Nel 2015 l’Italia seconda in Europa per auto a basse emissioni di CO2

Con 115,1 grammi di CO2 per ogni chilometro percorso, l’Italia si colloca al secondo posto della graduatoria dei principali Paesi europei con i più bassi livelli di emissioni derivanti da nuove immatricolazioni di auto nel 2015. Al primo posto della classifica si posiziona la Francia (con 111,3 g di CO2/km) la quale, nonostante l’ottimo risultato, dal prossimo 1° luglio ha stabilito comunque a Parigi il divieto di circolazione nell’area urbana tra le 8 e le 20 per tutte le auto e i veicoli commerciali immatricolati prima di luglio 1997.

Italia sul podio emissioni auto

Con 115,1 grammi di CO2 per ogni chilometro percorso, l’Italia si colloca al secondo posto della graduatoria dei principali Paesi europei con i più bassi livelli di emissioni derivanti da nuove immatricolazioni di auto nel 2015. Al primo posto della classifica troviamo la Francia (con 111,3 g di CO2/km), al terzo posto la Spagna (116,2 grammi), seguita da Regno Unito (121,9) e Germania (128,6).

Secondo l’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec (la struttura di ricerca di Autopromotec, cioè la rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico) e sulla base dei dati Unrae ed European Environment Agency (EEA), l’ottimo risultato ottenuto dall’Italia in materia di emissioni derivate dalle auto nuove immatricolate è scaturito dal fatto che nel 2015 si è registrata una delle più basse medie in Europa rispetto alla cilindrata dei motori di nuove auto prodotte, con un livello pari a 1.476 cc, molto al di sotto della media europea che è di 1.604 cc. Le auto con minore cilindrata, infatti, hanno un minor consumo specifico e dunque emissioni minori di CO2.

L’Osservatorio Autopromotec ha riportato anche i dati sulla riduzione negli ultimi 10 anni del livello medio di emissioni di CO2 delle auto di nuova immatricolazione nei principali Paesi europei. Questi indicano come la media è costantemente diminuita nel periodo 2006-2015, in particolare nel Regno Unito dove si è registrato il calo maggiore (-27,3%), seguito a breve distanza da Francia (-25,7%), Germania (-25,4%), Spagna (-25,3%) e Italia (-21,8%). Ricordiamo che i buoni progressi ottenuti negli anni hanno spinto la Commissione Europea nel 2014 a definire un nuovo target per il 2021, fissando l’obiettivo di riduzione delle emissioni medie di CO2 delle auto di nuova immatricolazione a 95 g/km per limitare sempre di più l’impatto sul clima.

Se però l’Italia è pienamente soddisfatta del risultato raggiunto, a quanto pare per la Francia il 1° posto non è sufficiente. E per combattere ancora di più l’inquinamento dell’aria il sindaco della Capitale francese, Anne Hidalgo ha stabilito poche settimane fa il divieto di circolazione nell’area urbana di Parigi definita “intra muros” (quella cioè all’interno dei Periferiques) tra le 8 e le 20, esclusi i weekend. La norma entrerà in vigore il prossimo 1° luglio per tutte le auto e i veicoli commerciali immatricolati prima del luglio 1997, dunque con soli 19 anni di anzianità. Questa misura precede quella molto più restrittiva prevista per il 2020 che permetterà la circolazione nella Capitale francese solo ai veicoli Euro5 ed Euro6.

Ovviamente sono subito partite le prime proteste. L’associazione francese 40 millions d’automobilistes ha già annunciato un’azione collettiva non solo per replicare a queste limitazioni alla mobilità, ma anche per ottenere un indennizzo a causa della perdita di valore delle auto immatricolate prima del luglio 1997. Gli esperti hanno, infatti, stimato che il provvedimento interesserà 870mila veicoli, con un valore medio oscillante tra 2.000 e 2.500 euro, per un danno totale che dovrebbe aggirarsi sull’enorme cifra di 870 milioni di euro.

Ma non solo. Se queste misure non subissero modifiche da qui al 1° luglio, potrebbero anche avere serie ripercussioni sui molti turisti italiani che ogni anno si recano a Parigi in auto. Dunque, con le vacanze 2016 alle porte, o decidiamo di restare nel Belpaese onde evitare di incorrere in sanzioni dalle conseguenze inattese o, se abbiamo in programma una gita nella Capitale francese, cominciamo a valutare un “economico-ecologico” viaggio in treno.

Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *