IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE NEL SETTORE DELLE AUTODEMOLIZIONI

L’azienda leader nel trattamento acque dal 1980, pone ai Lettori del Notiziario una interessante riflessione sulla gestione e trattamento delle acque meteoriche

Le nuove normative a difesa dell’Ambiente e del Territorio impongono anche agli operatori dell’ autodemolizione mag- giori attenzioni durante le loro attività quotidiane. Sono infatti conosciute le leggi che le regolamentano: i decreti legge 22/97 e 209/2003, piuttosto che i decreti ministeriali, del 05/02/98 per il recupero dei rifiuti non pericolosi, o del 12/06/2002 per il recupero di quelli pericolosi. Allo scenario si aggiunge nel 2006 il Decreto Legislativo 152 (meglio noto come Testo Unico Ambientale) che regolamenta, tra l’altro, gli scarichi in fognatura o su corsi d’acqua. Di particolare interesse risulta l’art.113 con oggetto “acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia” secondo il quale le Regioni, al fine di prevenire da rischi idraulici ed ambientali, disciplinano i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle superfici esterne siano convogliate ed opportunamente trattate in impianti di depurazione.

A fungere da apripista nel lontano 1985 è stata la Regione Lombardia emanando la L.R.62/85, secondo la quale le acque di prima pioggia, identificate con i primi 5mm caduti nei primi 15 minuti di precipitazione, distanziate l’una dall’altra di almeno 48 ore,devono essere opportunamente depurate prima di essere scaricate. In seguito molte sono le Regioni che hanno seguito l’esempio della Lombardia, prima fra tutte l’Emilia Romagna, ma anche Piemonte, Veneto, Lazio ed infine le Marche. Risulta chiaro che il quadro normativo si sta evolvendo in una direzione precisa, volta al rispetto ambientale ed alla auto regolamentazione, alla quale bisogna adeguarsi per evitare di restare “tagliati fuori dal mercato” non ottenendo le necessarie autorizzazioni per operare. Prima di proseguire è utile dare alcune definizioni: • Per agglomerato si intende l’area in cui le attività produttive sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile un trattamento di depurazione. • Le acque di scarico sono tutte le acque reflue, indipendente- mente dalla loro natura inquinante, provenienti da un ciclo di produzione ed inviate verso un corpo ricettore (cioè acque superficiali, suolo, sottosuolo o rete fognaria). • Le “acque di prima pioggia” sono la prima aliquota di pioggia caduta (quantificata in modo diverso in base al decreto regionale di pertinenza, come già esplicitato); quando la pericolosità delle acque di dilavamento per- siste per tutto l’evento piovoso, come ad esempio può accadere proprio con i piazzali di autodemolizione, le acque possono diventare equiparabili ad “acque reflue industriali”, le quali dovranno essere depurate nella loro interezza prima di essere scaricate. Queste definizioni sono utili per capire che “nel momento in cui l’acqua meteorica viene a contatto con una superficie scolante interna ad un agglomerato viene contaminata da sostanze tipiche del processo produttivo; di conseguenza le acque reflue di scarico possono diventare di prima pioggia, oppure acque reflue industriali; sarà quindi necessario sottoporle ad un trattamento depurativo appropriato prima di essere scaricate nel corpo recettore (ovvero la fognatura o il corso d’acqua superficiale)”. I trattamenti depurativi che hanno dimostrato una particolare efficacia nei confronti di queste acque reflue sono: • Impianti sedimentazione e disoleazione. Le acque vengono stoccate in vasche di idonea volumetria dove decantano i solidi sedimentabili. Nel seguito le acque subiscono una di disoleazione con la quale vengono asportati oli e idrocarburi non emulsi. • Impianti di depurazione chimico-fisici. Per piazzali di dimensioni considerevoli o su piattaforme multifunzionali potrebbe non essere sufficiente un trattamento fisico come quello appena esposto; è necessario quindi intervenire con trattamenti chimico fisici ed infine una fase finale totale abbattimento di tutti gli inquinanti originariamente presente nelle acque reflue. • Impianti biologici con pretrattamento chimico-fisico se ed in quanto vi sia presenza congiunta di liquami prontamente e lentamente biodegradabili. La ditta GRAMAGLIA, con sede in Osimo su una superficie di 2000 m2, è leader dal 1980 nella progettazione e costruzione di impianti di trattamento delle acque di scarico civili ed industriali, delle acque primarie e di processo per piccoli e grandi impianti. L’ufficio tecnico seguirà tutto il percorso: dai sopralluoghi, con relazioni tecniche e disegni; progettando l’impianto che meglio si adatta alle esigenze per massimizzare il rapporto qualità/prezzo. I tecnici dell’officina garantiranno il service in maniera tempestiva effettuando le manutenzioni e/o riparazioni necessarie. Tramite piani di manutenzione programmata gli operatori ottimizzeranno, se necessario, i cicli depurativi. GRAMAGLIA, L’ACQUALITÀ DAL 1980!

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