ITALIA LEADER NELLA RACCOLTA DI BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE

Ma attenzione al rischio illegalità

Le batterie al piombo esauste rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi, perciò la loro gestione è di vitale importanza per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini.
L’Italia è al 1° posto in Europa per efficienza e target di raccolta di batterie esauste grazie all’attività svolta dal COBAT    (Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste), un ente senza
fini di lucro, che nel 2008 festeggia i 20 anni dalla sua istituzione. Il Testo Unico in materia ambientale (D.Lgs 152/06) ha ribadito l’esistenza del CO- BAT (art. 235) come unico soggetto preposto al recupero delle batterie esauste, stabilendo, inoltre, che chiunque detenga batterie al piombo esauste è obbligato al loro conferimento al Consorzio, a meno che non vengano esportate in uno Stato membro dell’Unione Europea. Oggi il COBAT opera sul territorio nazionale attraverso una rete di 90 raccoglitori incaricati e 7 impianti di riciclo. In 20 anni il COBAT ha raccolto circa 2 milioni ed 800.000 tonnellate di batterie esauste, pari a circa 230 milioni di batterie avviate a riciclo.

Le oltre 110.000 ton. di piombo recuperate ogni anno rappresentano oltre il 50% del fabbisogno nazionale di questa materia prima e la loro reimmissione nel circuito industriale si traduce in un risparmio di circa 200 milioni di Euro per l’Italia nelle importazioni di piombo, un metallo le cui quotazioni al LME (London Metal Exchange) hanno avuto un incremento pari a + 80% in un anno.
Inoltre, il piombo recuperato consente un forte risparmio energetico: il processo di recupero, infatti, permette una riduzione di circa il 66% dell’energia che sarebbe necessaria per l’estrazione e la produzione del metallo. Nel 2007 sono state raccolte ed avviate a riciclo 187.624 tonnellate di batterie esauste su tutto il territorio nazionale: il 50,8% è stato raccolto al Nord, il 21,5% al Centro, il 27,7% al Sud e nelle isole.
A livello regionale la maggiore quantità di raccolta in valore assoluto è stata registrata in Lombardia, subito dopo si collocano Veneto, Emilia Romagna e Lazio (1a tra le regioni del Centro- Italia).
L’Italia, dunque, in questo settore, rappresenta il fiore all’occhiello dell’Eropa, detenendo i seguenti primati:

  • tasso di raccolta sulle batterie di avviamento vicino alla totalità sull’immesso al consumo, risultato raggiunto solo da altri 3 Paesi (Danimarca, Svezia e Norvegia);
  • elevata quantità assoluta di batterie recuperate;
  • elevata raccolta pro-capite; • il più basso sovrapprezzo sulla vendita delle batterie nuove.

Nel corso di un seminario svoltosi ad Ancona, presso la sede della Regione Marche, Claudio De Persio, Direttore operativo COBAT, ha esaminato le forme di illegalità riscontrate sul territorio perpetrate da operatori paralleli, interessati al commercio delle batterie esauste, a seguito dell’incremento del valore attribuito a questo rifiuto per la crescita della quotazione del piombo.
Costoro, mossi solo da interessi economici, operano senza rispettare le disposizioni normative, tra cui quelle documentali, creando, di conseguenza, gravi rischi per la salute e l’ambiente. Attraverso una banca dati e dei software di interrogazione, il COBAT riesce a monitorare la totalità della filiera, garantendo, così, la completa tracciabilità del rifiuto dal produttore/detentore alla sua destinazione finale presso gli impianti consorziati. Questo importante strumento conoscitivo è a disposizione degli Enti
di controllo per conoscere in maniera dettagliata il percorso delle batterie esauste. Inoltre, l’obbligo di inviare il MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) da parte di chi gestisce batterie al piombo esauste permette al Consorzio di monitorare anche i movimenti esterni.
Nonostante ciò, il rischio di commercio illegale di batterie esauste esiste e non va sottovalutato: tra Ottobre 2007 e Febbraio 2008, a Dakar (Senegal) 18 bambini sono morti per intossicazione da piombo e acido in quanto addetti allo “scarrettamento” di batterie, ovviamente in maniera del tutto illegale. In Italia non siamo a questi livelli, ma è opportuno non abbassare la guardia perché esistono tutta una serie di malattie provocate dal piombo e dall’acido solforico, elemento fortemente corrosivo in grado di cambiare il ph dell’ambiente in cui viene disperso.
Il recupero delle batterie può essere effettuato in modo regolare (quello del conferimento al Consorzio), ma può avvenire anche tramite canali irregolari. Solitamente il rifiuto in questione ha origine da:
• artigiani (elettrauti), aziende di servizio (installatori);
• privati, attraverso la raccolta differenziata;
• detentori del rifiuto (es. autodemolitori).
Può succedere che, solitamente nomadi o ambulanti, recuperino le batterie esauste, anche presso centri di raccolta per privati, senza alcuna autorizzazione, ricorrendo, anche, a corruzione e minacce. Alcune aziende di servizio, poi, si fanno restituire il materiale esausto, provvedendo direttamente al processo di recupero del piombo.
La grande distribuzione (GDO) è obbligata ad esporre nel punto vendita un cartello che avverte sulla pericolosità del rifiuto e a installare appositi contenitori per la raccolta di batterie esauste, ma spesso questo obbligo viene disatteso.
Gli autodemolitori sono autorizzati alla produzione del rifiuto batteria, ma non possono svolgere attività di raccolta, mentre, in alcuni casi, succede che vengano prodotte più batterie rispetto alle auto demolite, risultando poco chiara la provenienza del surplus.
L’illegalità riguarda la prima fase, quella della raccolta, anche se poi tutte le batterie vengono recuperate dal Consorzio, ma in cattive condizioni .
“Il COBAT – ha concluso De Persio – può segnalare le irregolarità, ma poi spetta alle Forze dell’Ordine intervenire per ristabilire la legalità. Le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero rilasciare le autorizzazioni con maggior oculatezza e le Regioni dovrebbero dare un forte segnale di controllo nel settore della raccolta di rifiuti pericolosi”.

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