinanti (Euro 0, 1 e 2) con automobili Euro5 e Euro6.

Se la Legge di Stabilità si riferisce al mercato dell’auto in generale, nell’ultimo periodo si è prestata attenzione in particolar modo al settore automobilistico elettrico. Infatti, dopo la notizia degli incentivi da 1miliardo di euro in Germania per sovvenzioni alle infrastrutture e per lo sviluppo delle automobili elettriche, anche l’Italia ha deciso di muoversi in questo ambito.

L’importanza dell’incremento del settore automobilistico elettrico in Italia e la sua condizione favorevole all’affermazione in questo periodo è sottolineata da Stefano Basseghini, amministratore delegato della società Rse (Ricerca sul Sistema Energetico): “Serve una politica di incentivi per recuperare il ritardo dell’Italia nel settore della mobilità elettrica: con un investimento complessivo di circa 300 milioni di euro da qui al 2020, il nostro Paese potrebbe mettersi al passo con Francia e Germania, arrivando ad avere un parco di 50.000 veicoli elettrici circolanti – commenta Besseghini – Sta crescendo la sensibilità pubblica sui temi ambientali, si sta lanciando un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica elettrica, e i continui progressi tecnologici promettono di darci entro 5-7 anni dei veicoli elettrici competitivi sul mercato rispetto ai veicoli tradizionali a combustione interna“.

Il Piano del Governo italiano potrebbe trovarsi tutto all’interno di un documento con le Linee Guida per lo sviluppo del settore automobilistico elettrico: la “Carta di Arese“, elaborato il 27 maggio 2016 in occasione degli Stati Generali della Mobilità Elettrica svoltisi appunto ad Arese (MI), durante l’evento “rEVolution – Electric Drive Days“, dedicato appunto alla mobilità elettrica in programma dal 27 al 29 maggio 2016. La “Carta di Arese” è il frutto di un piano concordato tra la filiera del settore: Enel, Hera, A2A, Class Onlus.

Il Governo italiano deve pianificare i dettagli e stabilire le somme da destinare al mercato automobilistico elettrico, ma il piano è sicuramente quello di aumentare gli incentivi fiscali per la produzione e la vendita delle vetture elettriche. 
Il programma della “Carta di Arese” si concentra su dei punti principali:
introduzione di incentivi fiscali per i consumatori, affinché si riduca il costo della vettura elettrica;
diminuzione fiscale per le flotte aziendali, così da poter favorire l’utilizzo di veicoli elettrici anche per le lunghe percorrenze;
realizzazione di più strutture di ricarica

Per quanto riguarda la riduzione dei costi della vettura per gli automobilisti, l’idea è quella di muoversi su più fronti: da un lato, un sostanziale sconto da parte delle Case automobilistiche, dall’altro, si vorrebbe introdurre la diminuzione dell’Iva per l’acquisto delle auto elettriche.

Per la realizzazione delle strutture di ricarica, i problemi sono maggiori. Infatti, ad oggi, il costo per l’energia elettrica dedicata all’autotrazione è di 0,40 euro al kWh, notevolmente maggiore al suo costo industriale. Essendo questo un fattore limitativo dell’espansione del mercato elettrico, si chiede al Governo di impegnarsi a far sì che il costo diminuisca. Un problema ulteriore sempre legato alla ricarica della vettura è la mancanza di apposite colonnine al di fuori delle mura cittadine. La paura di rimanere a piedi induce ancora in molti automobilisti l’idea errata che l’auto elettrica sia conveniente solo nelle brevi distanze o nel contesto urbano. Per risolvere questa resistenza il Governo italiano, proprio come quello tedesco, dovrebbe finanziare la diffusione puntuale di infrastrutture di ricarica allineandosi con gli altri Paesi europei dove questo è già realtà.

Un primo obiettivo del programma è sostanzialmente quello di recuperare la distanza dagli altri Paesi, nei quali il trend positivo del settore elettrico è maggiore rispetto a quello italiano. Infatti alcuni Stati si sono mossi prima di noi, come la Norvegia, arrivando a incentivare l’utilizzo dell’auto elettrica sia attraverso sgravi finanziari (sono esenti dall’Iva ad esempio), sia con agevolazioni quotidiane, come parcheggi gratuiti anche in zone a pagamento o transiti preferenziali.

Francia e Regno Unito, che non hanno ancora raggiunto livelli ottimali come il Paese scandinavo, hanno, invece, incentivi fiscali maggiori per l’acquisto di vetture elettriche e per la rottamazione di quelle diesel rispetto a quelli italiani. L’unico Paese che può essere paragonato all’Italia, in termini di ritardo nell’investimento del potenziale automobilistico elettrico, è la Germania, che però ha attuato l’ambizioso piano di un milione di vetture elettriche circolanti entro il 2020.

Se è pur vero che i rappresentanti del Governo Raffaele Tiscar, Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, e Simone Tani, Consigliere del Presidente del Consiglio, presenti alla manifestazione rEVolution – Electric Drive Days non hanno firmato la “Carta di Arese”, ad oggi confermano, tuttavia, che i lavori per incentivare la mobilità elettrica sono già in corso e che la Carta rappresenta uno dei passi importanti da dover seguire nei prossimi mesi, ovviamente all’interno di un piano strategico per la mobilità alternativa.

Sicuramente un’azione sinergica per l’incentivazione della mobilità elettrica attuata in tempi rapidi costituirebbe un ottimo start per la diffusione dell’auto elettrica e per la sensibilizzazione della società verso la green mobility, il minor consumo di fonti fossili ed il rispetto dell’ambiente; l’importante però è che non rimanga solo un buon proposito.

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