CATALIZZATORI ESAUSTI: NUOVE METODOLOGIE DI ACQUISTO E VALORIZZAZIONE

Non sarà sfuggito a nessuno dei lettori di questa testata che negli ultimi due mesi l’ascesa dei platinoidi (metalli nobili contenuti nei catalizzatori), ha subìto un drammatico arresto e che il rodio da solo ha perso, nell’arco di agosto, circa il 65% del suo precedente valore. Anche il platino e il palladio, però, hanno registrato forti ribassi: oltre il 50% per entrambi. Questa flessione va interpretata alla luce del complesso e drammatico contesto dell’attuale crisi economico-finanziaria dei mercati internazionali e, unitamente al dollaro americano, che continua a mostrarsi debole rispetto alla moneta unica europea1, si riflette in modo negativo sul valore dei catalizzatori esausti. In seguito al rapido deteriorarsi del prezzo dei platinoidi, ma anche per- seguendo un proprio coerente progetto di evoluzione degli acquisti, Invemet ha sviluppato e messo a punto, dalla scorsa primavera, un sistema basato sulla differenziazione in categorie: questo per fare fronte non solo alla contingenza, ma anche perché alcuni modelli di poco valore molto diffusi sul nostro territorio nazionale, acquistati a un prezzo cosiddetto “medio”, creavano situazioni di squilibrio pressoché impossibili da correggere.

Vediamo insieme ad Andrea Zacchini, responsabile commerciale del mercato Italia, come è stato sviluppato il nuovo metodo di cernita e valorizzazione e come sta cambiando il processo di acquisto dei catalizzatori. Come nasce l’idea delle categorie? I nostri soci a Houston, ma in realtà tutti i riciclatori statunitensi, hanno elaborato già da anni un sistema molto dettagliato di categorie. Al di là dei tecnicismi, su cui non voglio dilungarmi in questa sede, l’idea alla base è molto semplice. Similmente al rame, all’accia- io, all’alluminio e a molti altri metalli, anche i catalizzatori hanno valori diversi tra loro. Senza contare che l’evoluzione dei sistemi dei gas di scarico nella motorizzazione diesel ha introdotto nel mercato i filtri anti particolato e altre tipologie di prodotto, con contenuti di metalli preziosi diversi rispetto ai catalizzatori tradizionali. A dire il vero, in molti Paesi europei dove il recupero delle marmitte è iniziato ben prima che da noi, le operazioni di cernita sono la regola e vengono pienamente accettate da tutti gli attori coinvolti. Non ci siamo inventati nulla, insomma! È possibile sintetizzare la tipologia di queste “categorie”? Certamente; abbiamo cercato di essere semplici e trasparenti allo stesso tempo. Attualmente negli USA le categorie sono ventisette, senza contare al loro interno le “sub categorie” costituite dai cosiddetti “parziali”: “3/4”, “1/2”, “1/4”! Attualmente le nostre categorie sono sette e vanno dalle “molto grandi” alle “molto piccole”, incluse “After Market” e metallici. Non è stato banale, perché abbiamo dovuto rendere semplice una situazione complessa, ma per ora siamo soddisfatti. Cosa cambia con l’introduzione delle categorie nelle fasi di negoziazione e di acquisto? I nostri raccoglitori hanno iniziato a verificare non solo la presenza di monolite intero o rotto all’interno dei catalizzatori, ma anche la loro appartenenza alle diverse categorie di cui parlavo prima. Questo comporta una lieve estensione dei tempi di cernita, che comunque restano ragionevoli, a fronte di una valutazione più corretta. Ovviamente il dialogo con il fornitore resta aperto e i nostri uomini sono più che disponibili a fornire tutte le delucidazioni possibili direttamente “sul campo.” Invemet vanta una presenza inter- nazionale, come vi comportate per gli acquisti all’estero? Premesso che i quantitativi acquistati in Europa e nei territori extra UE so- no spesso tali da rendere preferibile l’opzione cosiddetta della “resa sul metallo”, e che questi lotti vengono valutati sulla base dei metalli preziosi recuperati (fa fede l’analisi chimica), la cernita è stata sviluppata per tutti i nostri acquisti “al pezzo”. La valorizzazione varia a seconda delle tipologie dei catalizzatori e della loro provenienza, ma il metodo è identico. 1 Si noti che la compravendita dei metalli preziosi in questione avviene in dollari americani (n.d.r.)

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